23 giugno 2022

Accogliere la vastità dell'insicurezza | Rainer Maria Rilke


Quanto la ricerca della sicurezza ha condizionato o condiziona tutt'ora la nostra vita? E' davvero un'attitudine ancora funzionale per l'evoluzione della specie umana, o anche semplicemente per coltivare relazioni armoniose con se stessi e con gli altri?

Le credenze dominanti del pensiero unico e lineare rendono scomoda la fluida vacuità della visione poetica, libera e intimamente rivoluzionaria. 

In questi tempi dove probabilmente il senso di sicurezza è venuto meno in un'esperienza globale di transitorietà e impermanenza, il punto non è più tanto ricercare la sicurezza (nelle cose materiali per giunta, "la casa costruita sulla sabbia" metafora dei Vangeli), quanto saper convivere con l'insicurezza, adottarne le sfumature più gentili che ci consentono di tornare a respirare l'essenza di cui siamo fatti ("la casa costruita sulla roccia" dello Spirito, le connessioni poetiche e invisibili con tutto ciò che c'è). 

Il mito della fissità a lungo termine (esteriormente enfatizzato nei campi del lavoro "fisso", residenza "fissa dimora", idee fisse scambiate per coerenza, etc. ) non combacia con l'aspetto più vitale che anima l'essere umano in quanto organismo letteralmente composto di natura (e più dell'80% di acqua), movimento, per estensione analogica: disponibilità al cambiamento, accoglienza del mistero e gratitudine del momento. Erranza di meravigliose possibilità. 

Ciò che si fissa, mortifica e contrae la naturale espansione della vita. 

Riconoscersi come entità vivente e non come meccanismo automatico di scelte indotte da condizionamenti spesso inconsci, da appropriazioni indebite, è un momento di grazia rivelatrice.  

"Nulla è durevole quanto il cambiamento. Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare. Tutto fluisce, nulla resta immutato" (Eraclito).


Rispondere poeticamente alle situazioni di esistenza personale indica un'altra via di uscita e di entrata, qualcosa di estremamente benefico e sempre attuale perché la Poesia si compie nell'istante, non ha scadenze, non teme la morte, si nutre di silenzio e sollecitudine di meraviglia.

Trascrivo le splendide parole di Rainer Maria Rilke, come meditazione sulle parole "sicurezza" e "insicurezza".

Affinché non rimangano solo parole vuote e congelate nel già noto, restituiamo corpo al suono da cui emanano, siamo presenti alle sensazioni che suscitano in noi, seguiamo i versi di questa melodia altamente ispirata scritta da Rilke, lasciamoci indicare una direzione e non inseguiamo un significato.  Non approcciamoci all'impercettibile carezza del canto poetico pretenziosi di soluzioni personali, lasciamoci trasportare dal presentimento grandioso che il tesoro della nostra interiorità ha in serbo per noi. 

Rainer Maria Rilke. Un Incontro
€ 13,00


Cara Ilse,

(…) Al di fuori di una poesia, di un quadro, di una metafora, di una architettura o di una musica, la sicurezza si può raggiungere forse solo a costo di una ben precisa limitazione di sé, chiudendosi nel recinto di una porzione di mondo che si conosce e si è scelta, in un ambiente che ci è noto e comprensibile, nel quale sia possibile disporre di sé in modo efficace e immediato. Ma possiamo davvero desiderare una condizione del genere? La nostra sicurezza deve invece in qualche modo trasformarsi in una relazione con il tutto, con il mondo nel suo complesso; essere sicuri per noi significa conoscere l’innocenza del torto e accettare la capacità del dolore di tramutare in forma; significa rifiutare i nomi per onorare, come fossero nostri ospiti, i singoli collegamenti e legami che il destino nasconde dietro ogni nome; significa nutrimento e rinuncia fino a sprofondare nello spirito, (…) significa non sospettare di nulla, non tenere nulla a distanza, non considerare nulla come un Altro irriducibile, significa spingersi oltre ogni concetto di proprietà e vivere di acquisizioni spirituali e mai di possessi reali (…). Questa sicurezza tutta da osare accomuna le ascese e le cadute della nostra vita e in questo modo dona loro un senso. Accogliere la vastità dell’insicurezza: in un’infinita insicurezza anche la sicurezza diviene infinita.

(da La vita comincia ogni giorno. Lettere di saggezza e commozione, Rainer Maria Rilke, L’Orma Editore, a cura di Marco Federici Solari)


Le radici organiche della Poesia | 5 spunti di incarnazione poetica

Come attualizzare la potente visione poetica di Rilke – Elegia VI – Il “puro segreto” del fico

Come tornare alla poeticità naturale della vita


"Ma la natura ha un più ampio fine, nella produzione di nuovi individui, che non quello della sicurezza, e cioè l'ascensione, o il passaggio dell'anima in più alte forme."

(Ralph Waldo Emerson, Essere poeta)



Il Mestiere del Dare
€ 8,00

IllogicaMente
€ 7,00

11 giugno 2022

Le radici organiche della Poesia | 5 spunti di incarnazione poetica


Incontrare la verità dell'altro e di noi stessi in un dialogo davvero aperto al mistero, rende umili. Vivere poeticamente è un atto di umiltà. Nell'ascolto sincero di poesie si annida il nettare dell'alchimia che fa riscoprire la Poesia dimenticata del quotidiano. Una evidenza invisibile che richiede il dischiudersi di ciò che ci rende più propriamente umani: la nostra sensibilità. 
Quando la poesia viene sentita con tutto il corpo, si attua un processo spontaneo. Di cosa? Vi invito a scoprirlo in esperienza diretta … 

SEGUIRE I VERSI

La poesia non ci chiede di credere alle parole, di credere "sulla parola" (come un atto di fede concettuale), ma di seguire versi (direzione, suono, ritmo) dunque di credere al sensibile non all'intellegibile. Percezione pura prima che diventi concetto, pensiero.
I contenuti, contengono. I versi, liberano.
Le poesie non pretendono di esprimere contenuti, piuttosto veicolano forze,  dipingono paesaggi interiori, sostengono ritmiche di respiro, pronunciano parole vibranti di suono. 
Dalle poesie si impara a lasciarsi andare, a non voler afferrare sempre tutto con il raziocinio della mente volitiva.
La parola poetica indica una direzione da sentire con tutto il corpo - il Verso - non impone significati precostituiti da interpretare concettualmente.  Ecco perché le poesie non vanno interpretate, tutt'al più intonate, emesse con il respiro ad alta voce o nell'intimità di un momento contemplativo. 


Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono tutto sempre così chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
e qui è l'inizio e là è la fine.

E mi spaura il modo, lo schernire per gioco,
che sappian tutto ciò che fu e sarà;
non c'è montagna che li meravigli;
le loro terre e giardini confinano con Dio.

Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani.
Voi le toccate: diventano rigide e mute.
Voi mi uccidete le cose. 

(Rainer Maria Rilke)





LASCIAR VIVERE LA SENSAZIONE

La poesia chiede di essere percepita non concepita, è fluida, vive nel flusso dell'istante.
Concettualizzare ristagna, percepire mediante il sentire fluidifica e fa scorrere.
Scorrere. Non correre,  avere fretta, sforzarsi.
Scorrere, senza sforzo, come una sorgente di acqua cristallina, come il flusso sanguigno quando non c'è contrazione, come emozioni non trattenute né concettualizzate, bensì semplicemente percepite, senza commenti, giudizi, comparazioni, voler trarre conclusioni. 



PENSARE NON DA' SOLUZIONI, RESPIRARE SI'

Emo-zioni, la radice sanguigna delle emozioni ci richiama alla radice organica della poesia. 
Poesia é fluire con la vita, includerla istante dopo istante, e non cercare di afferrarla con concetti preconfezionati. 
La parola poetica -  che è ritmo svuotato da significato limitante- ci richiama a tale assenza di sforzo né costrizione, ci invita a rilassarci nel sentire, non vuole essere capita bensì accolta in tutto il corpo. 
Lasciar vivere la sensazione nel corpo consente la liberazione delle energie. 
É un gesto di inclusione totale, non intellettuale, bensì letteralmente organico, una trasformazione cellulare. Se accolto, questo richiamo attua una alchimia profonda dentro e fuori di noi. Alchimia poetica, questo restituire alla parola la sacralità di una direzione (verso poetico, eterno presente cerchio e spirale) e sottrarla al meccanicismo di un significato precostituito, all'ostracismo del tempo lineare. La vastità interiore è il tempo mitologico dove un istante è tutta una vita intera e tutta una vita è un istante. 
Si può imparare a vivere senza pensare, ma non senza respirare. 
La poesia non chi chiede di credere ai pensieri, ma di tornare al respiro sacro del ritmo vitale.


NON PARLARE DI, MA PARLARE CON, E ABITARE


La poesia ci insegna senza pretendere nulla in cambio a parlare con le nostre sensazioni e quelle altrui, e ad abitare il silenzio. "Il silenzio è cosa viva".

Come ho scritto altrove:
"Ho sempre colto qualcosa di sacro nel non sapere cosa dire circa le mie poesie.
Esse stesse mi colgono di sorpresa, dopo che mi sono data alla loro origine in promiscuità con l'amante silenzioso, il riposo è necessario.
Come tirare i remi in barca, e lasciare la deriva quieta nella direzione del ritorno. È un atto senza difese.
Dare spazio alla realtà propria di un momento ingiustificato. Magari mi commuovo, questo sì.
È lo sguardo che parla, pupille introiettate nel vuoto senza risposte. È solo la domanda che resta, vibrante sinfonia di fondo, pagina bianca ricapitolando l'impronunciabile.
Ma ho imparato le sillabe che sostengono il moto della vita, e la poesia che tiene il mio corpo unificato al ritmo universale.
Su questi accenti, ancora ho qualcosa da dire. Anzi, da dare".  (Cecilia Martino)

"Voi date ben poco quando date dei vostri beni.
E’ quando date voi stessi che date davvero" . (Khalil Gibran) 


 


LEGGERE AD ALTA VOCE 


Un altro aspetto dell'alchimia poetica è quello dell'oralità, il suono emesso restituisce vitalità alla parola poetica che nasce dal silenzio e torna al silenzio, non prima di emanarsi come Suono.
Ecco perché la vera "magia" della poesia si compie con la lettura ad alta voce, con il fiato che emette nuovamente fuori (esalazione) il respiro da cui il timbro poetico ha preso letteralmente vita. 
Il respiro che si fa verso, direzione di vita.
Il 
cerimoniale della sacralità del gesto poetico iniziatico. 
Dare fiato alle parole poetiche, dare vita a una narrazione diversa, genera un nuovo modo di pensare non astratto - perso nei reami mentali - bensì concretamente percepito in sensibilità corporea, radicato qui e ora, accolto in ogni cellula del corpo. E, dunque, profondamente benefico, anche a nostra insaputa. 
Domandiamoci perché ai bambini piace che gli si leggano favole prima di addormentarsi.
Domandiamoci perché da bambini apprezzavamo la lettura ad alta voce di fiabe o poesie, prima del momento del riposo notturno. 





"Alcuni dicono che
quando è detta, 
la parola muore. 
Io dico invece che
proprio quel giorno
comincia a vivere". 
(Emily Dickinson, 1872)


Di questo porto testimonianza, come possibilità di una fruizione poetica differente e intimamente trasformativa, durante gli Incontri - rigorosamente in presenza - del progetto itinerante La Gioia di Dialogare con la Voce dei Poeti.

Per informazioni sull'organizzazione di serate e incontri: ilmestieredeldare@gmail.com


INCONTRO A PORTO RECANATI 7 GIUGNO 2022



INCONTRO A ROMA 26 NOVEMBRE 2021