25 luglio 2020

25 luglio | Il giorno di San Giacomo Apostolo e del Cammino senza tempo

L'altare con la statua raffigurante San Giacomo nella Cattedrale di Santiago de Compostela,
Santiago, 25 agosto 2018

Ultreya! È il saluto dei pellegrini di Santiago, una bellissima invocazione che racchiude il senso della vita.

Stamattina mio padre con un messaggio whatsapp mi ha ricordato che "Oggi è il giorno di San Giacomo Apostolo... È un tuo Santo protettore da quando hai fatto il suo cammino ..."

Non ci avevo pensato, è un bel ricordo, ed è sempre un buon momento per ringraziare chi, dal mondo invisibile, poggia una mano sul tuo cuore per sostenerti nel cammino della vita. Sentirsi protetti è un'attitudine molto importante, specie in questo momento storico di grande cambio epocale. Di inquietudini e incertezze. 


Eppure, se c'è una cosa che da Quel cammino mi sono portata a casa, è proprio il senso di fiducia nella vita, senza difese alcune. In me stessa ci sono limiti che solo io stessa posso superare. Con fiducia, certo. Con fede, certo. Con totale Surrender, certo.

Cristo disse al cieco che aveva ripreso a vedere: "Va', la tua fede ti ha salvato". 
Andare, con fede. Andare avanti, comunque andare. 
Ultreya! È il saluto dei camminanti di Santiago e invoca proprio quell'andare avanti, sempre. Perché alla fine è il cammino stesso la meta.  

E proprio Giacomo fu, tra i discepoli di Gesù, quello che assistette insieme a Pietro, alla Trasfigurazione e alla notte del Getsemani. Il momento più "umano" del Cristo. Il momento della tentazione, la tentazione alla paura, allo sconforto, al sentirsi abbandonati, senza sostegno, al buio nelle proprie fatiche, nella pressione di un destino che irrompe - la Chiamata - e di cui a volte non ci si sente all'altezza.

Eppure, da questi momenti se ne esce trasfigurati. 


Il simbolo cristiano lo riassorbo poeticamente nella capacità di darsi al mistero della vita senza pretesa di risolverlo, come spesso dico parlando di Poesia volendone incarnare l'essenza salvifica. 

L'unica protezione che sento di portarmi dietro non è una zavorra di dogmi incrollabili a cui appellarmi quando sento di non poterne più, ma è la leggerezza dell'essere. L'insostenibile leggerezza dell'essere che, invece, è la cosa più sostenibile che ci sia. 

Camminando per gli oltre 400 km da Porto a Santiago, due anni fa, una cosa molto banale, forse, ho imparato sulla mia pelle, sulle mie spalle e sui miei piedi: che più si cammina leggeri, meglio è. Che più si sta nel momento presente, più si è funzionali a rispondere a ciò che la vita chiede adesso. Adesso, non tra cinque minuti, tra due mesi o tre anni. Adesso. Che ogni grande cammino inizia da un piccolo passo - sì, e che ogni piccolo passo si può compiere solo nel respiro dell'adesso. 

Che siano passi sempre più consapevoli, amorevoli e fiduciosi quelli che ci conducono ogni giorno nel miracolo della vita. Un augurio a tutti, in questo giorno speciale (il "giorno fuori dal tempo per ricominciare da sé"), per chi ci crede e anche per chi non ci crede. 

Siamo tutti pellegrini di Santiago nei nostri percorsi quotidiani. 





"Lo straordinario risiede 
nel cammino delle persone comuni".



Il mio unico post durante la quarantena: 

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