29 gennaio 2015

Wakan Tanka | Camminare nella via sacra con gli Indiani d’America





Questo mese lascio che a gettare il seme per una piccola suggestione di inizio anno, sia la profonda conoscenza che proviene dalle tribù dei Pellerossa, quella saggezza spontanea che scaturisce come dono dall’intimo rapporto con la natura e con il grande spirito della Terra.
Il Grande Mistero, il Grande Vuoto, Wakan Tanka come amano chiamarlo i Lakota, una concezione panteistica del divino che non vede soluzioni di continuità tra il microcosmo umano e il macrocosmo terrestre: ogni elemento della natura è parte della nostra sostanza (siamo fatti di terra, acqua, aria e fuoco), ragion per cui l’universo non solo è dentro di noi, ma si evolve attraverso di noi. Un concetto molto yogico e sciamanico allo stesso tempo, che gli Indiani d’America hanno sempre incarnato alla perfezione, senza definirsi né sciamani né tantomeno yogin.


Come sempre, è interessante notare quanti tratti in comune ci siano al fondo di ogni ricerca spirituale sganciata da qualsiasi dogmatismo, anzi, come si possa essere spirituali anche senza sentirsi per forza legati a un cammino di ricerca, perché quando il “contatto” avviene non c’è più nulla di particolare da fare, basta essere. Si è con Dio, l’Universo, il Grande Spirito, in qualsiasi modo si voglia chiamarlo, fino ad arrivare a una vibrazione impersonale sganciata persino dall’urgenza di dover dare un nome alle cose. Una vibrazione incessante di gioia.
 
L’importante è prestare attenzione. L’attenzione è la prima porta del ricevere, spostare gli occhi al centro del cuore e da lì abbandonarsi al piacere dell’ignoto. Non si può essere aperti e distratti allo stesso tempo, abbandonati e prudenti. Non a caso il coraggio è una delle qualità maggiormente evocate dalla cultura animista pellerossa intrinsecamente legata all’anima selvaggia, istintiva, propria del regno animale che tanto popola l’immaginario simbolico degli Indiani d’America.

Il mondo invisibile – quel “camminare nella via sacra” caro alle tribù dei Nativi indiani – è un libro aperto solo per chi acuisce l’attenzione spostando la prospettiva dalla vista degli occhi alle visioni del cuore. Con un gesto simile a chi si lancia dal paracadute: non guardare l’abisso che attende in basso, ma l’immensità di cielo che si staglia all’orizzonte e in cui la vertigine diventa potere.



Applicando queste suggestive immagini alla vita quotidiana, uno spunto di riflessione potrebbe essere questo: permettiamoci di cogliere tutte le sfumature possibili di ogni situazione, senza escludere nulla e senza giudicare. Se si è aperti a tutto, si è tutto.

“Nel giorno più buio dell’inverno, il colore è ovunque. Si tratta di colori che non ci aspettiamo di vedere, perciò non vediamo. Fluttuano sulle nuvole che di primo mattino si distendono lassù, nel cielo meridionale, e indugiano nelle fenditure delle colline a mezzogiorno. A sera, l’orizzonte di ponente è violaceo come tutte le sfumature di viola, che i Cherokee chiamano gi ge s di. Gli ultimi raggi del sole colorano di viola, rosa e lilla le nuvole che corrono nel vento. L’Indiano ama il colore ed è in sintonia con la sua gioia. Se siamo presi da stati d’animo grigi, i nostri occhi hanno poche possibilità di vedere i colori. Una visione grigia si può cambiare. Anche adesso, una sago ni ge (ghiandaia azzurra) e una brillante gi gag e (cardinale rosso) possono entusiasmarci con le loro sfumature di azzurro e di rosso, se abbiamo il cuore di vederli”. (da Anima Pellerossa – La voce del piccolo grande popolo)



Ogni cosa è sacra. 
Ogni cosa vive. 
Ogni cosa ha una coscienza. 
Ogni cosa ha uno spirito.           

(Saupaquant Wampanoag)






".... allora, io ero là,  sulla più alta delle montagne, e tutto intorno a me c'era l'intero cerchio del mondo. E mentre ero là,  vidi più di ciò che posso dire e capii più di quanto vidi;  perché stavo guardando in maniera sacra la forma spirituale di ogni cosa, e la forma di tutte le cose che, tutte insieme,  sono un solo essere. E io dico che il sacro cerchio del mio popolo era uno dei tanti che formarono un unico grande cerchio, largo come la luce del giorno e delle stelle, e nel centro crebbe un albero fiorito a riparo di tutti i figli di un'unica madre e di un unico padre. E io vidi che era sacro… E il centro del mondo è ovunque". (Alce Nero)





13 gennaio 2015

DIVENTARE SCIAMANI DI SE STESSI

Piccole sciamane crescono. Da piccola odiavo dovermi mascherare a Carnevale. L'unico travestimento che mi rendeva felice e in cui mi trovavo a mio agio era questo: come una piccola Sqaw  ... Ringrazio mia madre per avermi trasmesso la passione per gli Indiani d'America
La ricerca interiore non è finalizzata alla scoperta di segreti, al cambiamento dello stato delle cose, ma al risveglio del potere dell’amore che permette di realizzare la totale perfezione del mistero di ogni cosa che esiste …

La mente pone al corpo i medesimi freni che pone al cuore …

Se vuoi qualcosa che non hai, forse devi fare qualcosa che non hai mai fatto prima …

Niente è da negare, niente è da affermare. Bisogna unire, stare nel centro degli opposti, senza negare, senza affermare …

Tutto è ugualmente vero, il dogmatismo è la sola falsità ….

Poiché questo universo è fatto di amore totale niente è impossibile …

La fantasia è l’anticamera del potere, lo sciamanismo è attenzione, imparare a ricevere significa distruggere i propri attaccamenti soprattutto quelli legati al senso di colpa e alla paura …

Guarire è ben più che risanare: significa ristabilire l’armonia tra la coscienza individuale e la volontà universale …

Occorre formare un gruppo sparso nel tempo e nello spazio, per sognare il più grande dei sogni e simultaneamente godere del più piacevole risveglio …

Non attaccarsi a nulla, nemmeno allo yoga, nemmeno allo sciamanismo, perché a tutto, comunque, bisogna andare oltre…

In virtù del potere dello sciamano che è in te, ciò che pare impossibile non è che l’opportunità per creare infinite possibilità …

Il corpo è come assetato di gioia. La gioia è un’energia tangibile, è un potere che non puoi non percepire quando ti attraversa perché ti scuote, e la tua persona e la tua esistenza mutano per sempre …

Se questi versi – liberamente tratti dal libro di Selene Calloni Williams, “Iniziazione allo Yoga Sciamanico”, edizione Mediterranee – hanno anche solo per un istante attirato la vostra attenzione, smosso un’emozione, una qualche ispirazione o pura curiosità, ma anche se vi hanno lasciato totalmente indifferenti, il richiamo dell’anima farà sicuramente il resto, inducendovi a compiere i prossimi passi, quelli più giusti per ciascuno di voi in questo preciso momento. CONTINUA A LEGGERE ...


Ghat a Varanasi, la città sacra dell'India dove è ancora molto vivo il culto shivaita a matrice tantrica (la Svastika - che in sanscrito vuol dire "prosperità", "fortuna", "buon asupicio" - è uno dei simboli del cammino iniziatico del tantrika, indica tra l'altro il movimento dell'energia vitale cosmica Kundalini) Foto scattata a marzo del 2014 ©Cecilia Martino





VARANASI: DEEP IMPACT
IO CHE SONO L'ETERNA NON NATA
METTI UN GURUPURNIMA ALLE MALDIVE
QUELLA VIA ERETICO-EROTICA ALL'UNITA'