Mi ha sempre colpito tanto la storia del caffè sospeso, quell'usanza di lasciare un caffè già pagato al bar, di modo che qualcun'altro, magari un mendicante che non ha i soldi nemmeno per un caffè, possa beneficiare di quel dono. Poi, anzi recentemente, è arrivata la bella notizia della tendenza del libro sospeso: si entra in libreria e si compra un libro, lasciandolo lì con un post-it ben in evidenza che indica la sua natura, appunto, di "libro sospeso" a portata di chiunque voglia prenderlo e fare sua quella storia, approfittando del cortese lascito di uno sconosciuto.
Bisognerebbe fare lo stesso con il sorriso e non stancarsi mai di lasciare sospesi i propri volti sereni ovunque si vada, affinchè chi ne ha più bisogno possa nutrirsi di quella benevolenza del destino, una risata inaspettata dentro mille prevedibili passi. Un sorriso sospeso. Magari proprio durante la giornata in cui va tutto storto. Quella pacca sulla spalla quando meno te l'aspetti, e senza sapere chi ne sia l'artefice. Potrebbe essere chiunque, oppure dio, il tuo dio personale, anche se non ci credi. Ciascuno saprebbe che nome dare a quel sorriso senza un volto, e ne porterebbe comunque una traccia, nella sua intimità più incoffessabile sarebbe lieto e grato.
"In questo locale c'è un sorriso sospeso, chi vuole può ritirarlo alla cassa". Immaginate anche solo la scena. Non foss'altro per l'anomalia della situazione, qualcosa suciterebbe senz'altro soprattutto in chi magari si trova lì in quel momento di passaggio, con uno stato d'animo non proprio solare. Una risata involontaria, un motto di spirito, la curiosità di saperne di più. Ed entrerebbe inconsapevolmente nel circolo virtuoso delle sincronicità universali (o coincidenze, che dir si voglia) che sono "il modo in cui Dio ha scelto di rendersi anonimo", prendendo in prestito le parole di quel genio di Albert Einstein.
Qualcosa di bello è cominciato, a sua insaputa.
Sarebbe molto appagante, non trovate? Anzi, togliamo il condizionale. Perchè - al di là della sfumatura ironica e provocatoria di questa ... come chiamarla? ... visione - ciascuno di noi può farlo, ogni giorno e in ogni situazione più scomoda (in fila alla posta, un classico!). Sospendere un sorriso invece che affogarlo nella noia o, peggio, nell'impazienza infastidita che ci scollega immediatamente con il respiro universale.
Stay Humna! Restiamo umani, il più possibile e in qualsiasi occasione, dalla più banale - come, in fondo, è la fila alla posta - alla più eclatante come può essere la guerra da cui l'urlo di Vittorio Arrigoni ha preso la forma virale che oggi conosciamo. Ma più che conoscerla, dovremmo praticarla.
E tu, che hai seminato il tuo sorriso nel vento o in chissà quale strato di invisibile amorevolezza, non saresti sorpreso che te ne tornino indietro altri cento!
Se vi sembra impossibile mantenere acceso a lungo il vostro sorriso (interiore ed esteriore), qualche consiglio lo trovate in questi post:
L'ENERGIA DEL RISVEGLIO
PAROLA MAGICHE: ABBANDONO
PAROLE MAGICHE: ESSERCI
GIOIA, QUELLA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE
ACCETTA E LASCIA CHE SIA - IGOR BRAGATO
IL CORAGGIO DI ESSERE: INCONTRO CON SWAMI VEETAMOHANANDA
Letture consigliate
"Il caffè sospeso" di Luciano De Crescenzo
Video
Lasciatevi vorticosamente contagiare da questo video-virale sulle note di HAPPY
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