Benchè ormai il mio percorso yogico sia avviato da anni, partecipo sempre molto volentieri agli incontri introduttivi allo Yoga. Perchè fa sempre bene ricordarsi da dove si è partiti e il confronto con chi si avvicina per la prima volta a questa disciplina è più che mai proficuo.
"Chi fa yoga per sperimentare solo i benefici del corpo fisico, è come chi si avvicina a un banchetto succulento e si accontenta delle briciole". Il mio maestro romano Giorgio Furlan ama questa affermazione ed è più che mai fondamentale penetrarne il senso profondo. Gli fa eco il mio nuovo maestro "torinese" James Eruppakkattu (che in realtà è indiano che più indiano non si può) il quale, introducendo lo Yoga in una delle sue lezioni preliminari per i nuovi allievi della Scuola, si sofferma a lungo sulla necessità di comprendere come e perchè armonizzare corpo-mente-spirito, che poi è l'essenza di quella Unione così teneramente custodita nel nome stesso di Yoga (la radice del termine viene dal sanscrito: "iug" e vuol dire, appunto, "unione").
Se si vogliono ottenere benefici solo sul piano fisico, si può fare ginnastica o qualsiasi altro sport che tenga in allenamento il corpo. Ma lo Yoga è ben altro perchè, benchè abbia a che fare visceralmente con il nostro involucro fisico da cui non possiamo prescindere in quanto esseri incarnati, va ben oltre. Il vero processo che la Sadhana (pratica yogica) stimola è un radicale cambiamento della coscienza. A questo si va incontro, praticando con serietà lo Yoga. Ed è bene saperlo subito.
Una delle ragazze presenti all'incontro introduttivo, alla fine dell'ora rimane perplessa. Si aspettava di "conoscere qualcosa di più sulle posizioni". E questo riflette bene l'equivoco di fondo - in realtà si tratta spesso solo di innocente mancanza di conoscenza sulla materia (ci sono passata anche io) - su cosa sia praticare Yoga, complice a mio avviso una spropositata diffusione negli ultimi anni di corsi e seminari che offrono yoga in tutte le salse promuovendolo come una sorta di ginnastica da palestra anti-stress. Ebbene, le tanto amate "asana" (posizioni fisiche) sono solo una parte della disciplina yogica, una parte senz'altro fondamentale perchè aiuta e sostiene il nostro organismo nel processo di "evoluzione interiore" che la Sadhana svolta con costanza e intenzione, supporta: purificazione dalle tossine, potenziamento delle energie vitali, flessibilità muscolare, regolarizzazione della pressione sanguigna, maggiore capacità polmonare, sono solo alcuni dei più immediati benefici ottenibili a livello fisico e, conseguentemente, mentale e spirituale.
E conseguentemente mentale e spirituale. Questo nesso è cruciale.
Lo Yoga si basa su una conoscenza certosina dell'organismo umano quale unione perfetta tra un corpo fisico (facilmente sperimentabile grazie ai cinque sensi), un corpo mentale (facilmente sperimentabile grazie a pensieri ed emozioni), un corpo animico o spirituale (non facilmente sperimentabile... ed è qui che lo Yoga interviene in tutta la sua potenza). Se i tre elementi sono, come lo sono, intrinsecamente connessi tra di loro, agendo su uno dei tre si hanno ripercussioni inevitabili anche sugli altri due. Lo Yoga aggiunge un ingrediente fondamentale affinchè questa alchimia funzioni alla perfezione inducendo all'armonizzazione perfetta dei tre elementi (che poi non sono solo tre ma ne parleremo un'altra volta, accenno soltanto al fatto che siamo composti anche di un corpo di beatitudine stracolmo di gioia - l'Ananda Maya Kosha- che non aspetta altro di essere attivato!). La parola magica è: Consapevolezza.
Cosa distingue una postura di streching da un'asana dello yoga?
L'atteggiamento mentale. La concentrazione e la cura del respiro (altro elemento cruciale della Sadhana), unite alla lentezza dei movimenti e al mantenimento cosciente della posizione per alcuni minuti in uno stato di interiorizzazione focalizzata, trasformano un gesto ginnico in un atto meditativo.
Dall'immobilità della posizione scaturisce la calma nel corpo fisico, dal controllo del respiro (pranayama) scaturisce la quiete della mente (ritmo del respiro ed attività mentale è un altro di quei rapporti per i quali intervenendo su un elemento si hanno ripercussioni anche sull'altro), dall'interiorizzazione focalizzata nasce il silenzio ed è lì che si entra in contatto con la parte animico spirituale di noi stessi: l'Atman. Qualcosa che va oltre qualsiasi definizione e che lo Yoga offre al praticante sincero come un puro esperire. Perchè se è vero che lo Yoga poggia le basi su un considerevole retroterra culturale e filosofico (basti citare i Veda che sono le scritture più antiche della storia), esso è prima di tutto una PRATICA. Non è un atto di fede e non contempla adesioni religiose particolari. Lo Yoga si mette in pratica, altrimenti non è Yoga. E, benchè ci siano una miriade di testi dedicati all'argomento, lo Yoga non si può imparare (solo) sui libri. L'indottrinamento che non porti a risultati percepibili sulla nostra personale evoluzione è un segnale che c'è qualcosa che non va: la via dell'apprendimento passa soprattutto per la sperimentazione individuale.
"Il risultato è la misura della verità" - recita un detto hawaiano. Ed è proprio così.
Ciò detto, non esiste una verità uguale per tutti e questo è un altro concetto a cui tengo molto. Benchè io sia una yogini convinta ed appassionata, credo che ciascuno abbia la sua strada da percorrere, il suo personale cammino ed esperienza, così come c'è un tempo per ogni cosa nella vita. Ci sono diversi strumenti per ottenere uno stesso risultato (persino all'interno dello Yoga ci sono tante diramazioni: Hatha, Kundalini, Raja, Bhakti, Karma, Jnana). L'importante sarebbe tenere a mente il risultato, dare uno scopo alla propria vita che non sia la sopravvivenza, provare gioia in tutto quello che si fa e, soprattutto, che si é. Essere liberi. Liberi di essere.
Concludo questo post con le parole del Maestro James, sono sicura le prime di una lunga serie di pillole di saggezza da poter condividere con chiunque vorrà leggerle e farle sue.
"La vera libertà è desiderare di meno, ma prima tuffatevi nel mondo e prendete tutto quello che potete, con gioia e consapevolezza. Dopo, tornate a voi stessi. Non vi servirà altro" (James Eruppakkattu)
Scuola Yoga Shanti
Via San Secondo 51 - Torino
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Letture consigliate
"Yoga Sutra" di Patanjali
"Chi fa yoga per sperimentare solo i benefici del corpo fisico, è come chi si avvicina a un banchetto succulento e si accontenta delle briciole". Il mio maestro romano Giorgio Furlan ama questa affermazione ed è più che mai fondamentale penetrarne il senso profondo. Gli fa eco il mio nuovo maestro "torinese" James Eruppakkattu (che in realtà è indiano che più indiano non si può) il quale, introducendo lo Yoga in una delle sue lezioni preliminari per i nuovi allievi della Scuola, si sofferma a lungo sulla necessità di comprendere come e perchè armonizzare corpo-mente-spirito, che poi è l'essenza di quella Unione così teneramente custodita nel nome stesso di Yoga (la radice del termine viene dal sanscrito: "iug" e vuol dire, appunto, "unione").
Se si vogliono ottenere benefici solo sul piano fisico, si può fare ginnastica o qualsiasi altro sport che tenga in allenamento il corpo. Ma lo Yoga è ben altro perchè, benchè abbia a che fare visceralmente con il nostro involucro fisico da cui non possiamo prescindere in quanto esseri incarnati, va ben oltre. Il vero processo che la Sadhana (pratica yogica) stimola è un radicale cambiamento della coscienza. A questo si va incontro, praticando con serietà lo Yoga. Ed è bene saperlo subito.
Una delle ragazze presenti all'incontro introduttivo, alla fine dell'ora rimane perplessa. Si aspettava di "conoscere qualcosa di più sulle posizioni". E questo riflette bene l'equivoco di fondo - in realtà si tratta spesso solo di innocente mancanza di conoscenza sulla materia (ci sono passata anche io) - su cosa sia praticare Yoga, complice a mio avviso una spropositata diffusione negli ultimi anni di corsi e seminari che offrono yoga in tutte le salse promuovendolo come una sorta di ginnastica da palestra anti-stress. Ebbene, le tanto amate "asana" (posizioni fisiche) sono solo una parte della disciplina yogica, una parte senz'altro fondamentale perchè aiuta e sostiene il nostro organismo nel processo di "evoluzione interiore" che la Sadhana svolta con costanza e intenzione, supporta: purificazione dalle tossine, potenziamento delle energie vitali, flessibilità muscolare, regolarizzazione della pressione sanguigna, maggiore capacità polmonare, sono solo alcuni dei più immediati benefici ottenibili a livello fisico e, conseguentemente, mentale e spirituale.
E conseguentemente mentale e spirituale. Questo nesso è cruciale.
Lo Yoga si basa su una conoscenza certosina dell'organismo umano quale unione perfetta tra un corpo fisico (facilmente sperimentabile grazie ai cinque sensi), un corpo mentale (facilmente sperimentabile grazie a pensieri ed emozioni), un corpo animico o spirituale (non facilmente sperimentabile... ed è qui che lo Yoga interviene in tutta la sua potenza). Se i tre elementi sono, come lo sono, intrinsecamente connessi tra di loro, agendo su uno dei tre si hanno ripercussioni inevitabili anche sugli altri due. Lo Yoga aggiunge un ingrediente fondamentale affinchè questa alchimia funzioni alla perfezione inducendo all'armonizzazione perfetta dei tre elementi (che poi non sono solo tre ma ne parleremo un'altra volta, accenno soltanto al fatto che siamo composti anche di un corpo di beatitudine stracolmo di gioia - l'Ananda Maya Kosha- che non aspetta altro di essere attivato!). La parola magica è: Consapevolezza.
Cosa distingue una postura di streching da un'asana dello yoga?
L'atteggiamento mentale. La concentrazione e la cura del respiro (altro elemento cruciale della Sadhana), unite alla lentezza dei movimenti e al mantenimento cosciente della posizione per alcuni minuti in uno stato di interiorizzazione focalizzata, trasformano un gesto ginnico in un atto meditativo.
Dall'immobilità della posizione scaturisce la calma nel corpo fisico, dal controllo del respiro (pranayama) scaturisce la quiete della mente (ritmo del respiro ed attività mentale è un altro di quei rapporti per i quali intervenendo su un elemento si hanno ripercussioni anche sull'altro), dall'interiorizzazione focalizzata nasce il silenzio ed è lì che si entra in contatto con la parte animico spirituale di noi stessi: l'Atman. Qualcosa che va oltre qualsiasi definizione e che lo Yoga offre al praticante sincero come un puro esperire. Perchè se è vero che lo Yoga poggia le basi su un considerevole retroterra culturale e filosofico (basti citare i Veda che sono le scritture più antiche della storia), esso è prima di tutto una PRATICA. Non è un atto di fede e non contempla adesioni religiose particolari. Lo Yoga si mette in pratica, altrimenti non è Yoga. E, benchè ci siano una miriade di testi dedicati all'argomento, lo Yoga non si può imparare (solo) sui libri. L'indottrinamento che non porti a risultati percepibili sulla nostra personale evoluzione è un segnale che c'è qualcosa che non va: la via dell'apprendimento passa soprattutto per la sperimentazione individuale.
"Il risultato è la misura della verità" - recita un detto hawaiano. Ed è proprio così.
Ciò detto, non esiste una verità uguale per tutti e questo è un altro concetto a cui tengo molto. Benchè io sia una yogini convinta ed appassionata, credo che ciascuno abbia la sua strada da percorrere, il suo personale cammino ed esperienza, così come c'è un tempo per ogni cosa nella vita. Ci sono diversi strumenti per ottenere uno stesso risultato (persino all'interno dello Yoga ci sono tante diramazioni: Hatha, Kundalini, Raja, Bhakti, Karma, Jnana). L'importante sarebbe tenere a mente il risultato, dare uno scopo alla propria vita che non sia la sopravvivenza, provare gioia in tutto quello che si fa e, soprattutto, che si é. Essere liberi. Liberi di essere.
Concludo questo post con le parole del Maestro James, sono sicura le prime di una lunga serie di pillole di saggezza da poter condividere con chiunque vorrà leggerle e farle sue.
"La vera libertà è desiderare di meno, ma prima tuffatevi nel mondo e prendete tutto quello che potete, con gioia e consapevolezza. Dopo, tornate a voi stessi. Non vi servirà altro" (James Eruppakkattu)
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Yoga International Bazar
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Letture consigliate
"Yoga Sutra" di Patanjali
Lo yoga dei grandi maestri
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Pure io mi sono avvicinato allo yoga anni fa perchè cercando qualche corso per fare streching da alternare ai miei allenamenti di corsa. Non avevo considerato e non mi aspettavo tutti gli altri aspetti e ai benefici non solo fisici che ne sono derivati. La meditazione e la respirazione sono aspetti fondamentali. Lo yoga ci accompagna in tutti i momenti della giornata e non solo nella pratica delle asana durante lelezioni
RispondiEliminaGrazie casinas, per la tua testimonianza. Dici bene, lo Yoga è una pratica che permea ogni aspetto della vita, una volta entrati nella profondità di questa disciplina, qualsiasi momento della giornata diventa una lezione di yoga ;-)
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