06 febbraio 2018

Film Midnight in Paris, significato nascosto e frasi da meditare


A sollecitare questo articolo è stata una duplice ispirazione: una citazione e un film. Inizio dalla citazione, che è la seguente:

L’amore, nella sua essenza, è fuoco spirituale

(Emanuel Swedenborg)


Il fuoco spirituale è fuoco creativo, animico, che s’infiamma nell’essere continuamente in relazione con la sostanza invisibile delle cose, la stessa dei sogni per evocare Shakespeare.
Essere in relazione con questa realtà vuol dire amare profondamente perché per amare l’invisibile ci vuole coraggio, fede e la visionarietà di aderire a nuovi linguaggi sconosciuti alla mente.
Il vero amore è sempre irrazionale e illogico, non può essere spiegato né compreso, è un Mistero e come tale va trattato, cioè accolto, incorporato nelle proprie vite diffondendo creatività. Perché l’amore, il vero amore, è sempre creativo, anzi è Creazione in se stesso e, come tale, basta a se stesso.
Per creare bisogna essere in due, la parte che insemina e quella che feconda, e questo sul piano della manifestazione visibile è alquanto evidente nella dinamica dell’accoppiamento del maschile con il femminile, ma su un altro livello (che poi altro non è bensì il medesimo simultaneamente a volerlo ricontattare con la nostra attenzione) è il matrimonio mistico che avviene dentro di noi a realizzarsi mediante la nostra adesione, appunto, a quel Mistero: la realizzazione dell’androgino è la completezza che si compie nel tener vivo il ricordo della nostra completezza originaria, sradicando condizionamenti e attaccamenti che sono la causa di ogni relazione “sbagliata” dentro e fuori di noi.


LA RELAZIONE - DIALOGO CON CIO' CHE CI ANIMA

Chi insemina e chi feconda siamo noi in relazione al divino, al nostro spirito guida o amante invisibile per dirla con gli sciamani, al nostro Daimon per citare Hillmann, al nostro vero Sé ispirandoci all’Advaita Vedanta, e se non vogliamo dargli un nome, c’è anche il dio ignoto dei Greci, appunto. Ad ogni modo, è con l’invisibile che abbiamo, o dovremmo avere, la relazione privilegiata per partorire la nostra vita nel migliore dei modi, dove “migliore” non intende definire un metro di giudizio, ma accennare a quella dimensione che si dovrebbe poter raggiungere compiendo la propria missione dell’anima: gioia ininterrotta, piacere immoto, ananda, beatitudine, armonia, entusiasmo 

… Se la vita sembra vuota di significato, povera di relazioni, noiosa e insoddisfacente, probabilmente si sta tradendo l’unico amante al quale bisognerebbe consacrarsi, il che non equivale – beninteso – a ritirarsi a vita monastica, non è di questo che sto parlando nonostante possa essere una vocazione che alcuni incontrano nel loro percorso. Si tratta piuttosto di uno “stato naturale” il sahaj samadhi di cui parlano i maestri della Via Diretta come Ramana Maharshi di cui riporto le seguenti parole:


"uno stato dove ci si trova in pace e tranquillità, anche nell’attività più intensa. Uno stato dove si è senza paura, senza ansia, senza bisogno. In quello stato riuscite a capire che nulla è vostro – nulla appartiene all’ego. Tutto è compiuto da Qualcosa con cui siete in unione costante"


BECAUSE THE NIGH BELONGS TO LOVERS


Recentemente ho rivisto il film di Woody Allen “
Midnight in Paris” e niente mi è parso così romantico e feroce di quell’onesta adesione finale del protagonista Gil al suo sentire, al suo essere magnificamente se stesso con le sue passioni letterarie, il talento da scrittore e la forte chiamata a trasferirsi nella città dove la sua anima potesse sentirsi maggiormente ispirata.

Rispondere alla Chiamata per non tradire quella volontà di splendere che è propria del destino di ciascuno, richiede spesso scelte coraggiose ma se è l’amore a sostenerle, appunto, non ci sono limiti a quanto ci si possa far sorprendere dalla vita stessa.

Nel film Gil si unisce ai suoi "amanti invisibili" che prendono letteralmente corpo nella forma dei suoi eroi letterari (dai Fitzgerald a Hemingway fino a Picasso con la sua seducente amante Adriana …), con tanto di “segnale” che fa da spartiacque per lo slittamento nei mondi, il rintocco  della  campana  che  segna  la Mezzanotte.

Il viaggio di Gil nei reami della seduzione nottambula parigina altro non è se non il suo 
matrimonio mistico con Se stesso. Qualcosa che, alla fine, lo sprona a prendere coscienza della relazione insoddisfacente che stava vivendo con la sua futura moglie tanto che decide di lasciarla, proprio a un passo dalle nozze, e di trasferirsi a Parigi. 


L’irraggiungibile Diventa evento, 
L’indescrivibile Si adempie, 
L’Eterno Femminino Ci attira lassù
(dal Faust di Goethe)


Gil sceglie di sposare il suo Daimon, abbandonandosi a una buona dose di mistero e di incertezza su come vivrà da quel momento in poi, salvo incontrare quasi simultaneamente al suo audace gesto di ribellione, una donna parigina che – guarda caso – ama come lui camminare per Parigi sotto la pioggia … Una cosa insolita, un incontro magico scaturito dalla prima relazione essenziale che Gil ha nutrito prima di tutto: quella con la sua anima. Solo dopo aver sposato la sua amante invisibile (Adriana, musa ispiratrice di Picasso dalla quale Gil si sente fortemente attratto e decide di vivere a fondo tale passione che è movimento erotico creativo), egli incontra sul suo cammino l’amante visibile, l’anima gemella che gli corrisponde perfettamente…


“Il Rg Veda insegna che prima della manifestazione molteplice tutte le forme erano un’unica forma, l’uomo Cosmico, e tutti i nomi erano un unico nome, la Voce, e i due erano uno: l’Androgino Primordiale o Torovacca. Quando l’uomo si astrae dall’ipnotizzante molteplicità dell’esistenza e si ritrae nella sua unicità che coincide con l’Unità primordiale, prova un senso di estasi e ‘riceve la forma di Voce come una moglie amante’. Egli dimora allora nel silenzio della Voce primordiale cioè preverbale e la sua estasi è erotica“. (Elémire Zolla, L’amante invisibile)




Non c’è relazione più grandiosa di quella che si può vivere con l’intero universo, perché fondamentalmente siamo tutti collegati ma fintantoché la mente egocentrica ci offusca la vista non si percepiranno che distanze, separazioni e vuoti da colmare.


Prendete un profondo respiro e andate a fare una bella passeggiata notturna da soli, da sole, meravigliosamente soli e sole, acuite i sensi e la presenza – come un felino nella foresta o un rapace nei cieli sconfinati – sentitevi parte di un Qualcosa di più grande, senza cercare di comprenderlo.
Fatene semplicemente esperienza.
Probabilmente non incontrerete Hemingway che con impeto esclama “Non scrivi mai bene se hai paura della morte!”, ma lasciatevi aperta qualsiasi possibilità.
L’Amore della vostra vita vi attende.
Ed è molto più vicino di quanto possiate immaginare…


 

"Quando si viva così allucinati da coincidenze, da ispirazioni repentine, condotti come per mano a divinazioni trasognate, arriva il momento quando basta osare, darsi appena una spinta, e si entra nella più totale, sontuosa follia, ci si allucina, finché ecco, compare Lei, la donna di sogno, l’angelicata" (Elémire Zolla)


Ernest Hemingway nel film “Midnight in Paris

 

“Tutti gli uomini temono la morte. È una paura naturale che ci consuma tutti. Temiamo la morte perché sentiamo che non abbiamo amato abbastanza  o  non  abbiamo  amato  affatto,  che  alla  ine  sono  la  stessa  cosa.  Comunque,  quando  fai  l’amore  con  una  donna  davvero eccezionale, una che merita il massimo rispetto in questo mondo e che ti fa sentire davvero potente, quella paura della morte sparisce completamente. Perché quando condividi il tuo corpo ed il tuo cuore con una donna eccezionale il mondo svanisce. Voi due siete le uniche persone nell’intero universo. Stai conquistando quello che non molti uomini hanno conquistato prima, hai conquistato il cuore di una donna eccezionale, la cosa più vulnerabile che lei può offrire ad un’altra persona. La morte non indugia più nella mente. La paura non annebbia più il tuo cuore. Solo la passione per vivere, e per amare, diventa la tua unica realtà. Questo non è un compito facile, per esso ci vuole un insormontabile coraggio. Ma ricorda questo, nel preciso momento in cui farai l’amore con una donna davvero eccezionale ti sentirai immortale!” (Ernest Hemingway nel film “Midnight in Paris”)




Chi è amato non conosce morte, perché l’amore è immortalità, o meglio, è sostanza divina. Chi ama non conosce morte, perché l’amore fa rinascere la vita nella divinità. (Emily Dickinson)


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