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27 luglio 2018

Pleniluni, Eclissi, Noviluni | Dove il vero spettacolo accade?




I fenomeni dell'Universo ci richiamano alla nostra essenza di splendente vacuità. Luce, oscurità, giorno, notte, nuvole multiformi e cangianti, stelle cadenti, tutto scorre, passa, danza senza pretesa di rimanere, sorge e tramonta, luccica e si spegne. Niente permane se non la forma di coscienza immutabile, amorevole, beata, che permea a tutta questa molteplicità. L'Intelligenza spontanea della Vita.

È beatitudine immensa poter contemplare i fenomeni della Natura ricordandosi che il nostro stesso corpo è in relazione biologica con l'Universo, che non c'è nulla di personale in noi, che i nostri organi sono intrisi di sostanza cosmica, i nostri sentimenti sono elementi, come il fuoco, l'acqua, il vento e la terra, ci nutrono o si impossessano di noi a seconda del terreno che trovano. Lasciamoci fertilizzare dalle beatitudini di una vita impersonale, e tutta la nostra vita avrà il sottile spessore dell'intero Cosmo. 


Permettiamoci la vastità dell'esistenza, sensibili e ricettivi alla nostra vera natura che è spaziosità, luminosità, silenzio, quiete.




Stasera, come ogni sera, oggi come ogni singolo istante, potremmo partecipare della naturalezza con cui certe cose accadono e, rimanendo nell'apertura senza pretese, aspettative o interpretazioni, lasciarci andare. 

Potremmo quindi condividere lo spettacolo dei cieli rimanendo in silenzio, senza commentare anche se siamo in compagnia, in gruppo, semplicemente accogliere ciò che accade senza voler aggiungere nulla, senza commenti, senza interpretazioni, valutazioni…



L’ego cerca sempre complici con cui condividere i suoi punti di vista, foss'anche su un bel tramonto, un’alba o una eclissi di luna. Spesso è la socialità convenzionale in cui siamo immersi che ci induce a confrontarci, a scambiarci opinioni etc. ma stasera - o in una sera a nostra scelta - mettiamo da parte tutto quello che pensiamo di essere o non essere, tutto quello che abbiamo letto sui significati della luna e dell’eclissi, di noviluni e pleniluni, nessun presagio da decifrare, nessun cataclisma epocale, nessuna conseguenza su di noi… Denudiamoci dagli orpelli mentali, non aggrappiamoci a nulla, proviamo a dimorare per qualche ora nella trasparenza dell’essere. Tutto è simbolo, indicatore di una realtà ben più sostanziale in cui non c’è niente che abbia "significato". 

La vita non ha senso, questo è il punto. 
La Vita è
La Vita vive.

Noi siamo vita, e tutto quello che pensiamo di essere è una parte molto ma molto limitata di noi, oltre che spesso assai fuorviante. Dunque, accogliamo le meraviglie del Cielo di ogni notte mescolandoci con esse, non facciamone oggetto della nostra osservazione giudicante. Rimaniamo nella presenza vigile, è lì che il vero spettacolo accade! 


"I miei occhi ricevono la tranquillità del cielo, ed ecco che sento passare in me ciò che sente un albero le cui foglie, semiaperte come coppe, straripano di luce.
Un pensiero torna frequentemente nel mio cuore, come questa bruma che sfiora i prati, mescolandosi al mormorare dell'acqua, agli stanchi sospiri della brezza.
Immagino d'avere già vissuto nell'infinito delle cose di questo mondo e che, a questo infinito, ho dato i miei amori e i miei dolori".  
(Rabindranath Tagore)

Dove si trovano la gioia, l’amore, la creatività e la vitalità? Essi sono nascosti nella immobile pausa fra la percezione e l’interpretazione” 
(Eckhart Tolle)

"Dove sei? Qui - Che ora è? Adesso - Che cosa sei? Questo momento"



Canto alla Luna



La luna a cui mi rivolgo
non ha né forma né colore
né lucentezza né chiarore
non oscura né abbaglia
non ammalia né illumina
non seduce né innamora
non ispira né respira
non traduce sogni, ricordi o speranze
in incantesimi o malie
non fantastica con il mio cuore
non mi riduce né mi estende
non fa l'amore nè la guerra
non alza né abbassa le maree
né la temperatura del mio corpo onirico
non accoglie ululati né preghiere
non finisce dove inizia il cielo
non si specchia in nessun lago
dal riflesso incantato
non si unisce al mio grembo per fecondarlo
non allatta i miei sentimenti
con sangue, ovuli e fermenti
non si presta a tutte le allucinazioni
che la mente ha creato
la luna a cui mi rivolgo non esiste
dentro a tutte queste parole
è il mio canto silente
di quando sono nuda e trasparente
e mi abbraccia come fosse una circonferenza cava
la mia danza dell'amore

(Inedito, Cecilia Martino)


A CHI AMI REGALA POESIA!




30 gennaio 2018

CANTO ALLA LUNA



La luna a cui mi rivolgo
non ha né forma né colore
né lucentezza né chiarore
non oscura né abbaglia
non ammalia né illumina
non seduce né innamora
non ispira né respira
non traduce sogni, ricordi o speranze
in incantesimi o malie
non fantastica con il mio cuore
non mi riduce né mi estende
non fa l'amore nè la guerra
non alza né abbassa le maree
né la temperatura del mio corpo onirico
non accoglie ululati né preghiere
non finisce dove inizia il cielo
non si specchia in nessun lago
dal riflesso incantato
non si unisce al mio grembo per fecondarlo
non allatta i miei sentimenti
con sangue, ovuli e fermenti
non si presta a tutte le allucinazioni
che la mente ha creato
la luna a cui mi rivolgo non esiste
dentro a tutte queste parole
è il mio canto silente
di quando sono nuda e trasparente
e mi abbraccia come fosse una circonferenza cava
la mia danza dell'amore

(Cecilia Martino)



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www.ceciliamartino.it - FUORI DAI LUOGHI COMUNI




Beethoven - Sonata Chiaro di Luna 






08 luglio 2017

Allunaggio! Cosa chiedere alla Luna per farci un regalo "salvavita"



Il Plenilunio è un momento carico di possibilità. Se si ha la pazienza e la cura di accordarsi con i ritmi naturali del cosmo di cui facciamo parte, non si tarderà a percepire l'enorme magma fluido delle risorse interiori che ciascuno/a di noi possiede. Ogni "passaggio" dei grandi fenomeni naturali è un momento denso di possibilità: l'alba e il tramonto, l'aurora boreale, l'alta e la bassa marea, persino la terra che trema. E' il movimento di cui non si può fare a meno per … evolvere. Per espanderci e diventare vaste/i, come l'universo. D'altronde, non c'è nessun luogo esterno che non sia un luogo della psiche che noi abitiamo più o meno inconsapevolmente. "Come sopra, così sotto" di Ermete Trismegisto è una delle più sintetiche e incisive massime a cui varrebbe la pena concedere attenzione in ogni momento delle nostre vite. Che sta anche per "come dentro, così fuori". 


Nella fase della sua massima visibilità, la Luna è pronta ad abbracciarci in un ruggito che ha molto a che vedere, anzi tutto, con il "richiamo della foresta", quella nostalgia di casa da cui spesso rifuggiamo, per paura del dolore e di andare a fondo a quella tristezza, malinconia o sobrietà di esistere, per paura di assumerci responsabilità che ci riguardano nell'intimo e riprenderci in mano la vera libertà. 


Sapete che unica responsabilità abbiamo? 

Quella di splendere, nei momenti di piena come in quelli di vuoto, nei momenti delle altitudini come in quelli di caduta, nei momenti in cui ci sentiamo Wonder Woman come in quelli in cui a malapena ci sentiamo. Accogliere ed amare la vulnerabilità propria del femminino è il primo ma forse anche l'unico passo a cui affidare il nostro ululato più intimo. 




Vulnerabilità  che non è debolezza piuttosto la maestria che abbiamo congenita nel sangue (mestruale e non) a una resilienza più grande: quella dell'arrendevolezza ai cambiamenti, all'eterno fluire delle cose. Al Surrender, la resa, l'abbandono, tutti sinonimi di "Morte". Arrenderci alla morte è restituire vita alla nostra vita. E' restituirci l'integrità e l'abbondanza nutrendo il sopra con il sotto, la luce con l'ombra per rimanere nel linguaggio del Trismegisto. Hillman parlerebbe di Daimon e Jung di Ombra, i Greci di Ade, Caronte e dello Stige, gli Egiziani di Anubi, Osiride e Thot, gli indiani di Durga, Rudra o Kali (gli "aspetti terrifici" delle divinità), e via dicendo. Scegliamo pure il linguaggio che ci fa maggiormente vibrare e ci risuona di più ma, soprattutto, scegliamo di "far parlare il corpo" bandendo teorie e concetti e restituendoci alla verità di carne, pelle e sangue, di organi, visceri e respiri. Se lo Spirito si è "fatto carne" un motivo ci sarà.



La Donna Scheletro della fiaba magistralmente raccontata da Clarissa Pinkola Estés si rimpolpa mediante il cuore-tamburo dell'amante- pescatore che l'ha tirata fuori dagli abissi, la lacrima della compassione che scende sulla guancia di lui durante la notte e il respiro dei loro corpi uniti, pelle a pelle. Quale metafora più accattivante del matrimonio mistico, dell'unione degli opposti, dell'interezza da ricomporre prima di tutto dentro di noi sposandoci con i nostri demoni-amanti!  
Il "fare anima" non può che passare attraverso la materia, per smaterializzarla, renderla evanescente come il riflesso della luna sull'acqua. 

Essere come acqua che scorre, multiformi e aperte alla trasformazione, pronte a morire ogni giorno a ciò che ci fa più comodo e abbracciare la nostra natura lunescente che ci apre al  Mistero e all'Ignoto. In questa foto sono davanti al Rio Santiago, uno degli affluenti del Rio delle Amazzoni, in Ecuador

Alla Luna Piena - ma anche alla Luna Nuova e alla luna nelle sue fasi crescenti e calanti - chiediamo pertanto di splendere come lei, di inabissarci come lei, facciamoci accogliere dall'anima selvaggia che scalpita per donarci integrità e abbondanza a tutti i livelli dell'essere. Ricordiamo le parole di Clarissa Pinkola Estés. 


Siamo pervase dalla nostalgia 
per l'antica natura selvaggia... 
Ci hanno insegnato a vergognarci 
di un simile desiderio... 
Ma l'ombra della Donna Selvaggia 
ancora si appiatta dietro di noi, 
nei nostri giorni, nelle nostre notti. 
Ovunque e sempre, l'ombra che ci trotterella dietro 
va indubbiamente a quattro zampe 

(Donne che corrono coi lupi)


Torino, Parco del Valentino Foto ©CECILIA MARTINO


Non è sulla debolezza che bisogna concentrarsi, ma sulla forza di cui disponiamo, una forza interiore che abita il corpo fisico, alimenta i sentimenti e permea i pensieri. Meno condizionamenti lasciamo agire, più questa Forza si attiva in noi, senza sforzo appunto. E’ una forza vitale e cosciente che agisce attraverso di noi, e non malgrado noi.

Come ho già scritto altrove:

"C'è una forza che spinge ininterrottamente verso l'evoluzione, è la vita più forte di noi e di qualsiasi schema mentale, è la forza viscerale di un istinto che progredisce sempre verso la sua meta più alta. Per cui, meno cervello e più viscere. Le più grandi intuizioni nascono dal cuore, non dalla mente... Comprendere con le viscere non vuol dire tornare a uno stato brado di istintualità irresponsabile, ma vuol dire tornare a "conoscere con il corpo", accordarsi con quella intelligenza cellulare che restituisce potere all'anima selvaggia che scalpita dentro le gabbie anguste delle troppe teorie mentali".

E ancora:

"Eccoli, i nuovi nomi, i Numina del mio femminile sacro. Eccola, mi sono detta, la forza del mio essere donna (THA): quella luna che a volte si vede a volte no. La forza della mia debolezza, l’amazzone al galoppo. Amazzone magari ferita, ma libera di ascoltare il vento. Ed eccola, la forza del mio essere uomo (HA) – no, nessun supereroe: quel compagno che lascia essere la sua donna incontenibilmente se stessa, senza alcuna pretesa, timore o speranza, quell'ardore che mantiene in vita i sogni di lei e non il fuoco che li incenerisce, la forza di volontà che sostiene l’incedere creativo e irrazionale della sua controparte femminile. La bellezza degli amanti divini eternamente congiunti nell'abbraccio erotico: non hanno altro a cui tendere se non l’abbraccio che li fonde". (Tratto da Cecilia Martino, Quando ho scoperto di essere donna)

Luna Piena sul Mar Ionio, Bianco (RC) Foto ©CECILIA MARTINO

L’unico ateismo possibile è quello di non credere più a questa forza, all'anima umana dentro al corpo umano che spiritualizza la vita e consente di deificarla in ogni suo aspetto. Non esiste alcun dio all'infuori di noi. Il divino è immanente ad ogni cosa. Se non crediamo in dio vuol dire che non crediamo in noi stesse/i ed è questa fiducia in noi stesse/i che dobbiamo recuperare e potenziare al massimo livello. Siamo qui per progredire, e l’unico progresso possibile è tornare a nutrirci del nutrimento divino dell’amore. Divino sta per invisibile, spirituale, animico. Per tutto quello che, nell'ombra, preme per venire alla luce nel fluire incessante del cambiamento di cui la Luna è regina e simbolo supremo con le sue fasi cicliche. 


Lasciamoci nutrire dalla Luna, maestra di alchimia trasformativa, durante i Pleniluni, i Noviluni e ogni santo giorno della nostra vita. Torniamo con lei alle origini più ancestrali di noi. Quale luogo è più originario dell'anima? Facciamoci un regalo, torniamo ad essere davvero originali!

Essere originali è lasciarsi ispirare costantemente dall'origine delle cose, dalla loro essenza, dall'Anima, appunto, è essere entusiasti (entusiasmo, dal greco: [en] dentro [thèos] dio. Il dio dentro) e, pertanto, liberi. E’ essere credibili, senza fare nemmeno nulla di così eclatante. La vera originalità non è esibizionismo ma irrefrenabile spinta a trasformare tutta la propria vita in un’opera d’arte fin nei minimi dettagli, senza escludere niente, nemmeno le incombenze della vita quotidiana.

Si può scegliere un ideale da perseguire nella vita o di fare di tutta la vita il proprio ideale. Io vi consiglio la seconda strada, con l’augurio di sempre: "che tutto in Te sia gioia, questa è la tua meta" (Sri Aurobindo)




NUT: la Dea egizia del cielo notturno ci rammenta di aprirci ai misteri della vita e all'inconoscibile, e di fidarci del fatto che un flusso superiore ci porterà ciò di cui abbiamo bisogno. (Bellissima nella sua posizione - sembra una asana di yoga - a ponte rovesciato! E dal suo seno partorisce le stelle ...) 


Poggiando le punte delle dita e dei piedi sulla terra
si inarcò nella sua bellezza cosmica,
creando la volta celeste.
Le lacrime che uscirono dai suoi occhi
divennero il Nilo.
Le stelle brillando di luce smeraldina
si disposero seguendo la forma del suo corpo,
la parola bellezza posta come un glifo
tra le sue sacre corna.

La terra sta come un nido fra le sue cosce,
quando ogni mattina partorisce il sole,
ed ogni sera lo prende di nuovo dentro i sé,
come ogni mortale che ritorna a lei,
quando è terminata la durata della sua vita.
La sua immagine stellata è la volta di ogni tomba,
riprodotta nel sarcofago dove il morto riposa,
quando lei si sporge dal celeste sicomoro
per placare la sete di vita nell'aldilà.

(Inno citato da M. Stone 
nella traduzione italiana 
di Luciana Perkovich, 
da Il Cerchio della Luna)

Consigli di letture... lunari

SPLENDIDO VIDEO DI HINDI ZAHRA 

Conoscete Hindi Zahra? 
Ve la racconto un po' qui: 





The moon is full for you and I
The moon is full for you and I
Birds are flying high

Birds are flying high

This is the beginning of an endless love
And we know it now
This is the beginning of a brand new life
With an open heart
I will tell it to the moon
And sing it to the sky
I know that the best thing is you and I

The moon is full for you and I
The moon is full for you and I
Birds are flying high
Birds are flying high
Roses of May
The sky of June

When April sings for the summer afternoon
You took me there with songs and lullabies
You saved my soul from drowning in the night








Luna, Corpo, Amore
La trasformazione dell’energia femminile attraverso il sangue e le emozioni
Voto medio su 5 recensioni: Da non perdere

Luna Rossa
Capire e usare i doni del ciclo mestruale
Voto medio su 30 recensioni: Da non perdere

Il Risveglio della Dea
Il potere sciamanico delle donne. La via femminile alla guarigione
Voto medio su 15 recensioni: Buono

14 novembre 2016

MEDITARE CON LA LUNA PIENA: IL RITUALE DELLA MORTE MISTICA

Riflessi di Luna Piena sul mare, 13 agosto 2011 - Bianco (RC) ©CECILIA MARTINO



























"Cecilia che tipo di meditazione consigli per stasera?" Condivido la risposta data in privato, e che ho appositamente ampliato per la condivisione pubblica. Magari può servire da ispirazione a chi volesse cimentarsi con l'immaginale!

Il nostro "obiettivo" con la meditazione è sempre lo stesso: smaterializzare la realtà oggettiva per sciogliere tutti gli attaccamenti che sono le false illusioni dell'Io che creano sofferenza.


Utilizza la forza visionaria del simbolo lunare per fare questa operazione (che è un rituale sacro) di ridurre all'essenza tutto ciò che ti crea disagio (emozioni, pensieri, persone, situazioni).

Inizia sempre con qualche minuto di respirazione consapevole perchè più sei in stato rilassato e più sei ricettiva e meno il controllo mentale fa presa. Fai la respirazione che avevo descritto per le Nove Notti del Femminile Divino (Pratica del Surrender alla Madre)

Poi man mano che senti le funzioni fisiologiche rallentare (respiro più calmo, profondo e sottile, battito cardiaco più lento), fissa l'immagine della luna piena e della sua luce chiara all'altezza del terzo occhio e lascia che tutte le eventuali sensazioni che si producono semplicemente vengano assorbite da quella luce chiara. Rimani sempre nell'assenza di giudizio, lascia semplicemente che la luce chiara riassorba ogni cosa che si produce spontaneamente e tu rimani nello stato in cui svuoti di significato qualsiasi cosa sopraggiunge, come quando stai per addormentarti, sei molto stanca, il corpo è abbandonato piacevolmente, senti che stai per addormentarti ma sei ancora vigile e tutto ciò che ti arriva è come ovattato, privo di senso personale. Ecco, amplifica questa sensazione di de-personalizzazione che la respirazione consapevole prolungata aiuta a mantenere e procedi con la visualizzazione "luna piena /chiaraluce bianca/dissolvimento sensazioni" (samskara) finché vuoi, godendo del tuo stato di quiete.


Dentro questo nuovo amore, muori.
La tua vita comincia dall'altra parte. Diventa il cielo ...
La tua vecchia vita era un frenetico fuggire dal silenzio.
La luna piena, senza parole, sorge adesso! (Rumi)

Sei pronta per atterrare, anzi "allunare" in Nirodha, la terra di mezzo, Shambhalla, il luogo della splendente vacuità da cui hanno origine tutte le immagini e dove l'unica cosa che rimane, morendo a se stessi cioè alla personalità dell'Io attraverso il rituale della de-personalizzazione ("morte mistica") è l'amore. L'amore è l'atto supremo di darsi senza paura, di lasciarsi svanire, assorbire proprio come tutte le immagini dissolte nella luce chiara della luna piena. In questo luogo magico, che altro non è se non una dimensione della tua psiche, non può che regnare una profonda e totale pace. Perchè nemmeno il nulla può nuocere al nulla. La pace della splendente vacuità.

Leggi anche: LO STATOINTERMEDIO, QUELLA "GAFFE" CHIAMATA MORTE

Quando vuoi terminare l'esperienza, ringrazia semplicemente e ripeti a tutte le immagini che ti sono arrivate e che si sono dissolte nella luce chiara della luna piena e che sono state la voce della tua anima: 

ti ringrazio 
ti amo 
ti perdono
ti benedico
ho fede in te

Ricordate che qualsiasi pratica si intenda fare, la differenza tra un training autogeno e un rituale la farà sempre il vostro atteggiamento interiore: il sacro è nella relazione tra voi e l'anima, nella vostra capacità di darvi all'ignoto, senza paura. Fate in modo che ogni rituale che scegliete sia il simbolo del vostro rito sacro per eccellenza: la volontà di amare incondizionatamente.


Non possiamo vedere psicologicamente alcunché se non ci lasciamo coinvolgere:
 non possiamo essere coinvolti in alcuna cosa se questa non entra nella nostra anima.
La riflessione può fare coscienza, ma l'amore fa anima. (James Hillman)

Buon plenilunio!



Nella foto: Riflessi di Luna Piena sul mare
 13 agosto 2011 - Bianco (RC) 
©CECILIA MARTINO La foto è tratta da 
questo post poietico sul "Fare anima" 



Letture consigliate

"Mindfulness immaginale" di Selene Calloni Williams




“Voi non ve ne potete ricordare, ma io sì!”.
Quelli sì che erano bei tempi, 
quando si andava ad estrarre il latte lunare,
quando tutti ammassati sulle barchette,
ci si arrampicava sulla scala a pioli 
e ci si trasferiva nell'orbita lunare! 
E si stava lì, in piedi, dalla terra si appariva a testa in giù, 
ma ci si sentiva perfettamente normali,
con la differenza che, meravigliosa, ci si vedeva
addosso la cappa del mare luccicante con la barca
e i compagni capovolti che dondolavano come un grappolo dal tralcio” 

(La distanza della luna - Italo Calvino)



E non dimentichiamoci che la Luna 
è "solo" un simbolo, 
una dimensione dell'anima
 una potenza di visione, una forza. 
La luna è fuori ma, soprattutto, è dentro di noi.

www.ceciliamartino.it

Tu sei un mistero vivente, un mistero che giace là dentro, dietro a tutto, radioso e libero dall'ipnotismo mentale