04 marzo 2019

Perché il poeta compone versi? La visione taoista del WU WEI


“Perché il poeta compone versi?” 

“Sì, Maestro, perché? ” 
Egli si mise a ridere allegramente e replicò: 
“Perché il mare rumoreggia? Perché l’uccello canta? Lo sai tu, figlio mio?” 
“Perché non potrebbero non farlo, Padre, perché essi debbono esprimere in tal modo la loro natura. È Wu-Wei ”. 
“Senz'altro. Ebbene, perché dovrebbe essere diversamente per il poeta?” 
Riflettei un momento, ma non avevo ancora la risposta pronta. 
“Sì, potrebbe anche andare diversamente. Un poeta può cantare per concorrere alla creazione di una Letteratura in un paese in cui essa è morta. Ecco un motivo che può apparire valido per quanto sia, in fondo, impuro. Alcuni poeti, poi, cantano per conquistare la gloria, per divenire celebri, per essere coronati di lauro splendente, per attirare il limpido sorriso di fanciulle bionde che cospargono di fiori il loro cammino. ” 
“Cerca di esprimerti con maggiore chiarezza”, disse il Saggio. “E non profanare parole che devono essere sacre fra di noi. I poeti che cantano per simili ragioni non cantano affatto, e non sono affatto dei poeti. 
Il poeta canta perché canta. Se obbedisce a un qualche scopo non è altro che un dilettante ”. 

[...]  Le espressioni piene di anima del poeta fluiscono senza sforzo, proprio perché "piene d'anima". Tutto considerato non esiste alcuna forma poetica definita, poiché un poema che sorghi spontaneamente dalla Fonte si muove animato dalla sua stessa forza e non obbedisce a nessuna legge umana prestabilita. La sola legge è che non c'è alcuna legge.

[...] Tieni presente che io intendo la parola "poeta" nella sua accezione più elevata. Un poeta non può vivere che per la sua arte. che egli ama in quanto arte, e non come mezzo per assicurarsi vaghe soddisfazioni terrene. Un poeta vede gli uomini e le cose nella loro essenza più semplice, a tal punto di giungere quasi a toccare Tao, se così si può dire. L'uomo comune non distingue che confusamente ciò che lo circonda, come attraverso una fitta nebbia. Il poeta non si sbaglia"

[...] Ne consegue che il poeta non si dispera quando è disprezzato dalla folla e non esulta quando viene festeggiato. tutto questo non è altro che il decorso naturale di effetti le cui cause gli sono ben note. Non si può neppure dire che il giudizio delle masse gli sia indifferente: esso non esiste per lui. Così pure, egli non crea le sue opere per il pubblico, ma perché esse nascono spontaneamente in lui. Non ode nemmeno il frastuono dei commenti degli uomini sulle sue opere; egli ignora se è celebre o dimenticato. la celebrità suprema consiste nel non averne affatto. 

Testo tratto da Henri Borel, WU WEI - La storia del Saggio che aveva penetrato i segreti del Cielo e della Terra
"Un libro iniziatico e nitido scritto da un autore della famiglia di Hesse e Castaneda" (Giuseppe Conte) 


Ideogramma del Wu Wei: "azione senza azione" "azione senza sforzo" "azione naturale"


L’assenza
è pazienza d’infinito
quel desiderio tangibile
di tutte le volte
che non ci sei
Amore
perché sei invisibile
e il tempo ti commuove

(da Il mestiere del dare, Aracne 2018) 

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Xilografia di Katsushika Hokusai (1760-1849) (stampa) - 'Tagonoura Ryakuzu' dalla serie 36 vedute del monte Fuji - Giappone - circa 1960 (periodo Showa) Titolo: Tokaido Ejiri Tago-no-ura






La prima volta delle cose
è un presagio d’intesa senza nome
l’aria non è mai troppa quando
si impara a volare
la prima volta delle cose
è uno specchio che riflette
contorni di sola anima
la luce non è mai troppa
quando si vuole dipingere il sole
la prima volta delle cose
è un sibilo lunare controvento
il buio non è mai abbastanza
quando si vogliono contare le stelle
la prima volta di noi
è un disvelamento di silenzi
i baci non sono mai troppi
quando a baciarmi sono
parole mai dette

(da illogicaMente, Aracne 2018)

IllogicaMente
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Varanasi, foto ©Cecilia Martino

"Mi godo ancora per un momento la mia assenza dal resto del mondo, come se una cerimonia privata dentro di me avesse avuto luogo in simbiosi con le minuziose movenze del bramino, a me ancora ignare, come se la brezza leggera che stuzzicava i rami degli alberi nel folto giardino circostante congiungesse le mie solitarie invocazioni a quelle provenienti dalla riva del Gange, che risuonavano nell'aria come una eco svincolata da qualsiasi origine, quasi fosse un sillabare dell'universo, uno sbadiglio del cielo, una risata del vento, un appello della terra dal rischiarare dell'alba in poi. Riaprendo gli occhi, tutta la stanchezza del giorno prima e della breve notte di riposo è scomparsa. Sono pronta a sciogliermi nuovamente nell'indistinto magma del fuoco di Varanasi"

(da "Un qualsiasi giorno a Varanasi", Amazon Kindle




















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"Vedi siamo appena al principio, 
con mille e un sogno dietro di noi 
e senza azione" 
(Rainer Maria Rilke)

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