Una leggenda Sufi racconta che
Dio creò lo spirito sotto forma di un pavone e mostrò la propria immagine nello
specchio dell'Essenza divina. Il pavone fu preso da un timore reverenziale e
lasciò cadere delle gocce di sudore dalle quali furono creati tutti gli altri
esseri. L'aprirsi della coda del pavone é il simbolo dello spiegamento cosmico
dello Spirito. Nel Bardo-Thodol il pavone è il trono del Buddha Amitabha al
quale corrispondono il colore rosso e l'elemento fuoco; è il simbolo della
bellezza e del potere di trasmutazione perchè la bellezza delle sue piume si
suppone prodotta dalla metamorfosi spontanea dei veleni che egli assorbe
distruggendo i serpenti. Simbolo di immortalità in India (luogo originario di questo animale), simbolo cosmico per
l'Islam, quando fa la ruota esso raffigura sia l'universo, sia la luna piena,
sia il sole allo zenith. Nelle tradizioni esoteriche, simbolo di totalità in
quanto nel ventaglio della sua coda riunisce tutti i colori, ma anche di
impermanenza: tutto è sogno, tutto appare e svanisce come la coda del pavone
che si apre e si richiude... (testo liberamente tratto dal Dizionario dei simboli di Jean Chevalier e Alain Gheerbrant). Certe mattine in Sri Lanka, iniziano così...
E
iniziano molto presto perché, anche a voler dormire (non è il mio caso in
quanto sono abbastanza mattiniera), il richiamo della Natura è talmente deciso
e insistente che è praticamente impossibile resistere, e si fa notare in tutti
i sensi, specie quelli acustici: un concerto di cinguettii e altri versi
indefinibili (nel VIDEO alla fine del post potete farvi un'idea) rimbomba fuori dai bungalow così forte che vanifica qualsiasi
pigrizia residua di non aprire gli occhi e seguire il ritmo naturale del
risveglio. Di sicuro, tra questi versi, c'è anche quello del pavone che,
meraviglioso nella sua postura regale, si adagia tra i rami di un albero
proprio lì vicino.
Avevo appena socchiuso la porta della stanza per respirare a
pieni polmoni il primo soffio del mattino con l'odore dell'oceano a pochi
passi, vedo Nilan (il ragazzo che ci accompagna e fa da guida per tutto il viaggio, insieme a Thero) sbracciarsi nella mia direzione e farmi cenno di andare da
lui... "Vieni Cecilia, vieni, guarda, guarda c'è un pavone". Mi
arrivano prima i colori che le forme, un acquarello di bellezza mi sporca
l'anima e ..."non l'avevo mai visto un pavone così nel suo stato naturale
selvaggio e indisturbato" penso … Ringrazio all'istante l'Universo per il
dono e mi affretto a tornare in camera per prendere la macchina fotografica per
tentare qualche scatto più ravvicinato. Con lo zoom riesco a vederlo ancora
meglio, mi scintillano gli occhi nel blu del suo collo, mi scivola il respiro
tra le piume verdi della sua coda chiusa...
L’anima del mondo si affretta a
sussurrarmi malie inconfessabili, il Genius Loci, lo spirito del luogo diventa
immediatamente più spesso, acuto, inizia la danza con quel mondo dell’invisibile
che non attende altro che essere riconosciuto e amato. Tutto è anima e tutto ha
un spirito, comunicando con lo spirito del pavone ne assorbo le qualità
celebrando lo scambio con una formula psichica della creazione immaginale che
invita a “prendere con sé” la bellezza quando la si scorge, per riassorbirne l’immagine lasciandola svanire,
ripetendo come un mantra “vieni con me, vieni con me”.
Basta davvero poco per
compiere rituali in onore della bellezza, per riappropriarsi di quella forza
che deriva dal sentirsi parte di un flusso inarrestabile di amore, per entrare
nel rapporto creativo con l’aspetto spirituale (cioè invisibile) che permea
ogni cosa e che nei luoghi di natura più selvaggi di sicuro è più pregnante. E’
quell’attitudine sciamanica a prestare attenzione ai particolari e a prestare
attenzione in generale, perché la bellezza si svela solo agli occhi di chi la
sa guardare. “Lo sciamanesimo è attenzione”. L’attenzione è presenza. La
presenza è meditazione. Sathipattana. Tutto torna, tutto è collegato, tutto è
anima. E non resta che una cosa da fare: fare anima.
Camminate sempre sul fermo suolo della non-oggettività delle cose (Milarepa)
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