Non c'è dubbio che le profondità interiori di questo uomo intimamente votato al divino e ispirato dal Vangelo in maniera diretta, ardita e originale, giungessero come per emanazione a chiunque si trovasse al suo cospetto.
Anche la grande mistica e santa Teresa d'Avila ha lasciato testimonianza colma di ammirazione e devozione in alcuni dei suoi scritti (le Fondazioni e le Lettere).
"Era così buono - scrive Teresa d'Avila - che potevo più io imparare da lui che lui da me … È molto grande agli occhi di Dio, è pieno di saggezza. Non gli ho mai visto un'imperfezione. È un uomo pieno di coraggio, di grande orazione e di molta prudenza"...
Tale levatura interiore di San Giovanni matura in un contesto di vissuto personale alquanto turbolento che ha come centro propulsore Baeza, una città della Spagna meridionale, in Andalusia, lungo le rive del Guadalquivir e per il quale approfondimento anedottico rimando a informazioni facilmente reperibili anche in Rete (suggerisco il sito ufficiale dei Carmelitani Scalzi)
Lascio che a parlare siano piuttosto i versi delle sue opere che trasudano mistica e poesia in un fervido connubio di grande intensità da cui chiunque può trarne spunti e ispirazioni in qualsiasi momento.
Alla Poesia, infatti, San Giovanni - così come tutti i più grandi mistici, asceti, saggi e filosofi realizzati in Spirito - ha lasciato l'ultima parola, l'unica possibilità di approssimarsi al dialogo originale che sgorga dal silenzio di preghiera e meditazione, decantando liricamente il controverso cammino della Vita come una impeccabile ascesi verso l'unione con l'Amato, con Dio.
San Giovanni della Croce è considerato tutt'oggi uno dei maggiori poeti in lingua spagnola.
LA SALITA DEL MONTE CARMELO E LA POESIA DEL NADA Y TODO
Schizzo a mano di San Giovanni della Croce per illustrare il cammino ascetico di ricongiungimento a Dio |
Tra le sue opere più esaustive in tal senso, il Cantico spirituale, la Notte oscura e, soprattutto, la Salita del Monte Carmelo, un vero e proprio viaggio- pellegrinaggio verso quello che viene evocato come Monte della Perfezione, il luogo cioè - o piuttosto la dimensione coscienziale - dove si compie l'Unione, la consacrazione definitiva, incarnata su questa terra, a una vita divinamente ispirata.
Il Dono totale di sé si inserisce nella dottrina ascetica del Nada Y Todo (Nulla e Tutto) a cui aderì rigorosamente San Giovanni della Croce e a cui si riferiscono alcuni dei versi più celebri inseriti nella Salita del Monte Carmelo e dallo stesso Giovanni esposta nello schizzo eseguito per illustrare l'ascesa al Monte della Perfezione nonché la Salita del Monte Carmelo.
Trascrivo i versi e ne consiglio la lettura in forma contemplativa.
Qualche suggerimento per tale pratica di lettura potete trovarla in questo post: Leggiamo poesie come non abbiamo mai fatto finora.
Per giungere al possesso del tutto, non voler possedere niente.
Per giungere alla conoscenza del tutto, non cercare di sapere qualche cosa in niente.
Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi.
Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai.
Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai.
Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei.
…
Quando ti fermi su qualche cosa,
tralasci di slanciarti verso il tutto.
Per giungere interamente al tutto,
devi totalmente rinnegarti in tutto.
E quando tu giunga ad avere il tutto,
tu devi possederlo senza voler niente poiché se tu vuoi possedere qualche cosa nel tutto,
non hai il tuo solo tesoro in Dio.
(San Giovanni della Croce)
Giovanni concluderà affermando: "In questa nudità lo spirito ha il suo riposo e la sua quiete […] perché si trova nel centro della sua umiltà.
La figura, la vita, le opere, la poesia di San Giovanni della Croce ispirarono a più riprese altri animi sensibili all'arte come espressioni dell'anima e al richiamo del divino come mistero ineffabile di vita da nutrire con umiltà e stupore, fede e coraggio, gioia e calore.
per andar via da dove non siete, per arrivare là,
dovete fare una strada nella quale non c’è estasi.
Per arrivare a ciò che non sapete
dovete fare una strada che è quella dell’ignoranza.
Per possedere ciò che non possedete
dovete seguire la via della rinuncia al possesso
Per arrivare a quello che non siete
dovete andare per la strada nella quale non siete.
E quello che non sapete è la sola cosa che sapete
E ciò che avete è ciò che non avete
E dove siete è là dove non siete»
(Thomas Stearns Eliot, 1888-1965 – Quattro quartetti)
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In tempi più recenti, come non ricordare la cantante Giuni Russo che negli ultimi anni della sua vita ebbe una vera e propria conversione leggendo le opere di Teresa d'Avila e attingendo non poca sublime ispirazione dalla mistica dell'ordine delle Carmelitane Scalze e dalla figura di San Giovanni della Croce. Ispirata a un cantico spirituale del Santo spagnolo è la canzone "La sua figura", una perla che riverbera di luce a metà tra preghiera, confessione, lamento e purezza di suono grazie alla voce di Giuni Russo, potentemente ispirata e connessa a frequenze letteralmente divine.
E lascio la mia vita a te".
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