Riprendere confidenza con il mondo dell'invisibile è il diktat dei tempi che stiamo vivendo, un periodo molto intenso di trasformazione per tutta la Terra, un momento davvero fecondo per chiunque voglia dare una sferzata al proprio processo evolutivo a favore di un recupero integrale del proprio benessere. Intendo per benessere e integrità il riappropriarsi di quella gioia di vivere che è l'unico scopo della nostra vita la quale non è altro che un sogno, un “gioco divino” (lila, come ama definirla la filosofia indiana) e come tale va vissuta: libera da condizionamenti, memorie dolorose, pesi karmici e altre zavorre che appesantiscono il naturale stato di vuotezza e leggerezza che ci compete per diritto di nascita.
Non rimane che "arrendersi" all'evidenza sperimentabile della magia in tutto ciò che ci circonda, ovvero degli strati invisibili delle cose, dell'essenza psichica del mondo materiale, della non oggettività dell'esistenza, dell'unità di fondo che permea ogni nostra esperienza, dell'essenza vibrante di pura luce, puro spazio, puro vuoto, pura energia che noi siamo in quanto microcosmo che ha in nuce tutte le stesse qualità del macrocosmo: le cellule del nostro corpo risuonano con i trilioni di stelle che compongono l'Universo e ogni legge della natura funziona per assonanza in ogni singolo organo del nostro corpo fisico. Siamo fatti di terra, acqua, fuoco, aria, etere. Siamo fatti della stessa sostanza della Terra, e dei sogni - parafrasando poeticamente Shakespeare. Come possiamo dimenticarci di tutto questo?
A Vercelli, in occasione della mostra di Kandinsky - Aprile 2014 |
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La religione più spontanea della Terra è quella che possiamo chiamare spiritualità di natura perché non c'è niente di più ri-unificante che il puro esistere gioioso privo di chiacchiericcio mentale, tipico degli esseri che vivono in tale stato naturale: riuscite a percepire, osservandolo attentamente, la quiete di un albero (anche quando un temporale devasta i suoi rami), di un lago (anche quando una burrasca scuote le sue acque), di un prato d'erba, di un cigno, di una formica e via dicendo, qualsiasi circostanza esterna ci sia? Anche noi siamo parte di questo universo naturale dove l'unico comandamento che vige è la forza della vita (la pura energia vitale). In più - in quanto esseri umani fatti per "trascendere" il puro stato vegetale e animale - abbiamo come dotazione una supermente che, se utilizzata bene (di solito ci avvaliamo solo del 10% dell'intero potenziale!) è uno strumento di potere inimmaginabile, come approfondito in questo post dedicato al Risveglio dell'energia vitale Kundalini.
“Utilizzare bene la mente” vuol dire anche risvegliare le facoltà mentali meno legate al pensiero e più connesse alle qualità superiori dell'intuizione, della visualizzazione immaginale, della creatività. Vuol dire tornare ad essere sciamani, saper dialogare con le forze invisibili che permeano il mondo visibile, edificarsi una dimora fatta di sogni che scegliamo noi di vivere e distruggerla ogni volta che è divenuta troppo stabile, vuol dire fluire nel cambiamento in totale armonia con le leggi della natura e del nostro daimon, il richiamo e la vocazione dell'anima. A tal proposito, potete leggere anche questo articolo pubblicato su Quantic Magazine: Dall’ipnosi materialistica al sogno creativo: il cammino del “fare anima”.
Per una immersione nel mondo sciamanico, suggerisco alcuni
eventi in corso oppure prossimi alla scadenza, da non perdere.
Wassily Kandinsky, Composizione su bianco, 1920 |
"Nel loro habitat, per la prima volta nella vita, trovai qualcosa di veramente meraviglioso, e questo prodigio diventò l'elemento di tutti i miei lavori successivi". Queste la parole di Kandinsky - il quale, ricordiamolo, prima di dedicarsi all'arte pensava di diventare antropologo - dopo il suo viaggio nella regione dei komi, 880 km a nord-est di Mosca dove si recò per studiare le credenze delle tribù ugro-finniche. Poi navigò verso est lungo il fiume Suchona, penetrando nelle foreste di un "altro mondo" come egli lo ricorda, dove la gente credeva ancora negli spiriti e nei demoni. L'esperienza spirituale dello sciamanesimo in Siberia e l'esperienza del colore nelle izbe dei contadini russi trasformò la vita di Kandinsky e, di conseguenza, la sua stessa arte che, da quel momento in poi risultò intrisa di suggestioni sciamaniche.
"La questione non è quella di rinunciare a raffigurare un oggetto in pittura - afferma l'artista al rientro dal suo "viaggio iniziatico" - ma di una modificazione interiore che trasformi una visione del mondo razionalistica, in una visione spiritualistica e irrazionale". E ancora: "Battute inattese di tamburo, stimoli e nostalgie dilaniate, catene e pastoie spezzate che portano dal molteplice all'unità" (Wassily Kandinsky).
Leggi anche: IL TAM TAM DELLA SIBERIA, SIBERIA: QUELL'IMMENSA DISTESA AD EST DEL CUORE, meravigliosi reportage con la traccia inconfondibile di Alberto Caspani
Sciamani argentini, foto di Nonterapia |
"La psicologia naturale è una psicologia della felicità
nella quale il tema della felicità sostituisce il problema della normalità. Una
psicologia della felicità non mira a creare
modelli per domare la natura e per sfruttare il mondo esterno, bensì
tende a portare alla luce ciò che assilla l’uomo, a scoprire ciò che inganna la
sua vera natura e a rivelare il suo Sé interiore".
In queste parole di Selene sono racchiuse perle di saggezza
e preziosi insegnamenti che conducono a
un nuovo paradigma esistenziale e sociale, caratterizzato da un rapporto
armonico, non duale, tra uomo e natura. Per intraprendere questo cammino in direzione
di una trasformazione positiva delle coscienze si parte da un mutamento
interiore, dalla modificazione delle emozioni negative in positive e dalla
“metamorfosi” cellulare, attraverso un processo che porta a quella “gioia
cellulare” di cui parla Mère, madre dello Yoga Cellulare, compagna spirituale
del grande maestro e filosofo indiano Sri Aurobindo che, tra le sue massime, ne
aveva una bellissima: "Che tutto in te sia gioia, questa è la tua
meta".
Lo Yoga sciamanico è il mezzo naturale, ancestrale e
autentico per avviare questa trasformazione
dell’essere umano, della sua mente e delle sue cellule. Lo Yoga sciamanico è lo
strumento principe che trasmuta le emozioni negative e genera vibrazioni di
gioia. Praticare lo yoga sciamanico significa ricollegarsi alla propria anima,
al proprio mondo interiore, facendo fuoriuscire potenzialità latenti. Il Ritiro
Sciamanico conduce quindi a un riavvicinamento alla Grande Madre, alla Natura,
a una profonda guarigione dell’anima. Lavorando sui principali chakra e sulla
respirazione attraverso particolari
tecniche si percepiscono gli elementi quali acqua, aria, terra, fuoco e spazio.
Il lavoro su questi elementi tramite lo yoga sciamanico è molto potente, poiché
fa emergere intense energie e flussi di
coscienza sopiti dallo stress, dalle ansie, dalle frenesie contemporanee. Ulteriori informazioni (prezzi, modalità di iscrizione e
letture consigliate) sulla pagina ufficiale dell'evento di Nonterapia a questo link
Alessandra Gianoglio con lo sciamano Mauro "Thamaak" Giulianini |
Suggerisco inoltre la lettura di questa vibrante intervista di Alessandra Gianoglio: Incontrando uno sciamano a ZEN-A: Intervista a Mauro“Thamaak” Giulianini, dove trovare stimolanti risposte a queste domande: Che cosa vuol dire essere uno sciamano oggi, in tempi moderni? Come facciamo a riconoscere un suono giusto per noi? Come può fare una persona a seguire quel qualcosa che “ti spinge dentro?”
Viaggi sciamanici:
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