18 luglio 2020

I due atteggiamenti nella vita: Costruire o Piantare




Costruttori o giardinieri: e tu, da che parte stai?
Un texto anónimo de la tradición dice que cada persona, en su existencia, puede tener dos actitudes: Construir o Plantar. Los constructores pueden demorar años en sus tareas, pero un día terminan aquello que estaban haciendo. Entonces se paran y quedan limitados por sus propias paredes. La vida pierde el sentido cuando la construcción acaba.
Pero existen los que plantan. Éstos a veces sufren con las tempestades, las estaciones y raramente descansan. Pero al contrario que un edificio, el jardín jamás para de crecer. Y, al mismo tiempo que exige la atención del jardinero, también permite, que, para él, la vida sea una gran aventura.
Los jardineros se reconocerán entre sí, porque saben que en la historia de cada planta está el crecimiento de toda la Tierra.”
Un testo anonimo della tradizione afferma che, nel corso della propria esistenza, ogni essere umano può adottare due atteggiamenti: Costruire o Piantare. I costruttori possono dilungarsi per anni nei loro compiti, ma arriva un giorno in cui terminano la propria opera. A quel punto si fermano, e il loro spazio risulta limitato alle pareti che hanno eretto. Quando la costruzione è finita la vita perde di significato. 
Poi ci sono quelli che piantano: talvolta soffrono per le tempeste e le stagioni, e raramente riposano. Ma al contrario di un edificio, il giardino non smette mai di svilupparsi. Esso richiede l'attenzione continua del giardiniere, ma nello stesso tempo gli permette di vivere una grande avventura. 
I giardinieri sapranno sempre riconoscersi l'un l'altro, perché nella storia di ogni pianta c'è la crescita della Terra intera.


Prendo spunto da questo brano tratto dal libro "Brida" di Paulo Coelho per ispirare una ulteriore suggestione in merito alla naturale poeticità della vitaLo riporto tradotto in italiano, ma anche in lingua originale, perché amo l'origine delle cose e la veridicità che da esse trapela. 
Già il termine "naturale" richiama per assonanza la Natura. 
Naturale deriva da natura. 
La "natura delle cose" è un modo di dire che nel linguaggio metaforico  indica l'andare nel cuore di qualcosa, tornare all'essenza. 
In natura non c'è costrutto, c'è solo resa a un processo di spontanea crescita, maturazione, distruzione, rinascita in nuove forme. 

Costruire implica un artefatto, un'aggiunta, un'interferenza, una sovrapposizione, un fare. 
Piantare evoca un accompagnamento, un gesto iniziale che lascia spazio alla spontaneità dell'emergere, un lasciare accadere. 

Masanobu Fukuoka, padre dell’agricoltura naturale e autore del libro “La rivoluzione del Filo di Paglia"

"Chi semina, raccoglie" ... 
Chi costruisce, non semina. 
Chi raccoglie, si inchina. Un gesto, questo, così nobile e gentile se privo di convenevoli. Come nel caso di giardinieri e contadini, che si prostrano alla terra da coltivare per fecondarla. 

Raccogliere tiene in serbo nell'etimo la parola cogliere. 
Cogliere è un verbo ricco di sfumature, come ciò che evoca: il mistero della vita non si può e non si deve capire con uno sforzo intellettuale di pura ragione, pena la sua veridicità. Si può solo cogliere... 

Cogliere segnali
Cogliere la bellezza delle piccole-grandi cose
Cogliere il silenzio dietro le parole e le parole dietro ai silenzi
Cogliere sguardi, sorrisi o presentimenti
Cogliere i versi di una poesia, o un frutto maturo ... 

La vera vita scorre al di là di tutte le costruzioni. Fisiche, mentali, emotive.
Costruire definisce limiti alla spaziosità, impone forme, veicola direzioni.
Piantare accompagna il sorgere di nuove fioriture spontanee.

La natura è maestra di ritmo, di stagionalità, di ciclicità, di fluidità senza posa, di resilienza senza sforzo. Per questo la natura è intimamente poetica, per questo da che mondo è mondo, tutti gli esseri viventi provano una sorta di sollievo a trascorrere del tempo in ambienti naturali. È un richiamo salvifico dell'anima. All'avventura della coscienza, alla cura del giardiniere. Per questo - parafrasando Franco Arminio - 

abbiamo bisogno di contadini e di poeti. E di cedere la strada agli alberi


"I contadini dappertutto nel mondo 
sono fondamentalmente gli stessi. 
Lasciateci dire che la chiave per la pace 
si trova vicino alla terra." 

(Masanobu Fukuoka)



I pini secolari del Parco del Ninfeo, Roma luglio 2020


INCHINARSI

"Quando fai esperienza di qualcosa di molto più grande di te, sarai portato spontaneamente a inchinarti. Se vuoi diventare devoto, almeno una volta ogni ora, quando sei sveglio, unisci le mani e inchinati a qualcosa. Non importa a chi o a che cosa. Non scegliere. Qualunque cosa tu veda - un albero, una montagna, un cane, un gatto o altro - china la testa e basta. Non dev'essere necessariamente un atto fisico, può essere anche un'azione interiore. L'importante è farlo lungo tutto l'arco della giornata, una volta ogni ora. Vedi se arrivi a farlo una volta al minuto. Quando diventa una volta al minuto, non c'è alcun bisogno di usare le mani e il corpo: fallo semplicemente da dentro. Quando diventa il tuo modo di essere, sei devoto.
Una vita intera non ti basterà a capire una foglia, un elefante, una formica o un atomo. Non sei neppure in grado di raccapezzarti con una sola molecola di DNA. Tutto quello che non riesci a cogliere si trova in uno stato superiore di intelligenza esistenziale rispetto a te. Quando riesci a vederlo - a vederlo davvero - sei devoto.
Devoto è chi è disposto a dissolversi nell'oggetto della sua devozione. Se sei devoto alla vita, diventi tutt'uno con essa. Non essere estraneo al processo della vita. Sii devoto. Dissolviti"  
(Sadhguru - La Gioia è alla portata di tutti)  

Sii poeta, dissolviti. 
Sii poeta, raccogliti.

Ecco perché il poeta non si sbaglia, è un giardiniere dell'anima.

Porto Recanati, luglio 2020







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