Benedetto sia questo momento prezioso in cui i ritmi della mia vita stanno assorbendo il fraseggio spazioso del poetare autentico. Come se una metafora totale avesse preso le sembianze di tutto ciò che tocco, e che mi tocca. Che vedo, e che mi vede.
Sento il corpo evaso da una costrizione sociale che ne rende melodioso il puro slancio vitale, quasi una resa dei conti, anzi una danza dei versi, con tutto ciò che passa e che resta.
"Ho mal di testa, e di universo" - confessa spesso Pessoa.
Tutto mi attraversa come simbolo di qualcosa di infinitamente più grande e in questa grandezza gli occhi si volgono sempre un po' più dentro, e mai altrove.
Non fuggo, non cerco altro, non vado altrove, ma più in profondità. È tutto già qui, umanità e dio. Pane quotidiano e poesia.
È bellezza integra, umiltà intera, avere tempo non di ingraziarsi la vita ma di ringraziare vivendo, preghiera vivente di riso e di pianto.
Ho sempre scritto di getto a grandi pause, trovando nella spaziosità più appigli che in un tempo lineare.
Ma quali punti di riferimento puoi trovare tu nel cielo, fluttuazione pura? - Il sole, forse!
Tu, Cecilia, così aria e vento, ce l'hai scritto nelle sembianze del tuo corpo l'esito del tuo dislocamento da tutto ciò che è fermo. Nessun punto di riferimento può radicarsi nel vuoto.
Ma sono tutte raso terra le gioie che mi restituisce il mare.
"Le parole hanno il potere di distruggere e di creare.
Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo." (Buddha)
Colline di Filottrano, Marche, Febbraio 2021 |
C'è qualcosa di docile e indomito, mite e fragrante, una gentilezza che si prostra allo sguardo e non lo affatica.
Un'andata senza ritorno, una polifonia di colorati assensi.
Ti sfiora un senso di ridicolo, a voler ingranare la marcia del tempo. L'incoraggiamento vero è una curva che un rapace ad ali spiegate accompagna indifferente al tracciato umano, forse una poiana. E tutto tace.
E sembra un'ode imbevuta di terra, quel verso - forse una preghiera - "riposa in pace".
Colline di Filottrano, Marche, Febbraio 2021 |
Le foto che ti colgono di sorpresa, sono le uniche che colgono per davvero.
Le pose non le decido io, un po' come quando scrivo. Non inseguo parole posate, ma un ritmo mi sopravanza, e un verso giunge non premeditato, piegato alla direzione del momento, che è sempre ora.
Un verso che segue una direzione e non un significato è verso allo stato puro.
Non pronuncia né l'inizio né la fine, va verso, anzi È verso.
Le foto dove non si guarda l'obiettivo hanno la purezza di quel verso spontaneo che, sempre, è caro al poeta autentico.
Non dritto, ma di traverso. Una pausa nella direzionalità del tempo, dove sorridere a chi è fuori campo è una metafora da cui può nascere l'amore.
Un movimento comodo sottratto al giogo della perizia esistenziale.
Amo le foto dove guardo altrove. Fanno più rima con la vita.
Parco Naturale del Teide, Tenerife 2020 |
INSTAGRAM CECILIASAVITRI
FACEBOOK IL MESTIERE DEL DARE
€ 7,00 |
Nessun commento:
Posta un commento