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Oceano Indiano, Weligama ©Foto CECILIA MARTINO |
Procedendo
da Hatton, nel cuore delle piantagioni di té, verso la baia più grande dello Sri
Lanka, si attraversano strade dove la foresta ti sembra di poterla afferrare
con il palmo della mano mettendo le braccia fuori dal finestrino, piante con
foglie giganti, palme, contorsioni di verde in tutte le loro sfumature e, in
lontananza, scrutando un po’ più in profondità oltre il groviglio di radici e
rami, ogni tanto puoi scorgere qualche corso d'acqua che intona il suono della
cupa trasparenza di ogni foresta pluviale che si rispetti.
E poi ci sono le
soste, quelle per ritrovarsi con un cocco in mano a tirare con la cannuccia la
bevanda più dissetante di ogni paradiso tropicale del mondo, l’acqua di cocco,
mentre un camaleonte scambia effusioni e colori con un pezzo di legno in terra
ricordandoti che non c'è modo migliore per conoscere una cosa che diventare
quella cosa (la maestria nell'empatia) e un’iguana fa capolino dal tronco di un
albero davanti alle increspature bianche dei movimenti fluidi dell’Oceano
Indiano.
"Sei tu che contieni il mondo, e non viceversa... non devi fare
assolutamente niente per essere felice, per sentirti pienamente realizzata, se
non ciò che stai già facendo, e cioè vivere e sognare".
Siamo quasi a
Weligama, uno di quei luoghi che sta al fare anima come il fuoco alla fiamma di
una candela, come le onde al mare e il crepuscolo al sole … “I luoghi dove i
ricordi possono essere più densi sono i luoghi migliori per parlare
con gli dei". Qui l’incontro con la Madre selvaggia e i maestri del
passato sempre vivi fluisce solido come le canne degli ultimi pescatori
ancora presenti nel villaggio. E’ un luogo dove i turisti non possono arrivare,
è selvaggio e ancora non completamente abilitato all'accoglienza dei
viaggiatori. E noi ci siamo arrivati.
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Oceano Indiano, Weligama ©Foto CECILIA MARTINO |
Qui Selene ha vissuto 6 anni a contatto
con il suo maestro Michael Williams, qui ha meditato negli eremi della foresta
apprendendo le basi di quella che sarebbe diventata la sintesi più
rivoluzionaria delle pratiche di matrice sia orientale che occidentale, lo yoga sciamanico. E qui - mi viene da dire – qui è nato Tutto. E chi ha letto – tra
gli altri della stessa autrice – il bellissimo libro "James Hillman il cammino del fare anima e dell’ecologia profonda" può capire a cosa mi riferisco, e
potrà avere lo stesso sussulto d’anima che mi ha colto non appena messo piede a
Weligama.
"L’insegnamento del maestro è espressione della reale natura delle cose; come il riflesso della luna sull’acqua, esso è vivido e presente, anche se non ha sostanza alcuna, ti guida, come luce nella notte la cui sorgente è pura e perenne vacuità".
Qui ci sono alcune piante suscettibili al tocco che, appena le sfiori, si schiudono come fossero fiori, come se la magia avesse urgenza di dimostrarsi
nelle sue sfaccettature più inverosimili, e ti aspetti da un momento all'altro
di trovarti davanti qualche fatina o folletto, gli spiriti dell’Underworld con
cui si entra in contatto prestando attenzione, la famosa attenzione che è la
chiave dello sciamanesimo come mi piace ripetere spesso nei miei post, facendo eco alle parole di Michael Williams a Selene: "Lo sciamanesimo é attenzione" ...
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Oceano Indiano, Weligama ©Foto CECILIA MARTINO |
Qui ci sono sfumature di cielo
visibili a occhio nudo, nudo nella visione interiore e persino il riverbero
delle onde sulla sabbia ha un colore e un calore diverso... Immergersi in
queste acque cogliendone il sibilo a fior di pelle mentre il resto del mondo
sembra riassorbirsi all'istante alla prima bracciata a stile libero, é come
un'abluzione nel vuoto - "non il nulla, ma la chiara luce dell'esistenza
primaria" - tra il volo di gabbiani e quell'unico pescatore che, in un
anfratto di oceano, compie il suo rituale indisturbato, nell'armonia di ogni
cosa che si compie senza sforzo, nel ritmo della bellezza che non si attacca al
proprio compimento.
"Il suo corpo é vuoto come una canna di bambù e la sua
coscienza é al di là dei pensieri come il centro dello spazio".
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Pescatore a Weligama, Sri Lanka 4 gennaio 2016 ©Foto CECILIA MARTINO |
Dopo il
bagno corro a prendere la macchina fotografica per immortalare quel quadro
vivente con l'adagio quasi furtivo di chi sta entrando nell'intimità di
qualcuno, rimango a distanza per non osare l'invadenza, qualche scatto e poi mi
ritiro sullo scoglio più alto per godere il panorama respirando fin nel midollo
ogni cellula di vento e salsedine che quella prospettiva aerea mi concede e al
mio ritorno il pescatore é lì, alla base della roccia, che segue incuriosito il
mio saltare a piedi nudi e con il solo costume addosso, da un sasso all'altro,
simile alla corsa di una gazzella, e quando arrivo alla fine, dopo l'ultimo
balzo, mi sorride. Lo saluto semplicemente con un cenno di occhi simile a un
battito di ciglia perché ho le mani occupate dalla macchina fotografica, ma in
quell'incontro fugace di sguardi ci ho lasciato transitare tutte le storie che
non sono state mai scritte, tutte le parole che non sono state mai dette, tutte
le formule magiche che non sono state mai pronunciate, tutto l'amore che non ha
bisogno di troppi convenevoli. "Vieni con me, vieni con me" - ho
ripetuto nel silenzio del muto stupore la formula psichica della creazione immaginale
per portarmi quel tocco di animica complicità per sempre nel mio andare.
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Pescatore a Weligama, Sri Lanka 4 gennaio 2016 ©Foto CECILIA MARTINO |
Ovunque io vada, il passo selvatico della gazzella e il ritmo preciso del predatore con il suo retino per pescare, abbarbicato su un tronco di legno piantato nel mare, mi ricorderanno la danza del sole e del vento di quel giorno a Weligama. "La via spirituale non si percorre muovendosi da un punto all'altro, ma facendosi cosí attenti da scoprire che tutto é già qui, esattamente dove ci troviamo ora. La ricerca interiore non é finalizzata alla scoperta di segreti, al cambiamento dello stato delle cose, ma al risveglio del potere dell'amore che permette di realizzare la totale perfezione del mistero di ogni cosa che esiste". Weligama, lo Sri Pada, l'Himalaya, il Gange, o l'aiuola sotto il tuo condominio. Non c'é differenza per la coscienza che gioisce della sua esistenza. Sat Cit Ananda, la beatitudine é un atto di presa di coscienza, afferrare nell'intuizione di un lampo che tutto é sacro, che la bellezza é ovunque, che ogni momento é quello che é e che deve essere. Perfetto. Segreto e immenso, come l'amore.
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Ninfee, Sri Lanka 2016 ©Foto CECILIA MARTINO |
"Ogni cambiamento nel corso della nostra vita é una metafora della morte e rinascita, é un passaggio dalla strettoia. E ogni morte e ogni nascita é, a sua volta, una metafora dell'amore. Tutto è immagine, riflesso, eco di un amore originario. Darsi a quell'amore é la missione della nostra anima".
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La baia di Weligama, Sri Lanka ©Foto CECILIA MARTINO |
Libri delle citazioni usate, di Selene Calloni Williams
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