08 dicembre 2015

Ispirazioni yoga: le 10 frasi più belle per meditare sul Natale


Natale è una
Nascita, con tutto quello che comporta. Al di là di qualsiasi credo o attitudine personale si può trovare un terreno comune nel riprendersi il senso autentico che l’atto del nascere racchiude.

In verità, si nasce e si muore continuamente, ad ogni respiro, in ogni istante. Ma la nascita che avviene nel periodo più buio dell’anno, in concomitanza con il solstizio d’inverno (21 dicembre), non può che farci riflettere sull’importanza delle cosiddette “notti buie dell’anima”, della convergenza degli opposti (luce-ombra, alto-basso, cielo- terra, stella cometa-grotta, spirito-materia) e portarci in profondità molto agili o impervie a seconda dei punti di vista.
La vera festa che dobbiamo celebrare e lasciare esplodere dentro di noi è quella del Risveglio che, senza scomodare santi e superstizioni, non ha bisogno d’altro che di noi stessi, del nostro corpo (Gesù nasce in corpo fisico, lo Spirito sceglie di incarnarsi per compiere la sua missione, il Dharma) e dell’aspirazione (fuoco mistico) più grande, sollecita e perseverante che possiamo mettere in atto, ricordandoci che il carburante per tenere vivo questo fuoco è sempre e solo uno: l’amore.

Ho raccolto queste dieci “perle di saggezza” perché ho sempre creduto nella forza comunicativa immediata del linguaggio poetico e sono sicura che ogni singola parola andrà a finire esattamente dove deve andare in ciascuno di voi, senza commettere errori ma lasciandovi liberi di creare ciascuno il proprio personale momento di rinascita. Namaste!



1. SWAMI VIVEKANANDA

Siedi ai bordi dell’alba, il sole sorgerà per te. Siedi ai bordi della notte, la luna nascerà per te. Siedi ai bordi di un torrente, un uccello canterà per te. Siedi ai bordi del silenzio e Dio ti parlerà.

Svamin Vivekananda: il Monaco del Dialogo
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2. SRI TATHATA (approfondisci: Chi è Sri Tathata?)

È per vivere una vita d’Amore che siamo qui su questa terra.

Dharmayanam
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3. THIC NHAT HANH

Quando siamo capaci di sorridere, quando siamo in pace, in quel momento c’è già un cambiamento nel mondo.

 

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4. PARAMHANSA YOGANANDA

Ogni cosa è in cammino verso la meta più alta.

 

5. SRI AUROBINDO

Perché mai dovresti porti dei limiti? Senti te stesso anche nella spada che ti colpisce e nelle braccia che ti stringono, nello splendore del sole e nella danza della terra… in tutto ciò che è passato, in tutto ciò che è presente e in tutto ciò che preme per diventare. Perché tu sei infinito e tutta questa gioia è a tua disposizione.

Sri Aurobindo nel celebre scatto di Henri Cartier-Bresson

6. MAHATMA GANDHI

Se urli tutti ti sentono, se bisbigli ti sente solo chi ti sta vicino, ma se stai in silenzio solo chi ti ama ti ascolta.

 

7. SWAMI SIVANANDA

Sei un abitante di tutti gli Universi, e tutti gli Universi sono la tua espressione.

8. KAHLIL GIBRAN

La vita quotidiana è il vostro tempio e la vostra religione. Ogni volta che vi entrate, portate voi stessi.

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9. RAMANA MAHARSHI

Un discepolo chiese, “Cosa riguardo a religioni, insegnanti, guru?”
La risposta: “Possono aiutare nella ricerca del Sé? Può una religione, che ti insegna a guardare fuori di te, che promette un paradiso e una ricompensa fuori di te, può aiutarti? È solo immergendosi profondamente nel Cuore spirituale che uno può trovare il Sé.” Pose la sua mano destra sul lato destro del petto e continuò, “Qui sta il Cuore, il dinamico cuore spirituale. È chiamato Hridaya ed è collocato sul lato destro del petto ed è chiaramente visibile all’occhio interiore di un esperto del sentiero spirituale. Attraverso la meditazione puoi imparare a trovare il Sé all’interno di questo Cuore.”


10. OMRAAM MICHAEL AIVANHOV

Un giorno qualcuno mi chiese: Come si fa a diventare instancabili? Gli risposi: Vi svelerò un segreto ben volentieri, ma sarete in grado di realizzarlo? … Il segreto sta nel provare amore per ogni azione che si compie; è l’amore infatti che risveglia nell’uomo tutte le potenzialità.

 

Propositi per il Nuovo Anno, per la nuova Nascita

All’inizio dell’anno tutte le porte chiuse dei miei limiti si spalancheranno e io le varcherò per raggiungere distese più vaste in cui i sogni più belli della mia vita si realizzeranno.

(Paramhansa Yogananda)


Altre ispirazioni:

LO YOGA DI GESÙ, IL SIGNIFICATO ESOTERICO DEL NATALE

11 ottobre 2015

Androginia Amore Anime Gemelle - Cos'è una relazione?

Virginia Woolf e Vita Sackville-West

Cos’è una relazione? 
Semplicemente, 
un mondo irripetibile a due. 

Cos’è una relazione?  
E' connessione, è appartenenza. 

E che cos’è l’appartenenza? 
E' unione, 
armonia unificata con la Sorgente primigenia, 
che è Padre e Madre simultaneamente, 
maschio e femmina. 

Dunque, dal due all’uno, anzi:
all’uno grazie al mondo irripetibile a due.  

Le polarità sono energie di segno opposto. Di segno opposto, non di sesso opposto. L’anima muove verso la ricerca di questa unità primigenia nell'incontro di qualsiasi relazione utile a ricordarcelo, a prescindere dalle differenze di genere.   

Shiva è spesso rappresentato nell’iconografia indiana con i tratti di un ermafrodito, ardhavira, l’Androgino con la parte destra del corpo maschile e la parte sinistra femminile: i due sessi riuniti in un solo corpo ricostituiscono l’unità originaria e al tempo stesso evocano la simultanea presenza degli opposti nell’equilibrio cosmico.

Da un punto di vista animico si può procedere ancora oltre, e il canto suona più o meno con queste parole: che cos’è in realtà una relazione? E’ connessione, è appartenenza. E che cos’è l’appartenenza? E’ unione, armonia unificata con la Sorgente primigenia, che è Padre e Madre simultaneamente, maschio e femmina. Dunque, dal due all’uno, anzi, all’uno grazie al mondo irripetibile a due. La supercoscienza (datele pure un nome che vi risuona di più, può essere dio, l’universo, la forza vitale, il daimon…) non è né maschile né femminile: è entrambi. E’ egualitaria, di natura unisessuale o androgina; è un’espressione dell’allineamento e dell’armonia, dell’equilibrio tra i due generi. I due generi sono a loro volta un insieme più o meno armonico di femminilità e mascolinità, le polarità onnipresenti nella Creazione, anzi della Creazione, perché non ci può essere nessuna manifestazione generativa senza che queste due forze e potenze opposte e complementari agiscano all’unisono. Queste due energie alle quali si possono dare tanti nomi ma la sostanza non cambia (Yin e Yang, Shiva e Shakti, Logos e Sophia, Madre e Padre), appartengono all’essenza più intima di ogni essere umano e la ricerca della loro complicità armonica e fusione d’amore è quanto smuove qualsiasi tipo di tensione a qualsiasi livello: ardore mistico, passione sensuale, ispirazione emotiva. Soltanto che l’esperienza che comunemente siamo indotti a fare è quella di ricercare al di fuori di noi la completezza di questa unione, estasi di appartenenza, integrità nelle polarità: la ricerca dell’anima gemella che si divincola nelle insidie del riempimento di vuoti interiori, di parti mancanti che in realtà non mancano dentro di noi ma vanno solo viste e riconosciute.

“In ogni tuo contatto ravvicinato e intimo tutto parla di te”.
Le polarità sono energie di segno opposto. Di segno opposto, non di sesso opposto. L’anima muove verso la ricerca di questa unità primigenia nell’incontro di qualsiasi relazione utile a ricordarcelo, a prescindere dalle differenze di genere.
“Tu dici dunque, Trismegisto, che Dio è di entrambi i sessi?”
“Sì, e non solo Dio, Asclepius, ma tutte le cose animate e inanimate, perché entrambi i sessi brulicano di potenza riproduttiva, e la loro energia di legame, o piuttosto unità, che tu chiami Venere o Cupido o entrambi, trascende la comprensione. La più alta chiarezza, gioia, allegrezza e amore divino sono in essa innati”
Dal punto di vista dell’anima – e dell’universo che segue le leggi unificanti del ritmo e dell’armonia e non quelle separative della discriminazione giudicante di bene/male, giusto/sbagliato – dal punto di vista cosmico, qualsiasi tipo di relazione è “neutra”, per il solo fatto di esistere ha diritto di esistere nell'ottica del fine superiore a cui tende ogni cosa, situazione o esperienza che si è chiamati a fare. Ma è responsabilità individuale comprendere tale rimando a un’urgenza più grande dietro a qualsiasi incontro avvenga nelle nostre vite, che siano relazioni di coppia, di amicizia, familiari, e con qualsiasi sfumatura che non ha senso definire perché tutto ciò che esiste è naturale, altrimenti non esisterebbe e l’amore va ben oltre qualsiasi accento discriminante essendo un’esperienza che rimanda sempre all'integrità nella sua purezza originaria. E all'origine di questa “purezza”, che sta per Bellezza, armonia, danza, equilibrio, movimento creativo, piacere sempre vivo, ardente passione ispiratrice, gioia senza oggetto, c’è la magia più grande che si possa compiere nelle nostre vite: unirci nell'intimità più audace e ingombrante di noi, con tutti i nostri aspetti, luci e ombre, e scoprire che il nostro/la nostra amante più fedele è sempre lì, pronto/a ad accoglierci senza giudizio e folle di un amore incondizionato. Per questo incontro (o matrimonio mistico) è necessario fare spazio all’interezza che noi siamo, tutti indistintamente: lunari come il femminile, solari come il maschile, con tutte le miriadi di sfaccettature che queste polarità energetiche racchiudono.
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Fare spazio all’interezza dentro di noi, “ampliare gli orizzonti del piacere lasciando cadere le vecchie abitudini” – come ci insegna poeticamente la leggenda di Thonban Hla, divinità birmana il cui nome è traducibile come “Colei che è tre volte bella”, in quanto incarna sia la bellezza del femminile dolce, sia la bellezza del femminile selvaggio e aggressivo, sia la bellezza maschile in tutte le sue forme. “Io sono la notte e la luce, io sono il femminile e il maschile … Io so ingrassare, chiacchierare, sragionare e impaurirmi. Sono una amante degli dei. Cerco di ampliare gli orizzonti del piacere, lasciando cadere le vecchie abitudini. Il mio metodo è unificare l’energia maschile (solare) con quella femminile (lunare) e fondere le energie superiori con quelle inferiori, mantenendo costantemente la conoscenza alla purezza primordiale”. Danzare questo ritmo è la migliore musica che si possa scegliere di far risuonare, il richiamo più suadente che un’anima innamorata possa intonare, l’inizio senza fine di ogni relazione veramente creativa, perché autosufficiente. (Leggi anche a tal proposito: se ami qualcuno, liberalo da te)
“Quando vi libererete dall'idea che l’anima compagna sia un’entità capace di portarvi la felicità, e quando intenderete come anima compagna il resto dell’umanità, allora l’entità – la vostra anima compagna, quella che vi renderà possibile l’esperienza della felicità – apparirà sul vostro cammino”.

Libri delle citazioni usate e consigli di lettura:

Adorata creatura. Le lettere di Vita Sackville-West a Virginia Woolf di Vita Sackville-West, Virginia Woolf
Incontro con l’Androgino. L’esperienza della completezza sessuale di Elèmire Zolla
Anime gemelle Anime compagne di Saint Germain
Thonban Hla – La leggenda di Selene Calloni Williams
Mantra Madre – la tradizione e le pratiche segrete del matrimonio mistico e del risveglio di Selene Calloni Williams 



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13 settembre 2015

Il significato esoterico di Avatar e Pandora


Avatar, colossal del 2009 firmato James Cameron. Un film che ho molto amato a suo tempo quando mi cimentai con la prima visione in 3D della mia vita, ma che ho apprezzato ancora di più rivedendolo recentemente in dvd, forse nemmeno del tutto consapevole delle nuove intuizioni che ne sarebbero scaturite. 



Che altro è Pandora se non la “terra di mezzo” definita dagli yogin tantrici la “medesimezza”, la mitica Shambhala, il luogo liminale della Grande Soglia dove si entra in contatto con gli spiriti che altro non sono se non aspetti impalpabili e invisibili di noi. 
Che altro è il viaggio dell’ex marine invalido Jake Sully se non il coraggioso e inevitabilmente terrificante incontro con le sue parti più selvagge, incontrollabili, le zone d’ombra, le paure, rappresentate da Neytiri, guerriera dell’etnia Na’Vi di cui finirà per innamorarsi. E questa sarà la sua salvezza definitiva. 
Perché non c’è vera salvezza, guarigione e libertà più grande che quella di scegliere di amare i propri lati oscuri riconoscendoli per quello che sono: apparizioni prive di sostanza oggettiva, sogni, energie da integrare, forze da ritualizzare celebrando così il matrimonio mistico, emblema e compimento della Grande Imago, l’espressione cioè dell’incontro di luce e ombra, di vita e morte, unione per eccellenza che si trova nella radice del termine sanscrito yug, da cui deriva Yoga (unire, unificare). 
I due alla fine celebreranno la loro unione d’amore, lui sceglierà di rimanere a Pandora con un atto estremo di rinuncia a sé (cioè alla sua personalità, la sua vecchia vita invalidante) per darsi all'amore più pericoloso, folle, imprevisto e imprevedibile che potesse capitargli. 
E questo amore lo salva. “Perché la vera conoscenza si risveglia nel momento del dolore” e “perché così deve essere l’amore: improvviso, irragionevole, travolgente!” 
(Thónbàn Hlá)

Solo il cuore può aiutare la ragione
a compiere il sacrificio di sé,
sacrificio che è al tempo stesso
il suo trionfo e il suo compimento”
(da Yogin e Sciamano)



Nel suo atto di abbandono totale all'amore – che è anche sposalizio divino con la sua parte selvaggia (la donna Na’Vi), tra maschile e femminile, razionalità e senso mistico – egli rinasce a nuova vita, la vita da Na’Vi nella terra dove a comandare è lo spirito di Eywa, la Grande Madre, dove vigono le leggi naturali del ritmo e della Bellezza, dove le piante sono fluorescenti, i rami degli alberi diventano amache, la natura rigogliosa è in uno stato di grazia supremo e i suoi abitanti custodi ne sono altrettanto nutriti, accuditi…
La prima cosa che deve imparare l’Avatar-Jake non appena rimane solo per una notte intera nella foresta (la notte oscura dell’anima), è comunicare con questo Spirito della Grande Madre Eywa, ovvero con il lato invisibile delle cose, affinare i sensi, le percezioni, stare all'erta in uno stato sempre vigile perché ogni minimo passo falso quella notte sarebbe risultato fatale. 
È il suo momento iniziatico di Bardo, il limbo tra la vita e la morte, la discesa nel mondo infero, in Ade, ovvero nella parte più imperscrutabile e oscura di se stesso. 
Solo dopo il paziente addestramento di Neytiri (che rappresenta la sua anima selvaggia) quel luogo alla prima terrificante e denso di agguati, si trasformerà in un magico mondo incantato colmo di accoglienza e complicità. Con l’ascolto del richiamo della sua anima selvaggia è avvenuta la trasmutazione alchemica nel ciclo naturale Vita/Morte/Vita
La guerriera Neytiri lo addestrerà subito all'attenzione, a muoversi danzando nei ritmi della madre terra, all'ascolto dei suoni della foresta, dei piccoli e grandi rumori, di ogni minimo segnale proveniente da quel mondo ancestrale, selvatico, intriso di energie sottili, di magia ma anche di tranelli. L’attenzione è la prima qualità di qualsiasi approccio sciamanico alla vita, ovvero di comunione totale con le forze della natura. “Lo sciamanesimo è attenzione” e quello che Neytri trasmette a Jake è la capacità di intuire nell'universo la presenza di una volontà cosciente.

Immancabili in questo viaggio dell’eroe verso l’accoglienza totale e definitiva della sua sposa selvaggia celeste/sotterranea, i tanti momenti di ritualità, perché il rito è riportare le cose all'equilibrio primevo quando l’ordine universale viene rotto; immancabile il momento della complicità erotica, perché l’eros è energia creativa, dionisiaca, intrinsecamente naturale; immancabili le sfide iperboliche (come quella di dover domare il mastodontico Leonopteryx Toruk, la più grande creatura volante di tutti i cieli) perché “la grandezza di un uomo non sta, forse, nel sentire la propria vacuità e nell'offrirsi ai propri limiti?” (Thónbàn Hlá). 




Di sicuro, una delle frasi più belle del film che suona come un potente mantra all’apice della trasformazione del nostro eroe è questa:
A volte tutta la vita si riduce ad un unico, folle gesto”.
È il momento in cui l’Avatar-Jake decide di intraprendere con il sostegno di tutta la tribù dei nativi, la battaglia contro la RDA, la compagnia interplanetaria terrestre per la quale lavorava e che voleva distruggere Pandora. 
Nell'eroe che ha sposato il richiamo dell’anima, si compie la trasvalutazione dei valori: i nemici da abbattere non sono più i selvaggi, ma gli umani che devastano la Grande Madre. 
Il cammino del fare anima diviene necessariamente un cammino di ecologia profonda. Un viaggio nella Medesimezza tanto inesorabile quanto infallibile.
“La medesimezza è l’acquietarsi del vento degli opposti,
il non avere paura, il non voltarsi indietro,
la forza di restare, di guardare, di vedere,
di accogliere l’esperienza che deve accadere”.

(da James Hillman. Il cammino del “fare anima” e dell’ecologia profonda)
È il campo di battaglia e la corsia preferenziale degli outsider coloro i quali, proprio come l’eroe di Avatar, sfidano arditamente i propri limiti, non si arrendono mai, non stanno dentro ai ruoli e ai comportamenti prestabiliti. E così compiono atti di vera rivoluzione spirituale.

Non sarà un dettaglio notare che il colore blu degli Avatar di Cameron richiama molto da vicino le raffigurazioni delle divinità del pantheon induista, e di Shiva in particolare il quale, leggenda vuole, prese su di sé il veleno di Vasuki che minacciava il mondo, tenendolo nella sua gola dove lo terrà sempre per salvare la terra. Per questo il dio è anche noto come Nilkantha, “gola blu”



Shiva è il dio tantrico per eccellenza, l’androgino (Ardhanarishvara) e il selvaggio (Bhairava) che ama frequentare i luoghi più desolati, impervi e terrificanti della natura perché egli insegna a trarre forza dalla selva e a incanalare dentro si sé le energie per sublimarle e pacificarle o per fluirle e potenziarle. 
Torna prepotente l’immagine della foresta – così preponderante nel film Avatar – quale dimensione sacra insieme concreta e simbolica in cui affrontare i propri demoni, accogliendoli e sfidandoli a colpi di amore. E per amore Jake decide di morire, abbandonando il suo vecchio corpo per vivere definitivamente nella sua forma di Avatar, quella che lo ha portato a una libertà più grande, universalizzando la propria coscienza nel risveglio alla divinità interiore
Il termine Avatar, d'altronde, vuol dire proprio questo: “Dio nell'uomo”.

“La vera nascita è la seconda,
la vera madre è la seconda,
la vera vita è la seconda”




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LIBRI DELLE CITAZIONI UTILIZZATE


James Hillman - Il Cammino del «fare Anima» e dell'Ecologia Profonda - Libro + DVD Voto medio su 6 recensioni: Da non perdere
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La Leggenda
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Mantra Madre
Le tradizioni e le pratiche segrete del matrimonio mistico e del risveglio
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Iniziazione allo Yoga Sciamanico
Viaggio ai confini tra lo spazio e il nulla
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