12 ottobre 2016

YOGA SCIAMANICO: LIBERA LA TUA GIOIA DI VIVERE (E DI MORIRE)




In questo approccio si sperimenta lo yoga quale forma di psicologia pratica, un’esperienza integrale di creatività su tutti i livelli dell’essere (fisico, emotivo, mentale, spirituale) che segue, prosegue e persino supera l’altrettanto potente visione del grande maestro del Purna Yoga o Yoga Integrale, Sri Aurobindo il quale fu senz'altro un grande yogin, ma anche uno sciamano. Insieme a lui, tra le molte voci con cui si dialoga intraprendendo tale cammino, quelle dei mistici Tilopa, Naropa e Milarepa, Abhinavagupta, Padmasambhava, le dakini tantriche Ma gcig Lab sgron e Yeshe Tsogyel.

Yoga sciamanico è un termine coniato da Selene Calloni Williamsin cui convergono le due tradizioni (quella orientale yogica e quella occidentale psicologica) che sono state alla base della sua formazione iniziatica e che, oggi, confluiscono nella potente visione sincretica simbolo-immaginale veicolata da Nonterapia e dall’Imaginal Accademy. 

Il nucleo della guarigione sciamanica è il processo di riarmonizzazione dell’uomo con il cosmo
Lo yoga sciamanico ti insegna che non esistono distanze, solo profondità, e a queste profondità ti fa accedere lasciando che la tua coscienza più che illuminarsi (in quanto già lo è, deve solo ricordarselo), sbocci come un fiore. Nello sbocciare di ogni possibilità insita in ognuno di noi è il segreto della vera libertà. 

Tutta la realtà oggettiva è un grande sogno, una ipnosi collettiva e individuale dalla quale risvegliarsi allenando l’attenzione cosciente per ricordarsi chi si è veramente (i creatori manifestanti del sogno) e restituendo l’anima alle cose. 

Restituire l’anima alle cose, ovvero fare anima. Come?

Statua di danzatrice presso il Museo Cicladico di Eleusi, Grecia, Settembre 2016 Foto ©CECILIA MARTINO


Anima: spiriti, dei, dee, archetipi, miti, avi, antenati, sogni, paure, demoni, emozioni, scelte della vita, relazioni amorose, nodi alla gola, malattie, disagi psichici… Materiale animico che lo yoga sciamanico utilizza non per guarire alcunché né tantomeno per analizzarlo o interpretarlo, ma per ritualizzare la sacralità della vita così come essa è, magari al suono di un tamburo che è per eccellenza lo strumento dello yoga sciamanico, il ritmo tribale che risuona con il respiro della Natura portandoci al di là della mente e di tutti gli opposti, nella trance estatica che ristabilisce il patto infranto con gli dei, con il mondo degli spiriti e dell’invisibilità. 


Di sicuro, uno dei fondamenti su cui si basa la pratica dello yoga sciamanico è la convergenza di due aspetti che non devono mai mancare: l’esperienza fisico-corporea (Esperienza Figlio) e l’esperienza visionaria-simbolico-immaginale (Esperienza Madre).


per approfondire ciascuno dei seguenti punti: 

COS'È' LO YOGA SCIAMANICO
CHI È LO YOGIN SCIAMANO
RITIRARE LE PROIEZIONI O RIASSORBIRE IL REALE
COME SI PRATICA LO YOGA SCIAMANICO
ESPERIENZA-MADRE ESPERIENZA-FIGLIO
L’IMPORTANZA DEL RITO
CONSIGLI DI LETTURA SULLO YOGA SCIAMANICO


Dal mio ultimo viaggio nella “Grecia degli oracoli” 
con ritiro-sciamanico condotto da Selene Calloni Williams


Sgretoliamo l'oggettività delle cose! Drago, aquila, orso, genio, daimon, Samanta, ora siete tutti dentro il mio tamburo!


06 ottobre 2016

E TU, CHI TI CREDI DI ESSERE?

Besos de Naturaleza, Torino Ottobre 2016 ©Foto CECILIA MARTINO 

Dio non intende che si prenda il mondo alla lettera: 
il mondo è un'immagine, un'analogia, 
un modo di dire del quale egli deve servirsi 
per un motivo qualunque, 
e naturalmente è sempre approssimativo; 
non dobbiamo prenderlo in parola, 
tocca a noi stessi trovare 
lo scioglimento del quesito 
ch'egli ci impone. 

(Robert Musil)

Tutto dipende sempre dal tipo di relazione che abbiamo con le immagini, ovvero gli spiriti, i miti, gli dei, gli archetipi, le idee (eidola) a cui abbiamo scelto più o meno inconsapevolmente di credere... 

Tu, per esempio, chi ti credi di essere? 

Prova a chiedertelo spesso ma, più che analizzare le risposte, lasciati ispirare dalle immagini che scaturiscono. E' a loro che devi tornare, per ristabilire il contatto perduto con i tuoi alleati invisibili, per riprendere il dialogo interrotto con l'anima. E per riconciliarti con queste immagini non analizzarle, piuttosto amale. Agli dei misconosciuti non interessano nuove teorie ma nuove estasi. Agli dei misconosciuti che - come diceva Jung, sono diventati malattie - non interessa ciò che fai o non fai ma l'intensità con cui ami ciò che fai o non fai. Essere intensi come fosse l'ultimo istante di vita da vivere, ritualizzare e non giudicare, non fare analisi ma fare amore, fare anima, perdonare, ringraziare, avere fede ed essere visionari

Allora, chi ti credi di essere? 






L'alternativa al letteralismo è il mistero


Il moto delle ali del colibrì, che è l'uccello più piccolo al mondo, forma il simbolo dell'infinito!






















PENSIERO POSITIVO VS PENSIERO CREATIVO: 
FANTASTICARE / IMMAGINARE / IMMAGINALE

Dicevamo che tutto dipende sempre dal tipo di relazione che abbiamo con le immagini, ovvero gli spiriti, i miti, gli dei, gli archetipi, le idee (eidola) a cui abbiamo scelto più o meno inconsapevolmente di credere. Credere, ad esempio, che basti immaginare fortemente una cosa per riuscire a manifestarla nella realtà (chiediamoci, poi quale realtà,  se tutto è sogno?) è un'altra illusione, una forzatura dello stato naturale, una seduzione vagamente new age che occhieggia al "pensiero positivo".

Cosa è lo stato naturale? E' uno stato in cui si è in una relazione creativa con la divinità in assenza di sforzo personale, in assenza di paura, in assenza di aspettative e interpretazioni e in assenza di giudizio: dunque, non esiste il pensiero positivo in questa dimensione perché implicherebbe una dialettica tra bene e male che non ha ragion d'essere a questo livello. Il pensiero creativo ingloba positivo e negativo in un'unica vastità dove ci si sposa con l'anima neutrale di tutte le cose. L'anima neutrale di tutte le cose è amore. In questa dimensione immaginale, e solo in questa dimensione, si crea davvero oltre se stessi, oltre i dettami della mente, dell'ego, della personalità, persino del volere o non volere qualcosa, del desiderare o non desiderare che le cose siano diverse da quelle che sono. Ci si sposa con il proprio daimon, si celebra un rito che porta in essere la realtà, e tutte le immagini future che, oltretutto, contengono come un ologramma tutte le immagini passate e presenti, perché nello stato naturale non esiste il tempo lineare (che è una costruzione mentale scaturita dal pensiero logico di causa-effetto), ma soltanto un tempo mitico, che si compie in un eterno presente che tutto contiene.



Un frattale è un oggetto geometrico in cui un motivo identico si ripete in tutte le direzioni. E' l'essenza della molteplicità nell'uno e dell'uno nella molteplicità, cioè dell'unione nella relazione creativa con l'anima. E' lo stato di natura.
Pertanto, se si vuole davvero diventare padroni dei propri eventi e non vittime di essi, non basta immaginare da soli (perché nessuno è mai solo, ha sempre uno spirito da nutrire) a colpi di pensieri positivi e credere che tutto possa realizzarsi. Questo è un atto di autoreferenzialità che perpetua la dimenticanza di fondo dell'homo materialis: che tutto è anima, incluso il mondo visibile che crediamo "oggettivo". Bisogna riprendere il dialogo perduto con l'anima, l'anima del mondo. E questo dialogo implica il riconoscimento dell'ombra a cui si è associato il polo "negativo" dell'equazione mentale che divide in categorie di giusto e sbagliato una realtà complessa che, piuttosto, va celebrata, ritualizzata, amata, resa poesia. Una realtà complessa che include tutto, invece di separare. Perché è amore e l'amore è sempre accoglienza. Sposarsi nuovamente a questo tutto in un amplesso panico che solo l'amore può riconoscere come sacro, è scegliere di dimorare nella dimensione immaginale che è una nuova visione creativa del mondo.





   




Abbiate pertanto il coraggio di sprofondare in questa dimensione di passaggio tra il visibile e l'invisibile che è sempre una relazione tra noi e i nostri demoni, dei, spiriti, eidola, idee. Bisogna essere svegli in questa relazione e darsi a questa relazione, consapevoli che non esiste nient’altro che questa relazione: né io, né tu, ma la relazione tra me e te, tra me e l’invisibile, il mistero che è anima che è amore che è il divino. 


Avendo il daimon dalla vostra parte, ditemi, che altro potreste temere?

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Nataraja è la raffigurazione danzante di Shiva, una delle maggiori divinità indiane.
Shiva danza nell'eterno presente; è la sua danza che manifesta l'universo, lo preserva e lo dissolve.
Foto ©CECILIA MARTINO

A proposito di darsi all'invisibile:






"Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni" (Alessandro Baricco) - Oceano Indiano, Maldive -  Luglio 2014