23 maggio 2016

SENTIRSI A CASA OVUNQUE

Adoro questo affaccio sul Po dove spesso il mio sguardo riposa ed osa. L'acqua del fiume che scorre in uno spiraglio di mondo che appare e svanisce. E mentre tutto cambia colore i ciliegi fioriscono. Ed è quasi primavera e ritorna quella eco ai margini del nulla: "C'è una stagione per ogni cosa" - Torino  18 marzo 2016





Spesso lungo il sentiero spirituale ci si trova a fare i conti con i presunti risultati della propria evoluzione, come se una resa dei conti più o meno in forma di esame di coscienza fosse necessaria per godere appieno dei frutti delle proprie fatiche. Ma dove sto andando? Dove mi ha portato questa situazione? Ho fatto la scelta giusta? Dove sono ora é ciò che realmente voglio? La mente è sempre lì pronta a mettere in crisi la naturale spontanea fluidità dell’essere che altro non chiede se non, appunto, essere. Ci si perde la gioia di una camminata pensando a quanto tempo rimane per raggiungere la meta! Come se la meta non fosse già interamente lì, dentro quel tragitto tracciato dai tuoi passi, dentro le impronte impresse dalla tua anima al tuo passaggio, dentro l’odore che lascia la scia del tuo respiro, passo dopo passo dentro il cuore di ogni cosa.
Camminando nella Natura, respirando Amore ©Foto CECILIA MARTINO

Ogni luogo in cui ci troviamo è la nostra meta. Ogni persona in cui ci imbattiamo è la nostra meta. Ogni situazione che viviamo è la nostra meta. Ogni istante che perdiamo domandandoci se dovremmo essere da qualche altra parte, è l’allontanamento dalla nostra meta. Non c’è niente che tu debba raggiungere, ottenere, trattenere, afferrare, possedere, interpretare, analizzare, se non l’attimo in cui ti dai per amore a tutto ciò che è. Consapevolezza dell’essere anima pulsante in ogni cosa e, dunque, in ogni cosa la leggerezza del fare anima che alle cose lascia giusto il tempo di svanire nell'eternità di un sogno.
"L'Assoluto è ovunque, ogni finito è un infinito" (Sri Aurobindo)


Se quello che stiamo vivendo non ci piace, non è cambiando strada che ci piacerà di più, o meglio, potrebbe apparirci così di primo impatto ma poi scopriremmo che… ovunque andiamo, portiamo noi stessi e se l’anima che ci ruggisce dentro non viene celebrata perché troppo impegnati ad ascoltare il refrain della mente giudicante, possiamo sentire l’insoddisfazione latente tra le quattro mura del nostro appartamento, come alle Maldive!
Così piccola, così grande ... Il destino della quercia è già contento nella piccola ghianda.
La strada che ci conduce alla felicità non ha sostegni esterni, niente panorami eclatanti o barriere protettive per chi soffre di vertigini; bisogna essere disposti a danzare sopra l’abisso con le ali della perfetta creatività, niente di rassicurante perché l’anima che si svela non  cerca conferme, ma ispirazioni. Non ha bisogno di idee ma di spazio. E allora, smettiamola di domandarci ad ogni piè sospinto dove ci sta portando la strada e diventiamo quella strada. Entriamoci dentro come non ci fosse un domani, cavalchiamola con la passione di un atto inaudito di libertà o di totale disobbedienza (a cosa? Ai luoghi comuni, per esempio,  quei “luoghi” del mentale raziocinante dove tutto deve essere giustificato, verbalizzato, categorizzato, persino le nostre esperienze “spirituali”…). Disidentifichiamoci con tutto il retroscena dell’ego che ci recita a memoria le domande più chiassose per distrarci dalle profondità silenziose e visionarie dell’essere. L’essere qui e ora, qui e sempre, qui e altrove, in ogni luogo simultaneamente. Danzate la vostra vita, passo dopo passo. Dovunque dobbiate andare, ci siete già!


NON DOMANDARTI DOVE PORTA LA STRADA, SEGUILA E CAMMINA SOLTANTO ... 





La terra è la mia casa. 
Ovunque è la mia dimora, 
colori sempre più vividi 
sollevano dell'anima 
l'ancestrale memoria. 
E tutto vive. Si accende. 
Fuma quieti bracieri 
di sogni luminosi d'ombra radiante 
e poi svanisce. 
E tutto muore. Si spegne. 
Fermenta la terra di profumi nuovi 
danzando sulle ceneri. 
E tutto continua. 
Diviene -  in un boato di glorioso stupore - eterno.

(Torino, 22 maggio 2016)


"La vostra vita quotidiana è il vostro tempio e la vostra religione. Ovunque andate, portate voi stessi" (Gibran - Il Profeta) 

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