Ci rigeneriamo ogni volta che ci connettiamo di più con l’essere, che ci sintonizziamo con una frequenza più ampia, in un luogo più intimo dove ascoltare senza filtri ciò che c’è, ogni volta che ci con-sentiamo, ci permettiamo di percepire in maniera differente dall’ordinario, aprendoci all’apertura, senza difese egoiche favorendo un processo di consapevolezza (Yoga) che purifica in profondità il sistema nervoso. Tutte le volte che la gabbia dell’ego separato – la grande illusione creata dalle ingannevoli percezioni mentali (Maya) – viene smascherata anche solo da un istante di integrità tra le braccia dell’infinito, in una Presenza vitale senza impedimenti.
La rigenerazione è una cura che passa dal generarsi nuovamente (ri-generazione), ovvero, nascere a nuove visioni, prospettive e a quell’unica Saggezza di fondo che cela la più luminosa verità sulla nostra natura essenziale: il Sé, l’essere, la pura coscienza, atman/Brahman, nomi che indicano ma non possono definire l’essenza innominabile di tale principio di Unità fondamentale, “Amor che move il Sole e l’altre stelle”.
Ci rigeneriamo quando andiamo al di là dei nomi e delle forme (Namarupa) che ci costringono in false identità, su tutte il corpo-mente.
Ci rigeneriamo quando ci immergiamo con presenza piena in ambienti di natura ricchi di prana, energia vitale, dove poter ampliare il respiro non solo nei polmoni, ma anche nella prospettiva delle cose. Davanti al mare, la ricchezza di ioni negativi nell’aria che veicolano la vitalità energetica (prana) è al massimo. (Yoga e mare, i benefici della "pratica oceanica")
Ci rigeneriamo in Ananta Samapatti, contemplando l’infinito, immergendo la mente nel cuore e in orizzonti che si estendono, dimorando senza fretta nell’apertura stessa, abbandonando la pretesa di sforzo personale e procedendo con grazia nell’oceano dell’ignoto in sospensione di reazione, pionieri di osservazione equanime e di stupore senza censura. La contemplazione è la porta suprema.
Contempliamo le sensazioni del corpo assumendo la postura (asana) che è una posa della mente e dell’anima sul mistero dell’esserci, un mistero sempre nuovo mai ripetitivo da attraversare sempre nuovi mai ripetitivi, come? Scomparendo, essendo talmente tanto da non essere più nulla, nulla di definitivo e vincolante … quando anche l’ultimo frammento di sé ha trovato, riconoscendola, la via maestra del Sé.
Tra le pieghe di un corpo che si risveglia alla vitalità rilassata, di una mente senza arroganza che ritrova la chiarezza trasparente di un lago senza increspature e la calma rasserenante di una eco nel vento che risuona senza trattenere, si compie il rito della rigenerazione yogica, una gratitudine sollecita nel respiro che accompagna il cambiamento di rotta. Ci ri-posizioniamo (asana) nella giusta visione (ad Est, quella dell’orientamento, Oriente, sorgere del Sole, sole che illumina le tenebre dell’ignoranza/avidya).
Ci rigeneriamo perché torna a splendere il sole dentro di noi. Senza essersi mai spento, siamo noi che ritorniamo a Casa.
Perché pratichiamo lo yoga | Gérard Blitz Un maestro del nostro tempo
La prima volta che si sperimenta il corpo vuoto
ESTATE 2025 PORTO RECANATI YOGA DAVANTI AL MARE
RIGENERAZIONE GRATITUDINE RESPIRO
Da luglio, all'alba e al tramonto due incontri alla settimana, davanti al mare per riconnetterci al "sentimento oceanico" del nostro vero Sé. E' pratica "avanzata" ogni movimento che ci porta più vicini al riconoscimento del nostro vero Sé. Il Sé non è un obiettivo esterno da raggiungere ma la base essenziale alla quale tornare. Il nostro stato naturale. Connettersi alla nostra vera natura è Yoga, Unione a tale essenza libera, non condizionata, ampia, rilassata, quieta, spaziosa, atemporale.
"Yatha pinde tatha brahmande
Yatha brahmande tatha pinde"
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