10 luglio 2017

E poi una magica notte di Plenilunio Hindi Zahra fa tappa a Torino



E poi in una magica notte di plenilunio, una donna francese dalle origini berbere sceglie di fare tappa a Torino. Nel suo sangue scorre la ruggine del deserto. Ha la ruggine il deserto? Tutto è possibile con la magia in azione: Immaginazione. Sa di terra bruciata la sua lingua quando con il frenulo teso alla massima possibilità di estensione, emette suoni che si accordano istantaneamente alle armoniche più ancestrali del cosmo. L'hanno soprannominata la Patti Smith del deserto, ma Hindi Zahra è soltanto Hindi Zahra, è lei e basta. 


Hindi Zhara - Torino 9 luglio 2017 - Foto ©CECILIA MARTINO

A dire il vero anche a me è venuta la tentazione di “ri-chiamarla”, accostandola più che a qualcuno a qualcosa. Un qualcosa che rievoca piuttosto archetipi e non personalità altrui, pur famose che siano. L’ho soprannominata la Thonban Hla delle Alpi, perché mi è bastato vederla danzare sul palco e trasmutarsi in selvatichezza pura affinché lo spirito della "dea tre volte bella" (Thonban Hla) che aleggia sul Monte Popa in Birmania soffiasse come polvere di stelle su un palcoscenico di un'estate musicale. 



Fa magia tutto quello che scomoda l'invisibile per attutirci i colpi di ciò che abitualmente non comprendiamo e quasi sempre passa dal corpo la verità. Hindi Zahra trasuda autenticità da tutti i pori della pelle, perché smania e suda, si scompone e ricompone sul palco come creatura multiforme, perché ci travalica il cuore quando canta e si dimena come sciamana avvezza al circuito dell'inaudito e si percuote il petto con le mani, picchietta la fronte con le sottili dita pittate di rosso, a intervalli alterni si lascia cadere i lunghi capelli da indios completamente sul viso, la testa ciondoloni per seguire il ritmo tribale dell'armonia mundi. 



Sembra una fiera o un rapace appena messo in libertà. La sua voce è un idillio trasversale ai mondi. Acuta e calda, soft e ululante, è una sinfonia di sonorità che attinge la sua prima nota dall'anima selvaggia, il diapason dell'accordatura con l'anima che Hindi, la nostra randagia di classe, un po’ principessa un po’ gitana, conosce benissimo. Senza artifici o vezzi di sorta. Conosce perché il suo corpo sa, la sua voce è un dono e lei lo padroneggia come non fosse affar suo. Perché non ammettono troppi sforzi, gli dei e le muse quando lasciano le tracce. E le impronte Hindi Zahra le lascia eccome, e sono simili a spirali sinuose e avvolgenti, mistiche e sensuali, lunescenti e ammiccanti come i codici più segreti dell’anima.





"Trans in my dance"... dalla Pagina Facebook ufficiale di Hindi Zahra



DAL MIO SITO WWW.CECILIAMARTINO.IT 
TRADUZIONE IN FRANCESE DI F. SICAMOIS



























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