10 agosto 2020

Voci poetiche | La Notte di San Lorenzo


Questo è l'unico Desiderio che la Vita ha per noi...


Stelle cadenti o stelle danzanti? 
Ma poi, davvero cadono le stelle?
Ne avete mai seguito la traiettoria fino alla fine, il volo, la scia e ciò che resta, anche se non si vede. E cosa resta? 
Perché è così romantico assistere alla caduta di una stella, tanto da esprimerci sopra un desiderio, imprimerci un sogno, sostenerci un ideale, una visione o anche solo un istante di pura poesia?
Di cosa si nutre il bacio che diamo o la stretta di mano sotto la volta celeste del firmamento? 
A chi affidiamo i sogni di una notte di mezza estate, o di una vita intera?
Qualunque siano le risposte, recondite in chimere esistenziali o eclatanti come fuochi d'artificio a Ferragosto, è in alto che la ricerca delle stelle cadenti ci fa volgere lo sguardo. In alto dove, forse, l'attenzione non si arresta ai doveri quotidiani e qualcosa di imprudente e magnifico ci alita sugli occhi nuove arti e nuovi mestieri. 
I fantasiosi cieli d'estate regnano sovrani sui sentimenti di innamorati, poeti, veggenti e marinai, ma a fare festa è il destino che si ha sotto il naso.
Per brillare bisogna cadere, non sempre ma spesso, e cadere è danzare con i propri ritmi per brillare di luce propria. 
Questo è l'unico Desiderio che la Vita ha per noi. 
Nel libro dei misteri della notte di San Lorenzo c'è scritto anche questo, ma ciascuno scriva di propria mano i suoi versi. Liberi di inciampare e fare faville, di tremare e accendere fuochi, di stampare con il calamaio nero della materia oscura il miracolo che siamo destinati a incarnare.
Un unico canto (uni-verso) di presentimenti felici avvolga i nostri occhi al cielo, questa notte e tutte quelle che verranno. Non è più tempo di sopravvivere, ma di splendere. 


                          www.ceciliamartino.it

Orologio astronomico di Macerata, 08-08-2020


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"Scelse un ristorante non molto costoso, visto che lui voleva sempre pagare il conto - nonostante lo stipendio di assistente nel dipartimento di fisica all'università fosse assai più basso dei suoi emolumenti di segretaria. Era ancora estate, e si sedettero a uno dei tavoli nella veranda sul marciapiede, in prossimità del fiume. Vorrei sapere quando gli spiriti mi autorizzeranno a dormire nuovamente con te, disse Lorens, di buonumore. Brida lo guardò con tenerezza. Gli aveva chiesto di non recarsi nel suo appartamento per quindici giorni, e lui aveva accettato: si era limitato a qualche rimostranza, soltanto per farle capire quanto l'amava. A suo modo, anche Lorens ricercava gli stessi misteri dell'universo: se un giorno le avesse chiesto di stare lontana per due settimane, lei avrebbe dovuto accettare. Cenarono senza fretta, e quasi senza conversare, osservando le imbarcazioni che solcavano il fiume e le persone che passeggiavano lungo la banchina. La bottiglia di vino bianco finì, e venne prontamente rimpiazzata da un'altra. Mezz'ora più tardi, le loro sedie erano accostate, ed entrambi guardavano il cielo estivo stellato, stretti in un abbraccio. Questo cielo... disse Lorens, accarezzandole i capelli. Stiamo guardando lo stesso cielo di migliaia di anni fa. Era ciò che le aveva detto il giorno in cui si erano incontrati. Brida, però, non volle interromperlo: questo era il suo modo di condividere con lei il proprio mondo. Molti di quegli astri sono ormai spenti, eppure la loro luce sta ancora attraversando l'universo. Lontano sono nate altre stelle, la cui luce non è ancora giunta fino a noi. 
Cioè... nessuno sa come sia veramente il cielo? 
Era la medesima domanda che Brida gli aveva fatto la prima sera, ma era splendido poter reiterare momenti così piacevoli. In effetti, non lo sappiamo. Studiamo quello che osserviamo, ma ciò che vediamo non sempre esiste. Voglio chiederti una cosa. Di che materia siamo fatti? Da dove provengono gli atomi che formano il nostro corpo? 
Guardando il cielo antico, Lorens rispose: Furono creati insieme alle stelle, nel primo attimo dell'universo, e sono gli stessi che compongono il fiume che abbiamo davanti. Cioè... dopo il primo istante della Creazione, non è stato aggiunto altro? Nient'altro. Tutto è nato e seguita a nascere. Tutto si è trasformato e si trasforma tuttora. Ma la materia dell'universo è quella di milioni di anni fa. Non è mai stato aggiunto un solo atomo. Brida rimase a contemplare il movimento del fiume e il moto delle stelle. Se era facile percepire il fiume che scorreva sulla Terra, risultava pressoché impossibile avvertire lo spostamento degli astri nella volta celeste".

(Da Brida di P. Coelho)

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