Sulle ali della perfetta creatività... "La mia vita è una danza che moltiplica all'infinito il mio corpo"
Tamburelliamo, sciamanizziamo ritualizziamo la vita sgretoliamo l'oggettività delle cose sposiamoci con l'invisibile facciamo anima. Spiriti a raccolta: drago, aquila, orso, genio, daimon, Samanta, ora siete tutti dentro il mio tamburo! Tutta l'esistenza non é che la danza di Shiva/Universo, tutta l'esistenza non é che danza, e non c'è danza senza suono e non c'è suono senza respiro...
The Pyramid City of Kaiser copyright nethside 2012
“La meditazione fatta sotto la piramide è chiamata “La Meditazione della Piramide”. Le piramidi forniscono un ambiente estremamente energetico per la meditazione dei principianti ed agiscono come un moltiplicatore di forza per i veterani. La Meditazione fatta sotto la Piramide è tre volte più potente che eseguita in ambiente normale! Molte persone sperimentano calma e un totale rilassamento del corpo e una cessazione dei pensieri più ricorrenti e fastidiosi durante la Meditazione della Piramide. Questa Meditazione calma tutti i movimenti agitati della mente. E’la mente che con i suoi incessanti pensieri ci separa dalle benefiche influenze dell’energia cosmica. Una mente piena di continui movimenti del pensiero agisce come una barriera e non permette all’energia cosmica di entrare all’interno del nostro corpo e della nostra mente per purificarli. La semplice meditazione chiamata Anapana Sati ci conduce a liberarci dai pensieri indesiderati e svuota la mente. Quando la mente è vuota, l’energia cosmica inizia a riversarsi nel corpo e nella mente. Questo ci permetterà di ottenere una buona salute, una pace duratura, un intimo stato di gioia, una attivazione delle nostre percezioni extrasensoriali e molto altro ancora.” (Estratto da “Teachings of Brahmarshi Patriji” - Pyramid Spiritual Societies Movement, India).
COME INFLUISCE LA LUNA PIENA SULLE PRATICHE MEDITATIVE
"Il fenomeno della Luna piena appare quando il Sole la investe completamente con i suoi raggi, facendole cessare l’influenza negativa e occulta che possiede sulla Terra. Il periodo della Luna piena è il momento più opportuno per manifestare le Forze della Luce perché l'ascendenza sfavorevole della Luna stessa sulla Terra è al punto più basso, ed è in questi momenti quindi che le forze benefiche del Cosmo possono essere contattate con sicurezza e con grande beneficio per l’umanità. Come la Luna cresce e il disco si espande, tutte le persone di buona volontà in tutto il mondo, colgono l'occasione per ricevere luce, amore e potere dall'Universo attraverso la meditazione e l’invocazione di gruppo, per poi manifestare i benefici che hanno ricevuto nell'ambiente che le circonda e nei luoghi dove vivono." (Torkom Saraydarian, "Symphony of The Zodiac", 1988, Valencia, California, U.S.A. pag. V")
Presso la Scuola Yoga Shantidi Torino (via San Secondo 51, tel. 011/597153). Prossimo appuntamento: lunedì 22 Febbraio, Luna Piena alle ore 19.30. La meditazione avrà luogo dalle ore 19.00 alle 19.40, in modo da ottenere il beneficio della Luna Piena 20 minuti prima e 20 minuti dopo quando il disco Lunare è pienamente illuminato. Si consiglia di venire verso le 18.45 per una breve spiegazione sui benefici della Meditazione della Piramide con la Luna Piena. E’ gradita un’offerta libera come contributo alle attività della Scuola Yoga Shanti diretta dal Maestro James Eruppakattu. La meditazione sarà condotta da Valerio Corino, insegnante riconosciuto dalla Scuola Yoga SVYASA in India.
IL PROFUMO DELLA LUNA: un libro di potere, un'avventura d'amore e di iniziazione. Una spinta energetica potentissima! Informazioni: www.nonterapia.ch/il-profumo-della-luna
Vedere un'aquila che vola é già di per sé un segnale di buon auspicio. Figurarsi vedere un'aquila di mare testabianca (Haliaeetus leucocephalus)! Questa visione di cui siamo stati onorati durante il viaggio in Sri Lanka (e, a seguire ci sarebbe stato uno splendido pavone), ha immediatamente posto nella cavità più insondabile del mio cuore un senso di incoraggiamento per la "spedizione" sull'Adam's Peak di cui ancora non si sapeva nulla, né se ci fossero state le condizioni adatte per compierla, né quando si sarebbe eventualmente compiuta.
Entrare in comunione con lo spirito degli animali é una benedizione che non può né deve passare inosservata. Niente può sostituire l'osservazione di queste creature nei loro habitat naturali, dal momento che questo ci permette di entrare in connessione con la Terra, gli animali e il Grande Mistero, l'Anima Mundi: é il potere magico dell'arte e della conoscenza sciamanica, il potere di comunione con le forze della Natura che non é fine a se stesso in quanto in questo modo si accetta di servire lo scopo evolutivo intrinseco nella Natura stessa. "La vita é di fatto una continua spinta evolutiva... L'amore é ciò che permette allo sciamano di essere un tutt'uno con il pianeta, riconoscendo nel pianeta e in tutte le creature che lo popolano un unico organismo vivente e consapevole. É dalla propria comunione con la Natura che lo sciamano trae la forza, il potere che gli permette di guarire, di prevedere, di conoscere e di agire" (Selene Calloni Williams, Yogin e sciamano). In Ecuador era stato lo spirito del corvo a parlarmi molto da vicino, ricordandomi il coraggio di entrare nell'oscurità del vuoto e nella magia irrazionale dell'ignoto, essendo il corvo il messaggero del Vuoto, il buco nero dello spazio che contiene tutta l'energia della fonte creativa. Con l'aquila questo coraggio si universalizza sotto il segno dello Spirito in quanto questo rapace che vola alto nei cieli con acutezza di visione, é il simbolo per eccellenza del Grande Spirito, la connessione con il Divino, può essere collegato infatti anche al sesto chakra nella fisiologia esoterica yoga (Ajna, il punto tra le sopracciglia, il terzo occhio, il sesto senso, la profonda visione interiore) e all'elemento aria che lo caratterizza. L'aria appartiene al piano mentale, in questo caso, della mente superiore.
Le penne dell'aquila sono considerate gli strumenti di guarigione più sacri e sono state usate per secoli dagli sciamani per purificare l'aura di chi é in difficoltà, i suoi occhi vigili che scrutano dall'alto l'insieme senza soffermarsi sul dettaglio sono l'invito ad allargare il senso del sé al di là dell'orizzonte limitato di ciò che é attualmente visibile. Sono l'azzardo a guardare più in alto e ad amare l'ombra così come la luce. Questo nobile rapace é il dono che offriamo a noi stessi per ricordarci della libertà dei cieli in cui danzando con chiarezza di visione - che é conoscenza allargata al mondo dell'invisibile, del Grande Spirito - si compie la magia dell'ottenimento di qualsiasi risultato.
L'aquila, infatti, é energia attiva dell'azione mirata, energia maschile - ce ne aveva parlato a lungo lo sciamano Shairy Quimbo in Ecuador, facendo il confronto con il condor il quale, invece, plana semplicemente su ciò che arriva, una forma di accoglienza incondizionata tipica dell'energia femminile. Se il condor si accontenta di ciò che già c'è (filosofia de planear), l'aquila fa in modo che le cose accadano (hacer que las cosas sucedan)... E come negare che nel fondermi con la Bellezza di quella visione improvvisa tra i cieli dello Sri Lanka, ho intensamente e visionariamente immaginato che si realizzassero le condizioni ideali per salire sullo Sri Pada, un'esperienza che non volevo assolutamente perdere! E siccome l'universo é grandioso quando lo si lascia fare non interferendo con la volontà di controllo propria della mente razionale, lo Sri Pada é stato solo l'inizio, anzi la continuazione, della magia di momenti perfetti vissuti durante il viaggio...
Non mancava niente quella sera. La luna calante e una miriade di stelle
palpitanti nel cielo terso della notte, dell'ultima notte dell'anno.
Così avevano voluto gli spiriti del luogo e il monaco Thero ne aveva
suggellato la decisione, complici anche le favorevoli condizioni
climatiche. "Scaleremo l'Adam's Peak la notte del 31 dicembre di modo da
essere in cima all'alba del primo giorno dell'anno nuovo!".
Mai dono mi
sembrò più immenso di questo, la scalata in notturna e l'alba letterale
e metaforica di un nuovo anno in vetta allo Sri Pada, il sacro monte
dello Sri Lanka nonché uno dei luoghi più mistici della terra dove si
verifica il fenomeno unico al mondo del sole che albeggia per tre volte
di fila. É vero, il tempo non esiste nell'incessante susseguirsi di
istanti di esperienza nell'eterno presente in cui convergono tutti i
passati e i futuri possibili, eppure ci sono momenti in cui senti che
qualcosa di importante si compie - o si deve compiere attraverso di te -
come in un rituale di passaggio, come su un campo di battaglia,
Kurukshetra ... L'attraversamento della grande soglia, l'invito a
compiere qualcosa di speciale, "pericoloso", faticoso, scomodo a tratti
inspiegabile ma inevitabile, affinché ogni limite possa essere
trasmutato in gioia di darsi, in pura emozione di rendere sacro anche
solo il passaggio temporaneo nel luogo che ti ospita, una folgore di
ispirazione ed espiazione al tempo stesso, qualcosa di così trascendente
che non può che passare attraverso il corpo, divorandolo senza troppi
corteggiamenti preliminari.
5200 scaliniin salita costante e tutti irregolari non sono cosa da poco, il clima della foresta pluviale ti toglie il fiato, ogni passo é sudore che scivola sulla pelle, a guardare avanti non si vede mai la fine, chi ti accompagna prima o poi ti molla, perchélo Sri Pada é un amante che va incontrato in perfetta solitudine. E, alla fine, non puoi che essere solo lassù in cima, nel raccoglimento di tutte le forze che ti rimangono per superare l'ultimo tratto dopo le ore di scale e scale e ancora scale, quando sembra che sei giunto alla fine e invece é solo un'altra curva, un altro tornante intorno alla montagna, un'altra rampa di scale con lo scorrimano gelido e bagnato - nel frattempo si era scatenata una tempesta di vento e pioggerella fine fine ma tagliente e freddissima... - , con il mantra ben impresso nella mente, diventato un tutt'uno con l'affanno del respiro.
Prima pausa dopo le prime 2 ore di camminata. Iniziano le allucinazioni :-)
Thero mi ha consegnato un mantra da recitare durante il tragitto, me
lo scrivo sulle note del cellulare che tengo a portata di mano, perché
tendo a dimenticarlo, o meglio, spontaneamente lo traduco in un altro
mantra molto simile che appartiene allo Yoga Integrale. "No, quello
sanscrito, questo pali" - mi rimprovera amorevolmente Thero quando ci
ritroviamo nei luoghi di ristoro disseminati in vari punti del tragitto e
mi interroga: "ti ricordi il mantra? Come fa?". Mi fa sorridere e nello
stesso tempo mi ammanta di una grande forza questo sillabare interiore
il richiamo al divino, a quell'invisibile per l'amore del quale sto
celebrando tutta la fatica che si possa richiedere a un corpo pur in
buona salute come il mio. A un certo punto della scalata, piú o meno a
metà, c'imbattiamo in un gruppo di francesi guidato da un cingalese che
per tenere vivi gli animi fa ripetere ad ogni passo versi tratti dal Dhammapada (come mi spiega Thero), testo del Canone buddhista, e che terminano
ritmicamente con un Sadhu Sadhu Sadhu che vuol dire Saggio, Divino,
Beato. Sadhu Sadhu Sadhuuuuuuu, il cingalese urla e per un certo tratto
mi unisco a questa eco lasciando momentaneamente il mantra di Thero, poi
a lungo andare questo ritornello potenziato dalle spesse voci del
gruppo di francesi ripetuto a cantilena finisce per snervarmi invece di
incoraggiarmi, cosí riprendo a cadenzare la mia andatura con il respiro
del mio mantra personale, lasciando che il gruppone con il cingalese
canterino avanzi per un bel pò avanti a me. Ogni tanto, a più riprese durante il tragitto, la notte
sempre più fitta e simultaneamente sempre più chiara nelle nebbie
fuligginose dell'altitudine, mi restituisce in lontananza con la
consistenza ovattata di un sogno, il suono Sadhu Sadhu Sadhuuuuuuu....
Una carezza sul cuore che non dimenticherò mai.
Ultimo punto ristoro prima del tratto finale...
Dopo tre e ore e mezza
arrivo in cima e credo di non aver mai visto una vetta così popolata
come quella dello Sri Pada alle cinque e mezza del mattino del 1
gennaio 2016! Tanti i devoti locali, sicuramente più dei turisti o
viaggiatori occidentali ammonticchiati per terra coperti da pile fino
alla punta dei capelli per ripararsi dalla morsa del gelo nell'attesa
dell'alba. "Ah già! Ma deve fare parecchio freddo quassù, mi avevano
avvertito..." Me lo devo quasi far sovvenire come un ricordo perché io
così freddo non lo sento, mi basta il maglioncino pesante con il cappuccio incorporato che avevo
portato, lo zaino che mi fa da guanciale e il calore psichico della
ripetizione del mantra o anche solo l'emozione di trovarmi lassù non mi
fa percepire nessun disagio climatico. Mi accascio a terra tra un cane
dormiente e una coppia di cingalesi intorpiditi in un abbraccio da
chissà quante ore, e ringrazio l'universo per quel momento perfetto.
Addento qualche anacardo rimastomi nelle provviste da viaggio a base di frutta secca e banane, scruto il
cielo per carpire da che parte il sole avrebbe compiuto il suo triplice
inchino, e mi abbandono al miracolo dell'esistenza. Sono qui. SURRENDER. Sola e
con tutto il mondo, con le gambe a pezzi e l'anima riunificata nella
commozione di avercela fatta. "Solo chi ha il cuore puro, arriva in
cima" - dice la leggenda, una tra le tante che riguardano lo Sri Pada.
Non so se il mio cuore é puro, penso, ma di sicuro é intensamente vivo,
palpitante di piacere immoto, e nella sensazione di quella intensità
così integrale ci ho personalmente messo il senso del mio essere giunta
fin lì. Non sono migliore di altri, ma nella fortuna di essermi potuta
concedere questa esperienza, avverto l'urgenza di offrirla alla Madre
Terra, come riscatto per chiunque sia entrato nella mia vita fino a quel
giorno, dai conoscenti ai famigliari, agli amici, agli amanti, agli
amori, ai maestri, agli avi e antenati, come gesto d'amore irreversibile,
come sigillo privato sciolto in un dono collettivo, universale. Siamo
tutti Uno. Siete tutti qui con me, penso.
... quell'unico istante infinito in cui ho
abbracciato le mie gambe accovacciata a terra, tremante non di freddo ma
di stupore, potendo dire "Ce l'ho fatta!"
Dopo qualche minuto o un tempo
che non so bene quantificare perché di sicuro sono entrata in una
dimensione alterata di coscienza meditativa e attonita di meraviglia (Emaho!), ma anche di stanchezza, vedo arrivare Thero e man mano altri compagni di viaggio... Compiamo
insieme altri cerimoniali guidati da Thero (la puja con le
nostre offerte avvolte in pezzi di stoffa bianca da appendere a un palo,
l'inchino e l'offerta davanti all'impronta del piede gigante che per i buddhisti è di Buddha, per gli induisti di Shiva, per i musulmani di Adamo e per i cristiani di San Tommaso), per poi
giungere al momento dell'alba che le nuvole nel frattempo
vertiginosamente aumentate hanno per lo più celato. Il suono di bajan e mantra che sembrano ancora più altisonanti dopo tanto silenzio riassorbito dalla natura circostante, accompagna il primo chiarore del sorgere del sole, una luce che
s'infiltra tra la coltre di nuvolaglia densa quanto basta per farmi
esultare "Eccola, l'alba di un nuovo giorno!".
Poco importa se non ho potuto ammirare il sorgere del sole nella nitidezza che avrebbe garantito di scorgerne per tre volte la sua ascesa. Per me tutto si era compiuto nelle tre ore e mezza di scalata e la ricompensa non stava nella triplice alba, ma in quell'unico istante infinito in cui ho abbracciato le mie gambe accovacciata a terra, tremante non di freddo ma di stupore, potendo dire "Ce l'ho fatta!".
Ad attendermi c'erano altre ben due ore di discesa (ancora più faticose della salita!).
Una leggenda Sufi racconta che
Dio creò lo spirito sotto forma di un pavone e mostrò la propria immagine nello
specchio dell'Essenza divina. Il pavone fu preso da un timore reverenziale e
lasciò cadere delle gocce di sudore dalle quali furono creati tutti gli altri
esseri. L'aprirsi della coda del pavone é il simbolo dello spiegamento cosmico
dello Spirito. Nel Bardo-Thodol il pavone è il trono del Buddha Amitabha al
quale corrispondono il colore rosso e l'elemento fuoco; è il simbolo della
bellezza e del potere di trasmutazione perchè la bellezza delle sue piume si
suppone prodotta dalla metamorfosi spontanea dei veleni che egli assorbe
distruggendo i serpenti. Simbolo di immortalità in India (luogo originario di questo animale), simbolo cosmico per
l'Islam, quando fa la ruota esso raffigura sia l'universo, sia la luna piena,
sia il sole allo zenith. Nelle tradizioni esoteriche, simbolo di totalità in
quanto nel ventaglio della sua coda riunisce tutti i colori, ma anche di
impermanenza: tutto è sogno, tutto appare e svanisce come la coda del pavone
che si apre e si richiude... (testo liberamente tratto dal Dizionario dei simboli di Jean Chevalier e Alain Gheerbrant). Certe mattine in Sri Lanka, iniziano così...
E
iniziano molto presto perché, anche a voler dormire (non è il mio caso in
quanto sono abbastanza mattiniera), il richiamo della Natura è talmente deciso
e insistente che è praticamente impossibile resistere, e si fa notare in tutti
i sensi, specie quelli acustici: un concerto di cinguettii e altri versi
indefinibili (nel VIDEO alla fine del post potete farvi un'idea) rimbomba fuori dai bungalow così forte che vanifica qualsiasi
pigrizia residua di non aprire gli occhi e seguire il ritmo naturale del
risveglio. Di sicuro, tra questi versi, c'è anche quello del pavone che,
meraviglioso nella sua postura regale, si adagia tra i rami di un albero
proprio lì vicino.
Avevo appena socchiuso la porta della stanza per respirare a
pieni polmoni il primo soffio del mattino con l'odore dell'oceano a pochi
passi, vedo Nilan (il ragazzo che ci accompagna e fa da guida per tutto il viaggio, insieme a Thero) sbracciarsi nella mia direzione e farmi cenno di andare da
lui... "Vieni Cecilia, vieni, guarda, guarda c'è un pavone". Mi
arrivano prima i colori che le forme, un acquarello di bellezza mi sporca
l'anima e ..."non l'avevo mai visto un pavone così nel suo stato naturale
selvaggio e indisturbato" penso … Ringrazio all'istante l'Universo per il
dono e mi affretto a tornare in camera per prendere la macchina fotografica per
tentare qualche scatto più ravvicinato. Con lo zoom riesco a vederlo ancora
meglio, mi scintillano gli occhi nel blu del suo collo, mi scivola il respiro
tra le piume verdi della sua coda chiusa...
L’anima del mondo si affretta a
sussurrarmi malie inconfessabili, il Genius Loci, lo spirito del luogo diventa
immediatamente più spesso, acuto, inizia la danza con quel mondo dell’invisibile
che non attende altro che essere riconosciuto e amato. Tutto è anima e tutto ha
un spirito, comunicando con lo spirito del pavone ne assorbo le qualità
celebrando lo scambio con una formula psichica della creazione immaginale che
invita a “prendere con sé” la bellezza quando la si scorge, per riassorbirne l’immagine lasciandola svanire,
ripetendo come un mantra “vieni con me, vieni con me”.
Basta davvero poco per
compiere rituali in onore della bellezza, per riappropriarsi di quella forza
che deriva dal sentirsi parte di un flusso inarrestabile di amore, per entrare
nel rapporto creativo con l’aspetto spirituale (cioè invisibile) che permea
ogni cosa e che nei luoghi di natura più selvaggi di sicuro è più pregnante. E’
quell’attitudine sciamanica a prestare attenzione ai particolari e a prestare
attenzione in generale, perché la bellezza si svela solo agli occhi di chi la
sa guardare. “Lo sciamanesimo è attenzione”. L’attenzione è presenza. La
presenza è meditazione. Sathipattana. Tutto torna, tutto è collegato, tutto è
anima. E non resta che una cosa da fare: fare anima.
Camminate sempre sul fermo suolo della non-oggettività delle cose (Milarepa)