Anapij Pond a Gyeongju, uno dei luoghi reali della famiglia Silla ©Cecilia Martino |
Lasciando la capitale alla volta del sud est coreano, sono altri mondi che appaiono tra risaie e campi da tè, riserve di ginseng e i luoghi sacri del buddismo.
Villaggio folcloristico di Hahoe ©Cecilia Martino |
È in questo contesto di riconciliazione con la natura, che mi accingo a visitare uno dei luoghi più famosi della Corea del Sud, Gyeongju e le sue aree storiche dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Queste “aree” includono rovine di templi, palazzi, pagode, statue e altre testimonianze della dinastia di Silla, il più importante dei tre regni di Corea, durante il quale venne per la prima volta riunito il paese in un'unica nazione (nel 676 d. C). Proprio Gyeongju, situata nella parte sudorientale della penisola coreana, è stata l’antica capitale del regno di Silla per quasi mille anni (fino al X secolo), spiccando come centro propulsore della cultura e della religione buddista. E si deve proprio al buddismo il grande fiorire delle arti che coinvolse questa città, tanto da lasciare ai posteri veri e propri tesori, come il Tempio di Bulguksa con il suo Seokguram Grotto, uno dei più preziosi esempi di architettura sacra buddista di tutta la Corea.
Tempio di Bulguksa ©Cecilia Martino |
La grotta in granito di Seokguram non avrebbe nulla di tanto particolare se all’interno non celasse un enorme Buddha seduto su un trono di loto che rivolge lo sguardo in direzione del Mare del Giappone, indifferente allo stuolo di turisti pellegrini che, numerosi, gli sfilano davanti benché separati da una lastra di vetro che garantisce la giusta incolumità al gigante dorato. A fare la fila ci vuole di sicuro più tempo che a passare davanti all’Illuminato con pochi secondi di tempo per non intralciare lo scorrimento dei passanti.
Il tempio in grotta di Seokguram è uno dei più grandi tesori nazionali tangibili della Corea, conserva una delle opere supreme dell’arte buddista globale. Photo ©Yonhap News |
Una manciata di secondi è davvero troppo esigua per cogliere l’infinito di corrispondenze e dettagli a cui gli architetti di Silla sottostarono per completare l’opera sacra. In fondo, basta uno sguardo dritto all’espressione gratificata e sublime dell’ospite d’onore della grotta, a rasserenare qualsiasi pretenzioso eccesso di zelo documentaristico.
Era un percorso pensato per l’illuminazione, quello che dal tempio di Bulguksa conduceva all’eremo nella grotta, e con un po’ di buon senso si può continuare a recepirlo così, anche se ormai il luogo è diventato uno dei principali approdi turistici della penisola coreana, raggiungibile in circa un'ora di trekking dal complesso principale (per la gioia degli infaticabili camminatori coreani!).
Tempio di Bulguksa ©Cecilia Martino |
Altra testimonianza della grandezza della dinastia di Silla a Gyeongju è il Tumuli Park, una collezione di tombe reali dall’era della pre-unificazione che coinvolge un’enorme area proprio nel centro della città. La caratteristica di queste tombe, da cui prende nome il parco, è che sono letteralmente interrate all’interno di tumuli di pietra ricoperti d’erba finissima che restituisce la fotografia di tante collinette verdi che un po’ fanno pensare alle geometrie rifinite di un campo da golf! In uno di questi 20 tumuli tombali (quello di Cheonmachong) sono stati rinvenuti, durante gli ultimi scavi risalenti al 1974, preziosi oggetti e manufatti d’epoca che oggi sono ospitati all’interno del Museo Nazionale di Gyeongju dove trova spazio tutto il patrimonio storico, artistico e culturale ereditato dalla dinastia più prestigiosa della storia coreana.
Tumuli Park ©Cecilia Martino |
Fiore di Loto, Corea del Sud 2009 ©Cecilia Martino |
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