27 maggio 2013

L'IMPORTANZA DI ... RIEMPIRE LE CANTINE


Se me lo avessero detto anni fa, che avrei dovuto lasciare Roma e per giunta per trasferirmi in una città del Nord Italia, non solo non ci avrei creduto ma avrei ritenuto la cosa semplicemente impossibile. Da dirsi, da farsi, anche solo da immaginarsi. Per tanti motivi personali, ovviamente, ma anche per una sorta di assuefazione al radicamento autoalimentata negli anni dalle molteplici belle esperienze vissute nella città che mi ha dato i natali e da cui sono sempre tornata dopo i miei pur tanti viaggi. E poi il tormentone luciferino del “Roma è Roma”, quell’unicum antropomorfico da cui è difficile tirarsi fuori, l’imprinting di appartenenza che ti si stampa addosso, anzi dentro, in profondità difficili da raggiungere con la sola ragionevolezza. Ma fortunatamente, la vita ha più fantasia di noi (è uno dei miei motti preferiti) e a dispetto delle nostre paure, dei nostri preconcetti e delle nostre abitudini radicate come schematismi mentali, ci pone davanti esattamente le situazioni che più “ci servono” in quel preciso momento, né prima né dopo. Ovviamente nell’immediato non se ne comprendono le ragioni appieno ma, rimanendo il più possibile ricettivi ai segnali che continuamente l’Universo invia in varie forme (le sincronicità sono le sue preferite!), si può percepire quel sottile strato di catartico rigore che sostiene ogni movimento del nostro meraviglioso divenire. Che è un fluire con la vita. E fluire con la vita vuol dire allinearsi con i cambiamenti che sono geniali strumenti di perfezionamento dell’evoluzione personale, se non si pone loro eccessiva resistenza, se si rimane aperti all’imprevedibile senza sgomentarsi, e (cosa ben più ardua) mettendo in cantina qualsiasi atteggiamento giudicante. 


 

Dunque, il mio primo passo è stato proprio questo: riempire la cantina. E, oltre a scoprire quanta robaccia inutile possa entrare lì dentro, l’effetto più sconvolgente è stato – come è prevedibile – il suo contrario: quanta preziosa energia vitale può essere immagazzinata durante quest’opera di smistamento. Perché là dove si crea spazio facendo pulizie di ciò che è superfluo, la leggerezza del vuoto prende forma. E l’essenziale rimane. Dagli oggetti alle amicizie, tutto si riqualifica o perde valore. Tutto si rimodella in base ai nuovi potenziali che sono stati messi in atto mediante la rimozione del vecchio. E’ la legge naturale della “chiusura dei cicli”, così corroborante da perforare qualsiasi ultima difesa possibile edificata da quella gabbia urticante che è la mente egoica.

Quando ho intuito che “dovevo andare” perché era giunto il momento per me di fare questa esperienza, ho sentito semplicemente danzare qualcosa sottopelle, in particolare una sorta di borbottio dall’ombelico in su: era il plesso solare che mi parlava, il nostro secondo cervello, quello delle sensazioni di pancia che troppo spesso ignoriamo … E mi sono istantaneamente tranquillizzata, perché l’intelligenza superiore della mente intuitiva aveva già scelto. Certo, dopo ho dovuto fare i conti con il bombardamento razionale a cui non è parso vero di sfogarsi, neanche a dirlo: oddio il trasloco, oddio il freddo, oddio la neve, oddio i torinesi, oddio mamma e papà da soli … e via dicendo tutto il miglior repertorio di  sabotaggi di cui l’ego messo in crisi dispone. E tutto sommato è anche molto divertente stare ad osservare questa lotta impari che si svolge nel terreno fertile della consapevolezza. E’ come fare andare in palestra ogni giorno la coscienza, ed è un buon allenamento. 

A un mese e un giorno dal mio viaggio di sola andata Roma-Torino, l’aria che tira non ha niente di viziato. C’è solo un grande spiraglio a cui mi piace attingere luce ogni volta che mi va, e l’eco che mi rimanda il grande spazio che ho ricavato dalle mie pulizie suona più o meno così “Roma è Roma, ma la bellezza non la puoi chiudere in cantina. Ovunque la vorrai vedere, lì la troverai”.

L’essenziale è invisibile agli occhi” (Antoine De Saint Exupery)

Letture consigliate:
"Nulla succede per caso" di Robert Hopcke

"Sri Aurobindo l'avventura della coscienza" di Satprem
"La potenza del pensiero" di Swami Sivananda

"Che cielo, il cielo di Roma oggi" - Piazza della Minerva : scattata il 28 dicembre 2012

"Il miraggio del tempio (la Grande Madre) lungo il Po": scattata a Capodanno 2013

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