09 gennaio 2020

La vita comincia ogni giorno | Rainer Maria Rilke

Come lo sguardo della Sfinge ... 


Frequentatore di castelli e salotti aristocratici, conferenziere e lettore, "poeta" per professione, anzi per vocazione, se non addirittura - come si diceva - per "incarnazione", Rilke intrattiene una rete fittissima di relazioni corrispondendo con l'intellighenzia del suo tempo e gli affetti più cari, con ardenti innamorate e innumerevoli ammiratori, sforzandosi di richiedere sempre, a se stesso e agli altri, una autenticità nuda e ferrea, di celebrare tutta la sacralità di un incontro tra individui, mettendosi spesso completamente in gioco in confessioni davvero disarmanti.

E a tutti predica il suo vangelo di durezza. Il consiglio letterario non è mai separabile da quello esistenziale e viceversa. Non c'è evento troppo effimero o contingente per non evocare un qualche assunto. Il miracolo dei fenomeni e la meraviglia del divenire si stemperano in un sapere morale cui nessuno deve sottrarsi; e il richiamo a una travolgente pienezza di vita, così ricolma da strabordare anche nell'accettazione della morte, risuona a ogni pagina.

Come lo sguardo della Sfinge è maturato fino alla perfezione in secoli di intemperie e deserto - Rilke lo scrive nel 1907 alla moglie Clara in viaggio in Egitto - , così gli occhi degli uomini devono imparare a trasformare l'esperienza in visione, sfuggire ogni sazietà e pigrizia, scuotersi dalle abitudini e addentrarsi persino nel dolore  - questo "attendente del vedere" - per non "perdersi nulla del mondo" e mantenere quel "sentimento dell'inizio" grazie al quale si comprende che - per stupirsi come per scegliere  - "la vita comincia ogni giorno"


(Marco Federici Solari)



... trasformare l'esperienza in visione ... 

Rainer Maria Rilke ritratto da Leonid Pasternak


Il primo post del 2020 non poteva che essere dedicato alla Musa ispiratrice di tanto mio indagare, sentire e spontaneo poetare: Rainer Maria Rilke

E' il mio poeta preferito? No, non lo è. O almeno, non è di questo che si tratta.

Molto più che "solo" un poeta, anzi il Poeta. Dovrei definirlo piuttosto come una guida, un nume tutelare, un richiamo che a più riprese e con intensità sempre maggiori in varie fasi della mia vita, ha smosso in me intuizioni quasi sempre incomprensibili persino a me stessa. 

Rilke non l'ho mai realmente capito, ma mi è sempre arrivato. Compenetrato. 
Per questo l'ho ancora di più accolto, lasciato essere, agire in me. Giunto come un pretesto da molto lontano, l'ho amato follemente come si ama qualcuno che non si conosce ma di cui ci si fida per una sorta di coerenza d'anima ineccepibile. 

Rimanendo pertanto fedele a questo amore intraducibile, Rilke ho smesso di definirlo. Piuttosto, recentemente gli ho dedicato un libro, piccolo miracolo a cui lui stesso ha contribuito più di quanto si possa immaginare. 

Il mestiere del dare non è una trascrizione innocente di poesie raccolte nel tempo, bensì un'ardua visione che di punto in bianco (notate che meraviglia il linguaggio metaforico: il balzo dal punto al bianco, quanto spazio d'apertura luminosa lascia intravedere!) ha fatto crollare il tempo e ha restituito l'unica cosa che davvero conta nella presa di coscienza radicale emersa: il senso pieno della vita così com'è, inesorabilmente nuova ogni giorno. Un mistero che non vale la pena tradurre o interpretare, ma vivere. Semplicemente, con occhi vigili e innocenti da principianti, come quel "libero avvento di una nuova nascita necessaria" di pirandelliana memoria. 

Per questo Il mestiere del dare dà il titolo al mio blog ancora prima che il progetto editoriale si fosse reso manifesto alla mia coscienza, e dà il titolo al mio ultimo libro. E non finirà con esso. 

Il mestiere del dare è un laboratorio di risonanza poetica, l'approccio non duale all'esistenza che affida alla Vita poeticamente incarnata la prima e l'ultima parola, con "autenticità nuda e ferrea" riagganciandomi allo iato rilkiano di cui sopra.

"Lasciatevi accadere la vita ... Credetemi, la vita ha ragione, in tutti i casi" (RM Rilke)


Come dichiarai durante un'intervista al Salone del Libro 2019:


"Visione poetica è innamorarsi della vita così com'è, stare a proprio agio in ogni situazione con sguardo amorevole, compassionevole, celebrativo e contemplativo. E' un'attitudine molto affine a quella meditativa per questo il mio percorso linguistico poetico si è poi sposato sempre meglio e senza forzature con un percorso parallelo - diciamo così - spirituale, di ricerca interiore che mi ha portato nel corso di vari anni a praticare ed approfondire discipline quali yoga e meditazione

Leggendo i miei due libri è possibile fare esperienza di questa "resa alla meraviglia della vita così com'è" in quanto in un poetare autentico è molto presente quella riduzione della soggettività che rende accessibile a tutti il vissuto personale. Per autentico intendo originale nel senso letterale del termine: originale è chi torna alle origini e non c'è luogo più originario dell'anima, dello spazio vuoto, di quello sfondo di pienezza evocato anche dal poeta Rilke che riporto nell'intestazione de Il mestiere del dare e con il quale concludo 


"La nostra pienezza si compie lontano, nello splendore degli sfondi" ... 


Andalusia, estate 2019


come lo sguardo della Sfinge ... 


Rainer Maria Rilke ritratto di Helmut Westhoff (1901)


Orfeo. Euridice. Hermes
€ 12,00





 SALONE DEL LIBRO  2019



MILLEEUNLIBRO - SCRITTORI IN TV GIGI MARZULLO 





Il Mestiere del Dare
€ 8,00

IllogicaMente
€ 7,00

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