Mi sono imbattuta in questo film e non ho potuto fare a meno di vederlo. Lascio da parte la trama (facilmente reperibile su Internet) per dare spazio alle quattro frasi che più mi hanno colpito durante la visione e da cui trae ispirazione questo post.
I 7 chilometri, quelli da Gerusalemme ad Emmaus compiuti dal protagonista Alessandro, richiamano nemmeno troppo velatamente il "viaggio dell'eroe" tra i perpetui dilemmi della vita: l'esistenza di Dio, la morte, la malattia, i ruoli sociali. Un apparente fuorviante caos a cui si può rispondere con le comode scorciatoie dell'ego, che si rivelano o prima o dopo anguste strade senza uscita, oppure con i pellegrinaggi interminabili dell'anima che, quando meno te lo aspetti, schiudono davanti agli occhi orizzonti sconfinati. Tutto sta a saperli vedere. Interessante che il focus geografico e psichico del film non sia Gerusalemme bensì Emmaus, il luogo dove Gesù apparve per la prima volta dopo la morte, da risorto, ma senza essere riconosciuto, nemmeno dai suoi discepoli ("in un primo momento i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo" Luca 24:13-53). È il luogo del non riconoscimento del divino che si ha a un palmo dal naso! Tutto sta a saper vedere. Questione di prospettiva, insomma, e di sguardi sul mondo, anzi sui mondi.
1. "Si progredisce, dimenticare può essere opportuno"
Alessandro chiede a Gesù di dimostrargli di essere davvero Gesù compiendo davanti ai suoi occhi qualche miracolo. Per l'esattezza gli chiede di fargli vedere la madre morta. Gesù accondiscende ma l'incontro madre-figlio non va secondo quanto si era immaginato Alessandro ed ecco che in lui subentra sofferenza, rabbia e frustrazione. Addirittura pare che la madre non l'abbia riconosciuto, da qui la frase di Gesù, molto significativa a più livelli: "Si progredisce, dimenticare può essere opportuno", preceduta da un non meno pregnante "Cosa ti aspettavi di vedere?" Il punto su cui riflettere secondo me è proprio questo: cosa ti aspetti di vedere dall'altro mondo? Pensi di poter vedere l'invisibile con i soliti occhi con cui guardi il visibile, di poter accedere al mistero mediante linguaggi noti e prevedibili? Di poter contattare lo spirito con le aspettative dell'Io personale?
2. "Ti ho aiutato, a modo mio"
L'intervento del divino nelle nostre vite avviene in modalità che spesso e volentieri vanno contro ogni logica, per cui il rischio per chi non è radicato in fede, presenza vigile e consapevolezza è di non saperlo riconoscere… Si cerca dio troppo lontano, poi ci "appare" davanti agli occhi e non lo riconosciamo… Ma chi crediamo sia dio? Ciò in cui crediamo modifica la realtà che percepiamo e viviamo. "Ero tornato, ma non mi hanno riconosciuto" dice Gesù nei Vangeli… La Provvidenza, la Forza intelligente della vita, che è una energia evolutiva intrinsecamente spirituale, accade "a modo suo".
Puoi forse scendere a patti con un dio? Puoi trattare il mistero con le stesse regole prefabbricate con cui sbrighi le pratiche dell'ordinaria vita quotidiana? (Che poi, tutta la vita è straordinaria, a guardarla bene ma questo è un altro punto!) L'ignoto è e rimane ignoto, altrimenti è solo un'altra menzogna mascherata da dio. È l'ego spirituale che ha trovato altri idoli a cui aggrapparsi per pacificare i suoi aneliti di trascendenza. Ma il divino che si svela è amore in creazione pura e non può esserci nulla di rassicurante in questo, ci si può solo dare al mistero, arrendersi, farsi breccia in esso con l'ardore di quando si è innamorati, essere pronti a perdere qualsiasi certezza. Allora, Tutto accade. Non per niente nel film Alessandro è stato "prescelto" nel momento in cui ha perso tutto e si ritrova a raggiungere la Terra Santa perché "non aveva niente di meglio da fare".
La notte buia dell'anima risveglia la chiamata. Certo, a modo suo… e ognuno di noi, a modo nostro, possiamo farci portatori sani di una nuova coscienza. Il che si lega alla terza battuta del film che riporto a seguire…
Puoi forse scendere a patti con un dio? Puoi trattare il mistero con le stesse regole prefabbricate con cui sbrighi le pratiche dell'ordinaria vita quotidiana? (Che poi, tutta la vita è straordinaria, a guardarla bene ma questo è un altro punto!) L'ignoto è e rimane ignoto, altrimenti è solo un'altra menzogna mascherata da dio. È l'ego spirituale che ha trovato altri idoli a cui aggrapparsi per pacificare i suoi aneliti di trascendenza. Ma il divino che si svela è amore in creazione pura e non può esserci nulla di rassicurante in questo, ci si può solo dare al mistero, arrendersi, farsi breccia in esso con l'ardore di quando si è innamorati, essere pronti a perdere qualsiasi certezza. Allora, Tutto accade. Non per niente nel film Alessandro è stato "prescelto" nel momento in cui ha perso tutto e si ritrova a raggiungere la Terra Santa perché "non aveva niente di meglio da fare".
La notte buia dell'anima risveglia la chiamata. Certo, a modo suo… e ognuno di noi, a modo nostro, possiamo farci portatori sani di una nuova coscienza. Il che si lega alla terza battuta del film che riporto a seguire…
3. "Che ne sarà di me?" - "Diventerai un discepolo di stile diverso, un portatore sano".
Quando accade l'incontro con il divino - che è incontro con ciò che realmente si è, matrimonio mistico, unione esistenziale con la fiamma ardente nel cuore sacro della vita - si diventa originali davvero. Perché si torna alle origini, appunto. E ciascuno a suo modo, in base a predisposizioni, talenti e vocazioni personali, può farsi tramite di tale Sorgente di creatività che sgorga ininterrotta e donarla agli altri non necessariamente facendo cose straordinarie, a volte basta la semplice presenza. Non c'è niente di più rivoluzionario di un essere in Presenza. Alessandro nel film, da pubblicitario qual è, sa bene l'importanza del "vendere" immagini allettanti, dell'audience e del successo. La sua trasmutazione di valori avviene nell'istante in cui si addentra nelle profondità di tale clamore superficiale per ritrovare il silenzio del vincente che non dipende dal plauso esterno, "il genio non ha bisogno di audience" afferma a un certo punto la presa di coscienza di Alessandro via via che il suo dialogo con Gesù prende letteralmente corpo. Diventa cioè esperienza tangibile, seppur invisibile, del divino in azione. "Sia fatta la tua volontà", attraverso di me. Come dire, la scelta è tra la libertà dell'ego e la libertà dall'ego. Il vero amore, l'incontro autentico con il mistero, con il divino, accade nel secondo caso. E dona la libertà suprema, quel vuoto splendente da cui attingere ogni forma di abbondanza. Il primo passo per creare le condizioni dell'incontro è... l'apertura, l'arrendersi, la resa, il Surrender nella non-mente, la disponibilità a farsi penetrare dal mistero senza volerlo a tutti i costi risolvere. E siamo all'ultima frase che riporto…
4. "Tranquillizzati, e ritorna nella disponibilità…"
C'è più di un momento del film in cui Alessandro è colto da rabbia, sconforto, aggressività, pena… Cedere è parte essenziale di un cammino trasformativo, "non si può conoscere il Paradiso se non si è passati dall'Inferno" (Savitri, Aurobindo). Anzi, si tratta di condizioni simultanee perché l'alto non è scisso dal basso e viceversa, e questo vale per tutte le coppie di opposti (Festina lente!)… Tuttavia, indulgere in stati di depressione, turbolenza emotiva e sofferenza, non è utile. Non dico che è sbagliato o è male, dico che non è utile. Può essere un'esperienza catartica e di fatto lo è, come ci insegna lo stesso Gesù con la sua notte buia dell'anima nel Getsemani. Lo è se si rimane disponibili. E se si rimane disponibili, non avversi cioè a qualsiasi cosa accada, si torna a contattare una sorta di quiete che può esistere anche nel bel mezzo della tempesta. Se non accade, si è ancora identificati con qualcos'altro di non essenziale. "Sii tranquillo, ogni giorno ha la sua pena" … Sembra una contraddizione in termini, ma l'abbiamo detto più volte: l'unico modo per sposare un dio è non seguire nessuna logica. Alla fine Alessandro si "tranquillizza" non perché ha trovato tutte le prove che cercava dell'esistenza di dio, ma perché ha smesso di cercarle prendendo parte al mistero e diventando egli stesso portatore sano di amore, a modo suo. Il suo dialogo con Gesù, reale o immaginario che sia stato, ha trasfigurato la materia, la pesantezza di una vita senza senso, in uno stato di grazia dal lessico inconfondibile: stupore, compassione, audacia, Surrender, in una parola soltanto: Amore.
(Sul tema dell'amore quale condizione esistenziale e non come relazione di dipendenza dall'altro, suggerisco la lettura del libro di Osho "Con te e senza di te")
(Sul tema dell'amore quale condizione esistenziale e non come relazione di dipendenza dall'altro, suggerisco la lettura del libro di Osho "Con te e senza di te")
Pietà Rondanini, Michelangelo Buonarroti (1552-1553) |
"Perché mi hai abbandonato? Mi hai dimenticato?", ma non c'è risposta. Sta aspettando il miracolo. Tutta la folla riunitasi per osservare il miracolo comincia a disperdersi. Fa troppo caldo e la loro attesa è inutile. Non accadrà nulla; se qualcosa doveva succedere sarebbe già successo. Dopo sei ore restavano solo tre donne che ancora credevano a un miracolo. Una era la madre di Gesù […] Un'altra donna che amava Gesù era una prostituta, Maria Maddalena: quella donna, pur essendo una prostituta deve aver amato Gesù. Persino i discepoli, i cosiddetti apostoli, che nella storia del cristianesimo divennero secondi solo a Gesù in importanza, scapparono tutti e dodici per paura di essere catturati o di venire riconosciuti, visto che erano sempre stati intorno a Gesù […] Rimasero solo tre donne. Anche la terza era una donna che amava Gesù. Negli ultimi momenti restò solo l'amore, sotto forma di queste tre donne.[…] Solo l'amore può essere coraggioso."(Osho, Con te e senza di te)
"Amatevi" - Questa bellissima canzone degli Agricantus fa parte della colonna sonora del film.
"Se davvero vuoi conoscere l'amore, dimenticati l'amore e ricorda la meditazione" (Osho, Con te e senza di te") |
Potete vedere il film intero su YOU TUBE
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