Se stai leggendo queste righe, in qualche modo ti stai parlando con la visione del martin pescatore, lucente volatile dal tempismo perfetto...
Apparsomi oggi come miraggio in un luogo a dir poco inusuale per questo volatile, ne traggo meraviglia e stupore concedendo spazio al canto del richiamo animico di cui ogni cosa è intrisa. A me piace chiamarla poesia naturale della vita. Inizio dal racconto estemporaneo dell'incontro, così come l'ho trascritto poco dopo essermi nutrita della sua bellezza impermanente.
È appena accaduta una cosa bellissima.
Il volo planato di un martin pescatore sulle onde vicino alla riva ha incrociato il mio sguardo mentre andavamo nella stessa direzione… Il mio sguardo per la verità è stato attratto da un luccichio azzurro splendente quasi fosforescente, un blu intenso come brillante di sole, sulla cresta dell'ondeggiare del mare. Questione di istanti e ho compreso essere un volatile, un uccellino sì, ma il suo ritmo era qualcosa di straordinario, sembrava tamburellare nel vento veloci istanti di gioia. Non sono riuscita a staccargli gli occhi di dosso fino a quando non si è adagiato su uno scoglio in lontananza (lo stesso dove mi sono adagiata anche io dopo "la visione") per poi scomparire definitivamente.
Poteva sembrare un colibrì per la velocità del batter d'ali…
Attonita e colma di stupore, mi sono fermata più a lungo in quel tratto di spiaggia dove mi ha voluto far visita questo essere meraviglioso, in sé stesso bello e pieno di grazia nella sua parte visibile, e pure tanto prodigo e impeccabile nel suo aspetto invisibile con il quale il mio respiro sta ancora dialogando.
Niente accade a caso, e il tempismo di un incontro, specie se così straordinario non può passare inosservato. Non per me, almeno.
I luoghi di natura e gli spiriti della natura sono benedizioni e nutrimento costante.
Incontro straordinario perché il mare non è esattamente il luogo di appartenenza del martin pescatore, piuttosto laghi, fiumi e torrenti… Probabilmente era di passaggio tra i fiumi Musone e Potenza che abbracciano il territorio di Porto Recanati.
Chissà.
"Eccomi sono qui per te" , cinguetta quel nobile esserino dal piumaggio del mio colore preferito, a cui fa eco lo stupore muto del mio rispondergli "eccomi, sono qui per te".
E di tempismo poeticamente "parla" il martin pescatore.
Il suo canto di prosperità e abbondanza, gioia e spensieratezza, buona fortuna e ispirazione potenziata, dono della visione, nuovo inizio.
Più che estasiata, riconoscente alla vita in ogni gesto di insensata bellezza ci vedo il coraggio di vivere per davvero.
"La dimora nella propria vera natura, simile a una fiamma di conoscenza, dopo aver completamente abbandonato gli oggetti sensoriali, è chiamata lo stato naturale."
(Ramana Maharshi)
IL BERSAGLIO E LA MAESTRIA DELLA PAZIENZA
Ciò che contraddistingue questo meraviglioso uccello è, oltre all'evidente piumaggio dalle tonalità azzurre-turchesi-blu (puoi approfondire qui sul simbolo del blu) così lucente da essergli valso l'appellativo di "uccello che brilla", la sua capacità di pescare in maniera decisa, diretta, impeccabile la sua preda, tuffandosi a capofitto nel momento esatto, opportuno e funzionale allo scopo. Né prima né dopo. Tempismo perfetto, un bersaglio che fa pieno centro. Ecco perché fin dai tempi antichi questo uccello veniva considerato simbolo di abbondanza intesa come opportunità.
Cogliere tempestivamente opportunità che si presentano non vuol dire sforzarsi compulsivamente per ottenere qualcosa, ma perfezionare il tiro, la visione, la mira e il giusto momento di agire verrà spontaneamente. A voler andare ancora più in profondità, non c'è nulla da perfezionare: nello stato naturale vige sempre l'armonia, la ritmica più funzionale al momento presente, senza tentennamenti. Il perfezionamento è un concetto anch'esso, e nella sua estensione di "perfezionismo" sappiamo quanto possa essere deleterio e contropoducente. Il martin pescatore non sbaglia un colpo perché è connesso al momento presente in tutto e per tutto. Si potrebbe dire che è un buon osservatore e sa attendere il momento più opportuno, dote rara la pazienza per la specie umana, molto sviluppata invece nel mondo animale e vegetale.
Ecco, il martin pescatore lo vedo simile a un tiratore Zen di arco che fa centro con quell'unico gesto giusto di cui gli arcieri Zen dicono: "un colpo, una vita".
La danza a pelo d'acqua a cui ho assistito stamattina, pareva soffiarmi nel petto la leggerezza del "tuffati senza paura nella vita che sei, abbi cura di splendere e affina la visione, il resto verrà da sé, sii pazientemente vigile".
Il volo è a scatti, rapido e deciso, ma a tratti quasi immobile (magia di ritmiche di cui la natura è suprema maestra), uno stazionamento in aria che viene definito "volo a spirito santo".
Saltellare e balzare, con la grazia di una chiara visione e il coraggio nel cuore forse occhieggia - come solo il martin pescatore sa fare! - al "salto quantico" "salto coscienziale" "salto evolutivo" di cui tanto e forse troppo si parla?
Certo è che la vista del martin pescatore è estremamente sviluppata dal momento che i suoi occhi possiedono due fovee (regioni della retina di massima acutezza visiva), una per la visione in ambiente aereo, l'altra in ambiente acquatico.
Questa sua capacità di transitare tra i tre mondi (aereo, acquatico e terrestre) ne fa anche un simbolo sciamanico molto potente. Richiama l'abilità di dialogare con l'anima, con l'aspetto invisibile delle cose, con il Grande Spirito che tutto permea, richiamo all'equilibrio tra gli aspetti del divenire manifesto e il non manifesto, essere senza tempo.
Di indole solitaria, diurna e sfuggente, difende il suo territorio con molta energia.
Quanto ci prendiamo cura del nostro ambiente interiore? Quanto "difendiamo" le necessità dello spirito, della vocazione, dell'anima?
Questo magico esserino dai colori sgargianti che saltella a volo di spirito santo ci sta ricordando parimenti l'importanza del radicamento.
La cura del terreno interiore, del nido, il focolare dove tenere accesi i fuochi, il calore della vita, il fuoco alchemico della luce interiore.
Io vengo dalla spina dorsale
delle farfalle,
e tu
da dove vieni?
(Franco Arminio)
Se sei arrivato, arrivata fino a questo punto della lettura, concediti ancora qualche momento di pura bellezza per nutrirti con le vibrazioni di queste parole, forse ti "appartengono" più di quanto immagini in questo preciso momento, oppure no. Fanne ciò che più ti è utile, oppure spicca il volo, come farebbe l'impeccabile martin pescatore.
Prima di tutto, fermati solo il tempo di chiudere un momento gli occhi, prendi un respiro profondo, rilassati e leggi, ascolta il canto e non cercare di capire niente. E' tutto perfetto.
"La Poesia è fatta per risvegliare la vita che sonnecchia nella gente.
Dare risposte poetiche alle situazioni di vita non vuol dire non avere più problemi, ma i problemi non saranno più visti come tali.
È un cambio di visione.
È una vita senza filtri".
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"Te lo devo confessare:
se ho conosciuto la gioia sulla terra l'ho trovata,
sempre e ovunque, in questo sguardo interno,
negli istanti profondi, senza tempo,
rapinosi e perciò indescrivibili
di questo divino guardare"
(Rainer Maria Rilke)
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