21 gennaio 2021

Voci poetiche | A braccia aperte, come i cormorani

Porto Recanati, Gennaio 2021


Non sapevo nulla di loro, così come di tante altre "cose". 

Quelle cose che si è chiamati a vivere prima ancora di conoscerne i dettagli, i nomi e le forme. 

I cormorani sono una presenza costante da quando sono venuta a vivere a Porto Recanati, sì ora li chiamo cormorani perché dopo mesi di osservazione e contemplazione, ho indagato per conoscere meglio quei miei vicini di casa neri neri con il lungo becco a uncino. Non è che le informazioni aggiunte da tale conoscenza nozionistica abbiano cambiato qualcosa alla nostra relazione magica, fatta di distanze e profondità silenziose, io dalla riva, loro nelle alture in mezzo al mare… Si è piuttosto aggiunta una tenerezza nuova nell'aver estrapolato da alcune loro singolari abitudini comportamentali, un senso di adattamento impeccabile. 

Aprono le ali compiendo micromovimenti prolungati per scrollarsi l'acqua di dosso, non essendo il loro piumaggio impermeabile. Non rimangono a lungo in quella posizione, ma la assumono spesso. In un certo senso preferiscono la frequenza alla durata… 

Ogni volta che li vedevo in quella posizione, mi si schiudevano visioni di croci celtiche e ringraziamenti mai vani, come qualcosa che si accoglie "a braccia aperte". Eleganti e sobri in quella postura di apertura sembrano sentinelle di presagi antichi e nuovi simultaneamente, portatori sani di pura presenza nella grazia dello stare in mezzo al mare, complici di brevi istantanee affidate a un vento chissà se bugiardo come le promesse da marinaio. 

Li chiamano anche corvi marini e con il corvo condividono la stessa sorte di essere considerati portatori di messaggi, ma non nefasti né oscuri, bensì colmi di fiducia e coraggio. Coraggio a fidarsi del vuoto, per l'esattezza - se di esattezza si può parlare quando si sfiorano i reami della immaginazione! Avevo appena effettuato un simile passaggio nella mia vita - lasciare una strada conosciuta ma ormai sterile, per inoltrarmi in un cammino colmo di mistero, seguendo una coerenza interna di cuore che ha scelto di andare e fare spazio, essere spazio, darsi alla luce, scoprire modi di esistenza più essenziali e incarnarli. 

C'è sempre da raccogliere nell'incontro tra sconosciuti…

Porto Recanati, Gennaio 2021


Questi cari pennuti ogni giorno mi hanno dato (e continuano a farlo) metaforicamente una pacca sulla spalla, un ghigno complice per non perdermi d'animo nel viaggio irreversibile di ritorno alla sorgente del mio vero intimo vivere. 

I cormorani che osservo dalla spiaggia, attendono ore sui loro piloni che affondano le radici nell'acqua e rivolti al cielo piumeggiano come ombre tremolanti di schizzi di luce. Sono pazienti i loro voli di supervisione, scompaiono nei giorni più tempestosi, riappaiono tra salsedine e foschia quando il richiamo di spumeggianti orizzonti sembrava averli inghiottiti per sempre.
Girovaghi eppure fedelissimi a una striscia di scogli che solcano in voli orizzontali a raso d'acqua ogni volta come fosse la prima volta, si muovono in solitaria difficilmente a stormi, bastanti a sé stessi come un giorno che non si ripete mai. 

A loro devo insegnamenti preziosi, come tutti quelli che si assorbono spontaneamente contemplando la natura il più a lungo possibile. Li traduco nel linguaggio a me più congeniale, quello poetico, e chissà che non vi giunga qualche fremito anche a voi se siete arrivati a leggere fino a questo punto. 


Ciò che è nero, non è oscuro.  È solo di un altro colore.

Non piove sempre sul bagnato. 

Essere impermeabili rende insensibili.

Scrollarsi di dosso ciò che è scomodo richiede più fatica se si protrae lo sforzo a lungo. 

Bastano piccoli movimenti dilatati nel tempo affinché qualcosa cambi. 

Gli ostacoli non sono ostacoli, sono inviti a cambiare posizione.

L'equilibrio non si ottiene stando fermi, piccoli movimenti impercettibili

garantiscono la quadra. 

Ma non cercarli tu, con ostinazione. 

Goditi il panorama, il resto avviene da sé.

Non si vola solo con le ali. Si vola se si è leali. 

Fedeli agli spazi, ai tempi, agli orizzonti, 

si torna sempre dove c'è più nutrimento.

Essere volatili non sempre vuol dire essere inconsistenti. 

La leggerezza è una piuma che si può scegliere di indossare.

Non tutto ciò che è visibile, nutre.

Non tutto ciò che è invisibile, non esiste.

Bisogna scomparire ogni tanto, e non darsi delle arie.

Darsi all'aria, piuttosto.

Non sempre si è da soli, ma soli.

E si splende, anche tremando. 


Porto Recanati, Gennaio 2021

Un altro incontro avvenuto tra le meravigliose rive della "mia" spiaggia, molto più fugace e rapido, è stato quello con il Martin Pescatore di cui ho raccontato in quest'altro post: 


Il tempismo perfetto della vita



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"Te lo devo confessare: 

se ho conosciuto la gioia sulla terra l'ho trovata, 

sempre e ovunque, in questo sguardo interno, 

negli istanti profondi, senza tempo, 

rapinosi e perciò indescrivibili 

di questo divino guardare" 


(Rainer Maria Rilke) 


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