24 giugno 2014

IL SOGNO DELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI



Su un manto di vellutate vallate color erba e terra bagnata
nell'intercapedine di due cime montuose
che svirgolano l'angolatura del cielo
dove il mio sguardo si posa incredulo
avvolto nel rossore timido e infuocato di un primo albeggiare
nella notte dei tempi
un sole gigante fa capolino quasi rimbalzando
dal ventre molle della terra
e si eleva dall'interstizio montuoso
come una mongolfiera cosparsa di rose
ma nell'attimo stesso dell'ascesa
la palla di fuoco compie un balzo veloce a tracciare
un arco nel cielo, come molla sospinta dal vento
va a finire tra le onde di un mare che, dall'altra parte dei monti,
si desta. Con lo stesso sobbalzo, i miei occhi seguono
quest'anomalia danzante del sole e con immenso stupore
da lontano pertecipando all'insolito fenomeno
assistono alla caduta nell'acqua: un tonfo clamoroso,
un tuffo nell'impermanenza liquida
ed io a domandarmi:
come il sole può resistere dentro l'acqua
non andrà forse a spegnersi?
Ripercorro con la mente ancora immersa
nello stato onirico di questa visione
il balzo del sole - una freccia scoccata dall'arco teso -
dalle solide pendici dei monti alle fluide profondità marine
come un'alba che precipita istantanea nel tramonto
dal ventre montuoso della terra al suo utero bagnato
E mi sovviene il senso dell'Unione
dell'acqua con il fuoco, del vento con la terra
dell'alto in basso e del mio stupore con la gioia
E mi sovviene il senso dell'Unione
di qualcosa al suo contrario
e la Bellezza di ciò che c'è nel mezzo:
l'arcobaleno, il balenare di un arco 

quel tragitto silenzioso
che unisce un inizio a una fine

una fine a un nuovo inizio
E mi sovviene il senso dell'Unione

Farò di San Giovanni in Piazza Castello, Torino 23 giugno 2014