18 febbraio 2019

Maestri - Sri Ramakrishna e il Bhakti Yoga

Il 18 febbraio 1836 nasceva a Kamarpukar, circa 100 km da Calcutta, il mistico indiano Gadadhar Chattopadhyay conosciuto come Sri Ramakrishna.



Egli trasmise le verità fondamentali della spiritualità mediante parabole, metafore, canti - un linguaggio essenzialmente poetico, ispirato e semplice, e soprattutto con l'esempio della sua vita. Alla sua morte, avvenuta nel 1886, egli lasciò un gruppo di giovani e devoti discepoli con alla testa il famoso studioso e oratore Swami Vivekananda

Ramakrishna non insegnò né credi né dogmi.

Il suo solo pensiero era l'elevazione degli uomini. Secondo lui, c'è nell'uomo un enorme potenziale etico e spirituale ed è suo preciso e principale dovere attuarlo in vita. Egli insegnò all'uomo a lottare per attuare quel potenziale senza perdere tempo dietro ai piaceri sensoriali o in dispute religiose.

Può essere considerato un grande esempio di Bhakti Yoga, la via dell'unione mediante la devozione ardente, l'intenso, reale e genuino amore per il divino. Ramakrishna esperì questa unione molto precocemente, da ragazzo, nella forma della Madre divina Kali



Sentivo come se il mio cuore fosse stato strizzato, come un asciugamano bagnato, ero sopraffatto dall'inquietudine e dal timore che la realizzazione di Lei, potesse non essermi accordata in questa vita. Non potevo sopportare di più la separazione da Lei. La vita sembrava non essere degna di essere vissuta. Improvvisamente il mio sguardo cadde su una sciabola che era conservata nel tempio della Madre. Decisi di porre fine alla mia vita. E dunque balzai su, come un pazzo, e l’afferrai, quando improvvisamente la Madre benedetta mi rivelò se stessa. Gli edifici, il tempio, e tutto il resto sparì dalla mia vista, senza lasciare traccia alcuna, al loro posto vidi un illimitato, infinito, radioso Oceano di Coscienza. Ovunque guardavo, flutti scintillanti si stavano riversando verso di me da ogni lato, con un rumore terrificante, fino a sommergermi! Stavo ansimando, preso dall’ansia, e crollai, incosciente. Cosa stava accadendo nel mondo esterno non lo sapevo, ma dentro di me c’era un flusso costante di beatitudine pura, tutto nuovo, e sentivo la presenza della Madre Divina”. Sulle sue labbra quando riprese conoscenza del mondo c’era solo la parola “Madre”.







La bhakti differisce dall'idea occidentale della religione per il fatto che non ammette elementi di paura, nessun Essere da placare o propiziare. Ci sono anche bhakta che adorano Dio come loro figlio così che non possa rimanere alcun sentimento di timore o reverenza. Non vi può essere paura nel vero amore; fin quando esiste anche un minimo di paura, la bhakti non può nemmeno cominciare. Nella bhakti non c’è neppure spazio per supplicare o per mercanteggiare con Dio. L’idea di chiedere a Dio qualsiasi cosa è un sacrilegio per il bhakta. Non pregherà per salute o ricchezza e neanche per andare in Paradiso.




Sembra far parte della natura stessa dell'amante 
la convinzione di essere 
più forte dell'oggetto del suo amore. 
Egli è sempre desideroso 
di evitare il minimo fastidio 
alla persona amata, 
e non vuole che nemmeno 
si graffi con una spina.

(Sri Ramakrishna)




UN ANEDDOTO

Una vecchia signora andò un giorno da Ramakrishna Paramahansa portando con se' suo nipote di 10 anni. Si prostrò di fronte a lui e disse: "Maestro! Ho bisogno del vostro aiuto. Questo ragazzo è mio nipote ed è rimasto orfano dall'età di 5 anni, e da allora mi prendo cura di lui.
Adesso ho un grosso problema. Il ragazzo mangia troppi dolci, così tanti che la sua salute peggiora di giorno in giorno. Sono stata dal medico che lo ha severamente ammonito, ma lui non gli presta ascolto. Il ragazzo però, ha una grande ammirazione per voi, ed io sono certa che solo voi lo potete aiutare!"

Ramakrishna rispose: "Madre, non ti preoccupare, vieni con tuo nipote tra un mese, nel frattempo penserò cosa fare per convincerlo che la salute è molto importante, perfino più importante della ricchezza!"
La vecchia signora ringraziò e se ne andò.
Dopo un mese, la donna si ripresentò puntuale con il nipote ed entrambi salutarono il maestro con grande reverenza. Ramakrishna fece sedere il ragazzo accanto a lui e disse: "Mio caro ragazzo, ricordati che la vera ricchezza è la salute. Se non avrai cura della tua salute non potrai crescere forte e sano; non sarai in grado di fare niente di grande in questa vita se sarai un uomo debole e malato. Quando ciò che mangiamo nuoce al nostro organismo, dobbiamo rinunciarvi. Perciò da domani non mangiare più dolci! Dopo qualche tempo ne potrai mangiare con moderazione. Sei un bravo ragazzo e sono certo che ascolterai ciò che ti ho detto, non è così?"
Il ragazzo annuì e promise che non avrebbe mangiato dolci.
La vecchia signora mandò il nipote a passeggiare e rimasta sola con Ramakrishna gli chiese: "Maestro, perché non hai dato questi consigli a mio nipote un mese fa? Perché mi hai detto di ritornare dopo un mese, non capisco!"
Ramakrishna rispose con un dolce sorriso: "Madre, io stesso mangiavo molti dolci, come potevo dire al ragazzo di fare qualcosa che io stesso non riuscivo a fare? Nessuno ha il diritto di predicare ad altri se prima non pratica ciò che afferma. Per questo ti ho chiesto un po' di tempo. In questo mese non ho mangiato dolci, ed ho acquisito il diritto di consigliare tuo nipote."
La donna si meravigliò della rettitudine con cui il Maestro si comportò, si prostrò ai suoi piedi e partì.

Da: "Chinna Katha II" - Sri Sathya Sai Books and Publication Trust (A.P.), India



Quando sarò libero? 
Quando la tua egoità 
sarà scomparsa e la tua volontà
si sarà fusa con quella divina

(Sri Ramakrishna)



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