Se qualcosa non è ancora chiaro, non c'è da rimestare nell'oscurità. Basta accendere una luce. Onorate il buio, e ogni giorno avrà un colore nuovo.
Diwali significa "festa delle luci", è probabilmente la festa hindu più conosciuta insieme alla Holi, la festa dei colori. Si celebra in tutta l'India tra ottobre e novembre, precisamente nel quattordicesimo giorno di luna calante e segna l'inizio del nuovo anno hindu. È contraddistinta dal meraviglioso spettacolo luminoso creato dalle lampade di argilla e dalle candele che irradiano un caldo bagliore per tutta la città e che alludono alla luce come simbolo del bene e della sua vittoria sulle forze del male simboleggiate dalle tenebre.
Dalle tenebre alla luce è il salto metaforico verso la conoscenza della propria vera natura, del luminoso Sé, quando si dissipa il velo delle tenebre dell'ignoranza, scambiare per reale ciò che è illusorio, identificarsi con ciò che è mutevole nel divenire dimentichi dell'eternità dell'essere. In tre versi lo esprime poeticamente uno dei mantra vedici più famosi (Om asatoma mantra, il mantra della Conoscenza):
Om Asato ma sat gamaya, - Dall’irreale conducimi alla realtà vera (asat irrealtà – sat verità)
tamaso ma jyotir gamaya – dalle tenebre alla luce (tam, pesante, tenebroso – joty luce)
Mrityur ma amritam gamaya - dalla morte all’immortalità – (amrita, acqua della vita eterna)
"Nella notte priva di luna si accendono in onore di Laksmi (sostituita, nel Bengala, da Kali) migliaia di lucerne, che si dispongono in lunghe file (avali) sulle terrazze, sui davanzali e davanti alle soglie delle case, oppure si affidano alla corrente dei fiumi; anche in questo caso la tradizione popolare ha sovrapposto al culto della dea il ricordo di un evento della storia di Rama: il suo ritorno alla propria capitale Ayodhya dopo l'esilio." (Piano, Sanatana Dharma p.262-267).
"Quando Rama sconfisse Ravana e ritornò nel suo regno, il popolo di Ayodhya illuminò con piccole candele a olio l'intera città.Di notte l'intero regno brillava come un diamante, scintillanti nell'oscurità. Nello yoga la luce e la fiamma della lampada sono il simbolo di Anahata chakra, che rappresenta l'amore.Quando Rama arrivò ad Ayodhya non c'era oscurità, quando la luce dell'amore si risveglia in Anahata l'oscurità data dall'egoismo scompare. È l'egoismo che porta l'oscurità nella nostra vita.La festa del Diwali può essere intesa come l'apertura del cuore e l'illuminazione della lampada dell'amore, della compassione e dei sentimenti positivi del cuore." (Sw. Niranjanananda Saraswati).
Accendere fuochi è un gesto letterale e metaforico bellissimo.
Nei giorni più bui dell'anno, e metaforicamente della vita, la luce può essere molto più che una metafora. Illuminazione, letteralmente luce in azione, è un abbraccio di calore quando si ha freddo. E quando si ha freddo, o non si vede nulla a causa del buio, accendere fuochi, camini, lumini, lanterne, crea immediatamente uno spazio di accoglienza dove prima c'era titubanza o sconforto. Accendere fuochi è un gesto letterale e metaforico bellissimo.
Si perde nella notte dei tempi il culto del fuoco, non c'è ritualità di natura che non implichi l'invocazione l'evocazione e il contatto con l'elemento fuoco. Fuoco digestivo, "agni" nello yoga e in ayurveda, spirito cruciale per la regolazione del metabolismo e della capacità assimilativa dei nutrienti. "Agni" fuoco della disciplina spirituale (tapas), del ricercatore della verità, dell'amante infervorato dall'amore per il suo dio, amore come fuoco spirituale e corpo d'amore. In quasi tutte le tradizioni dei popoli nativi, le decisioni più importanti si prendono attorno a un fuoco acceso, nel circolo sacro che dona equanimità ai partecipanti, e la partecipazione al cerchio della vita si infiamma di coraggio, volontà in affidamento e gratitudine. La gratitudine non manca mai ai puri di cuore.
Accendete un fuoco e dite "Grazie", fate questa prova, anche solo quando accendete i fornelli nella vostra cucina o la luce della stanza. È così scontato che tutto questo accada? Che una fiammella vi riscaldi il cuore o il cibo che mangiate, è nutrimento, dono, compartecipazione. Quanto partecipate alla vita che fate?
Radunatevi attorno ai fuochi, non perdete speranze che nessuno può togliervi se non voi stessi. Il focolare sa di casa dove c'è un atto di amore genuino, una familiarità con la cura che non lascia nulla di intentato. Davanti a un camino acceso viene voglia di raccontare storie, di svelare intimità, di entrare in confidenza con chiunque, di fare domande più che avere risposte. È meraviglioso! Il fuoco accende la luce interiore che non fu mai spenta. E allora, perché l'accende? Perché gli occhi non sono fatti per vedere ma per amare…
Mai come in questo periodo siamo chiamati all'amore, quello forse poco romantico ma efficace: niente effusioni ma fusioni, l'invisibile trova sempre un modo per riscaldarci, lo spirito aleggia sul fuoco e, invece di spegnerlo, lo alimenta. Lo alimenta, ovvero, lo nutre.
Lasciamoci alimentare dalle piccole luci delle grandi notti buie, invece di volerle trascorrere velocemente, velocemente dimenticare per passare ad altro. Impariamo a sostare anche nelle fini, nei tramonti, negli addii, nelle ceneri, nelle terre dissodate, prima di voler passare ad altro e raccogliere, fiorire, incontrare, albeggiare. C'è una stagione per ogni cosa e ogni cosa è uno spazio sacro dentro di noi. Anche il firmamento ha i suoi fuochi, sembrano puntini luminosi e sono stelle. Prendiamo spunto dai piccoli gesti per alzare l'asticella della nostra attenzione su ciò che è davvero importante.
Per tutto il periodo del Diwali, o dell'inverno o di qualsiasi "notte buia" della vita, sentiamoci grati e affidati quando accendiamo un fuoco, aiutandoci come atto per ancorarci alla presenza, ai gesti più quotidiani che siamo soliti fare: accendere i fornelli, la luce del comodino, una candela etc.
Se qualcosa non è ancora chiaro, non c'è da rimestare nell'oscurità. Basta accendere una luce. Onorate il buio, e ogni giorno avrà un colore nuovo.
Diwali 2020 - Porto Recanati, 14 novembre |
Instagram @ceciliaisha
Facebook /ilmestieredeldare
Twitter @mestieredeldare
Nessun commento:
Posta un commento