Statua fiorentina di Liberty conosciuta come "La libertà della poesia" di Pio Fedi è una tomba di Giovanni Battista Niccolini, Basilica di Santa Croce |
Sprofondare nella terra del non-ritorno.
Questa è Poesia.
Questo è davvero il “mondo libero”.
La Libertà della Poesia è una scultura marmorea di Pio Fedi, eseguita tra il 1870 e il 1883 e facente parte del monumento funebre a Giovan Battista Niccolini nella basilica di Santa Croce. Fu probabilmente la fonte di ispirazione più vicina alla celeberrima Statua della Libertà di Auguste Bartholdi. Infatti l’opera fu sicuramente vista da Viollet Le Duc, architetto e scultore che più volte visitò Firenze in quel periodo. Egli, col suo allievo Auguste Bartholdi, costruì a partire dai primi bozzetti, proprio del 1870, lo scheletro per la scultura monumentale della Statua della Libertà, che la Francia donò agli Stati Uniti nel 1889 e che oggi è tra i simboli più noti di New York e del "mondo libero". Accanto a un cippo con ritratto del poeta di profilo entro un medaglione, si erge la figura all'antica della Poesia, essere femminile drappeggiato, indossante una corona di raggi e con il braccio destro sollevato, che tiene una catena spezzata. La mano sinistra, abbassata, tiene invece una ghirlanda di alloro, allusione all'incoronazione poetica. Tali similitudini formali con la statua newyorkese ne fanno sospettare una possibile derivazione, seppure con esiti formali diversi. (Fonte Wikipedia)
Il sogno del poeta, o, Il bacio della Musa - Paul Cézanne |
Oltre che gli “esiti formali diversi”, è interessante
abbracciare il richiamo invisibile di questa scultura che nella versione newyorkese
è diventata simbolo di una libertà ben più superficiale che nella versione
fiorentina.
Dialogare con questa bellissima immagine non risuona forse con la libertà che la visione poetica del mondo risveglia?
Liberiamo il poeta, il mistico, il sacro che è in noi!
Non sono immagini astratte sganciate dalla realtà queste, e
tantomeno immaginazioni suggestionanti.
Liberare il Poeta che è in noi vuol dire far riemergere dagli abissi dell’errata visione (logocentrica, materialistica, dualistica - in sanscrito avidya e nel buddhismo chitta maya ovvero inganno della coscienza) qualità spiccatamente poetiche e unificanti quali la gentilezza, l’accoglienza, la pazienza, la non violenza.
Liberare il Poeta che è in noi vuol dire far riemergere dagli abissi dell’errata visione (logocentrica, materialistica, dualistica - in sanscrito avidya e nel buddhismo chitta maya ovvero inganno della coscienza) qualità spiccatamente poetiche e unificanti quali la gentilezza, l’accoglienza, la pazienza, la non violenza.
Liberiamo il poeta, non il colonizzatore che è in
noi! Non l’evangelizzatore, non il sapiente saccente, non il politico, non il
filosofo, non l’intellettuale, non il retorico. No! Il Poeta. Che è un mistico,
uno sciamano, una benedizione vivente. Il Poeta a sua volta ci renderà davvero
liberi, non finti liberati avviluppati in schiavitù sempre diverse. Non a caso Poesia è raffigurata come essere femminile
drappeggiato.
Poesia è mistica femminile per eccellenza, è atto fecondativo, il che non ha
niente a che vedere con il genere sessuale bensì con qualità energetiche,
spirituali.
Stare poeticamente al mondo, ovvero tornare all'essere anima
che spezza le catene dei condizionamenti e dei soprusi egoici, è davvero
l'unico atto rivoluzionario possibile ai fini del risveglio di una nuova
umanità.
È una presa di coscienza. (Cediamo la strada agli alberi, abbiamo bisogno di poeti e di contadini). Si sposa con la gratitudine di Essere
e fa dell’amore molto più che un teorema da spiritualisti accaniti o da
accademici plurilaureati. Ci ricollega all'anima del mondo, ci rende
spontaneamente bio-etici, perché ci risveglia alle radici essenziali della
vita.
Radici, non nuvole passeggere.
Linfa vitale, non surrogati esistenziali.
Radici, non nuvole passeggere.
Linfa vitale, non surrogati esistenziali.
Le Cave di Orfeo |
L’incoronazione poetica e l’alloro quale simbolo è una bella
metafora di iniziazione, salvo concedere all'Iniziazione tutta la pregnanza a
cui rimanda il suo etimo e non altre divagazioni esoteriche. (Leggi: Cosa vuol dire essere degli Iniziati).
Accordiamoci con il monito di Rilke “la vita comincia ogni giorno” così intriso di quell’Adesso advaita (non duale) che spezza i vincoli
del tempo (passato, futuro e presente interpretato) lasciandoci liberi di
essere, momento per momento, sempre nuovi alla vita, spiritualmente vergini,
creativamente vitali. Svegli, non dormienti (Leggi anche: Buona parte della vita si svolge nello stato di sogno).
Poeticizzare è universalizzare, fare dei propri vissuti
personali un canto e non una malattia, trasmutare le angustie di ciò che chiamiamo
destino in cibo per l’anima. Ecco perché il poeta non sbaglia mai.
Poesia indossa la corona raggiante di una rivoluzione
pacifica, silenziosa, che sprofonda nell'interiorità per manifestarsi
spontaneamente all'esterno con intelligenza intuitiva funzionale a ciascuna
circostanza. È radianza che sgorga spontanea dalle Origini (per questo sa essere davvero originale), è Noesis, Intuizione, pensiero del cuore. Tao.
Nessuna liberazione autentica proviene da fattori esterni.
Le vere conquiste utili a risvegliarsi dal sonno dell'ipnosi collettiva del materialismo, sono quelle interiori che spostano l'attenzione dal piccolo mondo individualistico degli attaccamenti personali al più esteso universo dell'inter-relazione, a una visione più universale che espande i nostri confini, le nostre barriere, le frontiere della separazione…
Le vere conquiste utili a risvegliarsi dal sonno dell'ipnosi collettiva del materialismo, sono quelle interiori che spostano l'attenzione dal piccolo mondo individualistico degli attaccamenti personali al più esteso universo dell'inter-relazione, a una visione più universale che espande i nostri confini, le nostre barriere, le frontiere della separazione…
"Raggiungere le frontiere dell'essere non è come
sperimentare i propri limiti. Impegnarsi completamente in tale impresa, che
richiede di sprofondare nella terra del non-ritorno, non è come provare un po'
di yoga, di advaita e di tantrismo."
(Raimon Panikkar)
Sprofondare nella terra del non-ritorno. Questa è Poesia. Questo
è davvero il “mondo libero”.
Le sere azzurre d'estate, andrò per i sentieri,
Punzecchiato dal grano, a calpestare erba fina:
Trasognato, ne sentirò la freschezza ai piedi.
Lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.
Non parlerò, non penserò a niente:
Ma l'amore infinito mi salirà nell'anima,
E andrò lontano, molto lontano, come uno zingaro,
Nella Natura, - felice come con una donna.
(Sensazione, Arthur Rimbaud)
PROSSIMI APPUNTAMENTI
Reading poetico a TORINO presso Samveda -
Centro Yoga del Kashmir, Advaita e Mindfulness,
Mercoledì 19 Giugno, dalle ore 20.00
COSA È LA POESIA PER ME -
INTERVISTA DI ARACNE TV MARZO 2019
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Come presi per mano
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