07 maggio 2019

Intelligenza Artificiale | L'algoritmo che genera poesie


"Una rete neurale è stata negli anni educata a produrre poesia. Per farlo è stata nutrita con 25 milioni di parole usate da poeti del XIX secolo. Ora tutto questo produce “poemportraits”, il nuovo esperimento frutto della collaborazione del laboratorio Arts & Culture di Google con il programmatore Ross Goodwin e la scenografa Es Devlin. Goodwin ha creato l’algoritmo che genera automaticamente la poesia; è possibile alimentare il sistema con una propria parola, ci si scatta un selfie e l’algoritmo poeta ci scrive sulla faccia un breve poema composto attorno alla nostra parola chiave. Diventerà per un po’ il nuovo passatempo social, ma l’esperimento non è banale, si tenta di insegnare all'intelligenza artificiale a dialogare con gli umani attraverso metafore, la ricerca di una dimensione poetica come comune terreno d’incontro è molto interessante. L’dea ricorda un teoria di Borges per cui esiste un numero definibile di “metafore essenziali”, con le quali è possibile costruire qualsiasi astrazione. Attraverso le radici comuni della poesia universale le macchine intelligenti saranno così “educate” a interagire con la parte più profonda della nostra condizione umana".

(di Gianluca Nicoletti - Da La Stampa del 7 maggio 2019 "Obliqua-mente - L’algoritmo che genera poesie, così l’intelligenza artificiale dialoga con l’uomo") 


Sì MA … 

Cos'è che persino l'"algoritmo poetico" non potrà mai fare?  





Emozionare ed emozionarsi … (EMOVERE)

Cos'è che rende un uomo davvero Poeta? Anzi, che lo fa tornare alla sua propria natura poetica, che è uno stato spontaneamente creativo dell'essere?
Un avatar potrà attingere a tutto il bagaglio di "metafore essenziali" e di parole poetiche utilizzate dai maggiori scrittori di tutti i tempi, ma non sarà mai un autentico poetare perché Poesia non è un mestiere letterario ma un mestiere del dare.  
Dare spazio all'intuizione, a una intelligenza emotiva che non ha variabili computerizzabili, perché gioca con regole squisitamente umane, imprevedibili, illogiche più che emotivamente logiche e, per questo, squisitamente divine. 
Poetare è generare - diceva Novalis - e non è un partorire belle parole, o metafore sapientemente scelte, o ritmi caparbiamente cercati nel dialogo artefatto di una macchina, pur "intelligente" che sia.
Il vero mestiere di un poeta è quello di dare spazio a profondità che fanno tremare il corpo. Il corpo, appunto. Carne e sangue, materia organica. E energia vitale, senza scomodare il "prana" della filosofia orientale, chiamiamolo pure respiro di vita. 

Niente di astratto, quindi, ma di molto concreto. Vitale. 
Poesia è rigenerazione cellulare, emozione - letteralmente, portare fuori, smuovere (dal latino ex = fuori + movere = muovere) che - consapevolmente accolta e amata - trasforma, cambia prospettiva alla vita. 
Poesia è visione, incarnata in pelle, ossa e muscoli.
La "delizia poetica" trasfigura i corpi, spiritualizza la materia verrebbe da dire parafrasando molti mistici, filosofi e autentici ricercatori dell'anima che ne furono portatori sani (San Francesco, folle divino colmo di letizia poetica, Sri Aurobindo acuto pensatore e poeta assoluto della vibrazione mantrica, solo per citarne alcuni).
E' alchimia che utilizza il "fango" di un materiale vivente per farne oro. 
All'algoritmo, pur sopraffino che sia, mancherebbe proprio questo "fango".
E senza materia oscura nessuna luce è possibile.



"Sebbene ignorata dai media, sta emergendo la magia naturale insita nel nostro cervello, data dalla materia bianca che compone la sua porzione più cospicua; è materia organica con abilità straordinarie … " 
(Giuliana Conforto, Cambio di Logica)



Interessante l'esperimento? Sì, può darsi. Perché non fa che confermare quanto la Poesia sia necessaria come l'aria che respiriamo e non un passatempo per spiriti romantici, quanto essa sia ben più che un genere letterario da riqualificare bensì una visione del mondo da riscoprire: quella che ci avvicina allo stato naturale più prossimo alla nostra origine, all'essere più che al fare.
Una visione intrisa di gentilezza, armonia, ritmo, ascolto profondo, accoglienza, compassione, fluidità. Un bagaglio prezioso di cui ha bisogno l'umanità, mai come in questi tempi.
In una parola: Coscienza. 



Rilke nella VI Elegia evoca la “pienezza del cuore” quale segreto di un'intimità poetica che si compie nel momento succulento dell’adesso.
"Cosa cerchi?" Chiedevano a Diogene, il "Socrate pazzo" che girava con una lanterna accesa anche in pieno giorno. "Cerco l'uomo", rispondeva il saggio … 

Altro che passatempo social!








Il poeta distilla da ogni forma la divina funzione. 
Ogni piccola cosa rende eterna. 
Per lui è oro ciò che per gli altri resta fango 
forse perché a quell'oro non dà peso e se un altro lo ha preso, 
il furto lo diverte come vedesse rubare un tramonto!  
(Emily Dickinson)


Altri spunti di riflessione sulla Poesia, dal mio Blog

Essere poeticamente al mondo, manifesto per un'etica del quotidiano

Per scrivere belle poesie, bisogna essere tristi?

Cediamo la strada agli alberi. Abbiamo bisogno di contadini e di poeti

Perché il poeta compone versi? La visione taoista del Wu-Wei 

La lanterna di Diogene, una vita senza fiuto

Dicono di me:
Scrivere poesia giova fortemente al senso del ritmo | Il mestiere del dare di Cecilia Martino



Prossimi appuntamenti:


Salone Internazionale del Libro, Torino 9-12 Maggio, Stand Aracne PADIGLIONE 2 – H14 Lingotto Fiere

Presentazione a Bologna Libreria Esoterica IBIS, sabato 15 Giugno, ore 17.30 


Il Mestiere del Dare
€ 8,00

IllogicaMente
€ 7,00

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