05 luglio 2025

Viaggi India Tiruvannamalai Istantanea 1: la Montagna


Lo spirito di Arunachala Shiva che ha traslocato in meandri di me inesplorati, sorregge una stranissima percezione del viaggio che mi ha portata a gennaio scorso in Tamil Nadu


L'anima non si spiega, si dispiega, come una bellezza incomunicabile a parole ma che è finita così dentro di te da portarsi addosso i connotati di sconosciute presenze interiori.

E così, credo, che la montagna mi sia finita dentro, plasmandosi nelle risonanze organiche di ogni presunto sentimento. Arunachala, la montagna sacra di Tiruvannamalai, che per 10 giorni è stata onnipresente allo sguardo degli occhi e del cuore, mi si è installata dentro, come un innesto di impalpabile coscienza, come un manto fatto di terra e di cielo che si dilegua nell'immensità dello spazio vuoto. Chissà, quella "terra senza sentieri" con cui Krishnamurti richiamava il senso della Verità ultima? . 

Lo spirito di Arunachala Shiva che ha traslocato in meandri di me inesplorati, sorregge una stranissima percezione del viaggio che mi ha portata a gennaio scorso in Tamil Nadu, nel luogo devozionale per eccellenza del grande maestro Ramana Maharshi di cui, ora, troneggia in casa una stampa comprata nel suo Ashram con impressa una sua celebre massima:

"L'Ordinatore controlla il destino delle anime in base alle loro azioni passate. Qualunque cosa sia destinata a non accadere, non accadrà, per quanto tu possa provarci. Qualunque cosa sia destinata ad accadere accadrà, anche se fai tutto il possibile per impedirla. Questo è certo. La cosa migliore, quindi, è rimanere in silenzio".


Il silenzio, un certo tipo di silenzio, assoluto tra i frastuoni di istintualitá pregresse o future, ha coinvolto anche qualsiasi anelito da parte mia di esternare qualcosa in merito alla molteplicità univoca di esperienza che mi ha donato il passaggio a Tiruvannamalai.

In questi giorni, sarà per le temperature così alte che mi riportano a quel caldo intenso assorbito in quei giorni, anche dal cibo piccantissimo senza possibilità di evitarlo... Sarà il fumo e l'odore di incenso che danza, evaporando, davanti all'immagine di Ramana rendendo ancora più gentile quel sorriso appena accennato e così totale che lo immortala in quasi tutte le sue foto...

Sarà che l'assenza dell'India diventa presenza a contatto con l'emozione di un sentire né sacro né profano, chissà forse profondamente umano... Sarà che oggi, semplicemente, qualcosa di quella Montagna Interiore ha scelto di emettere i suoni di queste parole e di condividerle con chi li leggerà, senza pretesa di nulla. Come quando si scarta un regalo talmente bello, che viene voglia di condividerlo. 




L'urgenza di un rituale di scambio, come il fiore giallo del prasad (cibo rituale) che ho lasciato scorrere tra le acque del lago al cospetto di Arunachala, in solitarie peregrinazioni controcorrente (guarda il video).
C'era un universo intero di uccelli a corteggiare quel momento d'estasi, di perdita e di ritrovamento.  E c'era, e c'è tutt'ora, l'invisibile canto di una perseveranza a cui non so dare nomi, ma che svetta come la cima di Arunachala dietro il cappello di un manto di nuvole. Quelle che passano, mentre l'esistenza resta, cosciente di Sé.

La cima che riunifica gli opposti.

La mano che molla la presa, il fiore che scorre nell'acqua. 

L'anima non si spiega, si dispiega.



VIAGGIO A TIRUVANNAMALAI, GENNAIO 2025





Appunti di viaggio ... 

Suoni in lontananza, canti con il riverbero di vento e silenzio,
aria di sacralità senza nessun officiante.
L'uccello azzurro gorgheggia in prossimità della finestra,
il canto del gallo riecheggia insieme ai primi ruggiti di motori e faccende umane.
La montagna di fuoco Arunachala osserva il transito di ogni cosa.
Le vacche vestite a festa, le donne curve sui loro escrementi sacri,
accendono fuochi e tengono cesti pesanti sulla testa.
Tra elemosina e Assoluto che differenza fa? 



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