Destino, in lingua spagnola, vuol dire destinazione ...
La vida empieza cada dia |
Destino, in lingua spagnola, vuol dire destinazione.
Il destino è una meta irreversibile, non un colpo di fortuna, è sposarsi la vita indossando la propria pelle senza remore né pudori fino all'ultimo giorno di conquista rara, fino all'ultima notte brava, permettendosi l'arrendevolezza del trafficante di tesori.
Nessuna gioia è diminuita a chi custodisce il destino nel petto con quel senso di ineluttabile necessità feroce ma non crudele, con la mappa dispiegata al vento in tutte le direzioni possibili: nord, sud, est, ovest, sopra, sotto e, soprattutto, dentro.
Ci sono scenari che solo un occhio che ha smesso di voler vedere può cogliere.
Ci sono amori che solo un corpo che ha smesso di voler amare può incarnare.
Yo no necesito tiempo
para saber cómo eres:
conocerse es el relámpago.
Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
(Pedro Salinas)
Andalusia, Trafalgar |
L'incanto della rivelazione che è, appunto, essere nel canto (in-canto) - Anch'io morirò di canto, come le cicale e i poeti.
"Ci sono momenti così perfetti che tutto tace e le cose, tutte le cose, smettono di avere un nome. Non serve chiamarle, sono al loro posto. E ti tengono per mano."
(da Il mestiere del dare)
Non lasciare che lo sguardo si distolga da ciò che ami. Qualcosa si distoglierà da te, e resterà l'amore Sotto l'albero di Bajan (il grande Saggio) a Jerez de la Frontera |
Sono momenti così simili a una presenza assoluta che il viaggio finisce. Sei lì con tutto ciò che sei, a portare a compimento l'unico destino possibile: vivere.
Ringrazio l'Andalusia per il cromatismo di cui ha reso partecipe la mia sensibilità, quasi una provocazione costante a tenere bene impressa nel cuore la melodia del viaggio, la naturale malinconia di ogni passaggio.
La luce non ha tonalità che stonano, è coerenza allo stato puro, convoglia raggi e linee e sguardi dimessi in uno stesso punto di raccolta, unifica ciò che il tempo, illusoriamente, disperde.
Non lasciare che lo sguardo si distolga da ciò che ami.
Qualcosa si distoglierà da te, e resterà l'amore.
Anda la luz!
Come cantavano già i Rishi dell'India più di 4000 anni fa nei Veda, "dalla luce veniamo alla luce torneremo", anzi alla luce - nel presente - torniamo.
Il principale compito dell'uomo nella vita
è dare alla luce sé stesso. (Erich Fromm)
Anda ya! |
Ringrazio l'Andalusia per il cromatismo di cui ha reso partecipe la mia sensibilità, quasi una provocazione costante a tenere bene impressa nel cuore la melodia del viaggio, la naturale malinconia di ogni passaggio.
La luce non ha tonalità che stonano, è coerenza allo stato puro, convoglia raggi e linee e sguardi dimessi in uno stesso punto di raccolta, unifica ciò che il tempo, illusoriamente, disperde.
Non lasciare che lo sguardo si distolga da ciò che ami.
Qualcosa si distoglierà da te, e resterà l'amore.
Anda la luz!
Come cantavano già i Rishi dell'India più di 4000 anni fa nei Veda, "dalla luce veniamo alla luce torneremo", anzi alla luce - nel presente - torniamo.
Il principale compito dell'uomo nella vita
è dare alla luce sé stesso. (Erich Fromm)
Anda ya! Andale!
elisir d’infinito
Come non adularti o Musa senza volto
che alberghi in me e componi la mia anima
scomponendone i frammenti con arguzie prelibate
ed elisir di eterna giovinezza
Sola io con te mai da sola
sento viva la parola
che non osa ma agisce
come spirito sulla ferita
e innalza ogni mio dubbio incline al suolo
verso mondi lontanissimi
dove s’arresta il pensiero
eppure io sono quel pensiero
E come non ringraziarti
Musa di melodia aromatica
se io ebbra di te rinasco infinite volte
e mi dimentico del buio
che condanna la luce a momenti di tregua
ma è solo un transito che c’insegna
a spostare il tempo un po’ più in là
Assaporo con il palato
il gusto sopraffino di intuizioni ardenti
che spingono la noia fin dove diventa quiete
e la quiete fin dove diventa abisso vibrante
ed è lì che mi fermo a riflettere
con un balzo un po’ più audace della mente.
che alberghi in me e componi la mia anima
scomponendone i frammenti con arguzie prelibate
ed elisir di eterna giovinezza
Sola io con te mai da sola
sento viva la parola
che non osa ma agisce
come spirito sulla ferita
e innalza ogni mio dubbio incline al suolo
verso mondi lontanissimi
dove s’arresta il pensiero
eppure io sono quel pensiero
E come non ringraziarti
Musa di melodia aromatica
se io ebbra di te rinasco infinite volte
e mi dimentico del buio
che condanna la luce a momenti di tregua
ma è solo un transito che c’insegna
a spostare il tempo un po’ più in là
Assaporo con il palato
il gusto sopraffino di intuizioni ardenti
che spingono la noia fin dove diventa quiete
e la quiete fin dove diventa abisso vibrante
ed è lì che mi fermo a riflettere
con un balzo un po’ più audace della mente.
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“Il guerriero della luce crede. Poiché crede nei miracoli, i miracoli cominciano ad accadere. Poiché ha la certezza che il suo pensiero può modificare la vita, la sua vita comincia a mutare. Poiché è sicuro che incontrerà l’amore, l’amore compare.” (Paulo Coelho)
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