20 novembre 2021

Elogio e significato del Ghee | Proprietà e benefici sottili dell'elisir più sacro dell'Ayurveda



I testi dell'Ayurveda tessono l'elogio del ghi - o ghee - che viene considerato un vero e proprio elisir, più che un semplice alimento. Riporto ora alcuni brani scelti dal libro di Ernesto Iannaccone "Ayurveda - La medicina dell'armonia tra l'uomo e l'universo".

   

Ecco come Charaka (l'autore del celebre trattato medico che porta il suo nome, Charaka Samita) descrive le proprietà del ghi:

"Il ghi aumenta la memoria, l'intelligenza, la forza digestiva, il seme, la vitalità, Kapha, il grasso; riduce Vata e Pitta, cura gli avvelenamenti, i disturbi mentali, la consunzione, la sfortuna, la febbre cronica.  È il migliore di tutti i grassi, rinfrescante, dolce di sapore e di trasformazione digestiva, ha mille potenzialità e se assunto nel modo corretto esercita mille azioni".
(Charaka Samita, XXVII, 231.232)


LA DIGESTIONE COME METAFORA DEL RITO SACRIFICALE

I motivi di tanta venerazione vanno probabilmente ricercati in considerazioni di ordine non medico. Il ghi costituisce il combustibile  del fuoco sacrificale e viene offerto in grande quantità agli dei; la digestione è una metafora del rito e ciò che vale per il sacrificio si applica anche al pasto: il ghi rappresenta un'offerta idonea per il dio Agni (dio del fuoco) nell'ambito del sacrificio e dunque un altrettanto valida offerta per il fuoco digestivo nell'ambito del pasto. 

Da un punto di vista chimico il ghi è burro fresco che è stato privato della caseina e dell'acqua mediante un semplice processo di riscaldamento a fuoco lento. Il metodo di preparazione del ghi contribuisce ad accrescere significativamente il suo appeal per gli ayurvedici: il burro entra in contatto con il fuoco purificatore, merito numero 1, e viene liberato di tutti i componenti indesiderabili, merito numero 2. Il ghi inoltre non decade o decade molto lentamente e si conserva a lungo anche fuori dal frigorifero, merito numero 3.


I testi ayurvedici decantano addirittura le virtù del ghi vecchio di un secolo! L'incorruttibilità del ghi è motivo di grande fascino per coloro che, come gli indiani, pongono lo spirito eterno al centro dell'universo e guardano alle forme mutevoli come mera apparenza. Il ghi si mantiene a lungo senza alterarsi, dunque è puro e ha dentro  di sé qualcosa dello spirito dell'immortalità: tale è il sentimento degli indiani.

L'IMPORTANZA DI AGNI, IL FUOCO PURIFICATORE 

La civiltà vedica è la civiltà del fuoco per eccellenza.
Il Rig Veda, la scrittura più sacra e antica degli indiani, ha inizio con la seguente invocazione:

"Porgo omaggio al fuoco, che è il sacerdote scelto, il dio, il ministro del sacrificio, l'offerente, il supremo conferitore di doni.
Agni è degno di adorazione da parte dei viventi e degli antichi veggenti.
Egli porta a noi gli dei.
Grazie ad Agni possiamo noi ottenere ricchezze, cibo in quotidiana abbondanza, quantità di eroi e di gloria." (Rig Veda, I, 1-3)

Agni è il dio del fuoco che viene adorato nelle cerimonie prescritte dai Veda ed è allo stesso tempo il principio vitale che risiede all'interno del corpo. […]
Nella concezione ayurvedica del mondo il microcosmo del corpo umano è visto come una metafora del macrocosmo. Lo stesso rispetto tributato al dio Agni è dunque portato al fuoco interno del corpo.



Charaka scrive: 

"Longevità, buon aspetto, forza, salute, entusiasmo, robustezza, luminosità, resistenza alle malattie, energia, produzione di calore e respiro vitale dipendono dal fuoco del corpo. L'individuo muore se quel fuoco si spegne, vive a lungo se quel fuoco è normale, si ammala se quel fuoco è irregolare. Agni è la radice di tutto". 

Non ci deve meravigliare dunque il fatto che l'Ayurveda, la medicina dell'India antica, attribuisse un ruolo così importante al fuoco interno, trasposizione medica del fuoco che abita il focolare domestico e l'altare rituale. […] Il conservare in efficienza l'Agni interno riveste per l'Ayurveda lo stesso carattere di necessità che rivestiva per gli uomini primitivi il preservare il fuoco acceso nella caverna o per i bramini indiani di ieri e di oggi il mantenere sempre vivo il fuoco dell'altare domestico.

TAPAS, IL FUOCO SPIRITUALE

La creazione materiale, uomo compreso, è destinata prima o poi a essere inghiottita dal potere che l'ha emessa. Come le onde dopo essersi levate ricadono e vengono riassorbite dall'oceano, così gli esseri viventi, una volta maturi, divengono cibo per l'Infinito.

Candele rituali con ghee

La vita rassomiglia a un processo di cottura.

Nel cammino dell'esistenza l'ignoranza duale viene cotta sul fuoco della conoscenza discriminativa e quando l'ultima traccia di ego si è dissolta, la cottura è completa e l'individualità limitata diviene infinita. Siamo tutti a bollire nella medesima pentola. Lo yogi che medita sta semplicemente cercando di cuocere più velocemente.
Non a caso il termine che definisce meglio l'ascesi è tapas, il cui significato è "calore bruciante". La vita è un lungo e meticoloso processo di cottura scandito da tappe progressive di maturazione. La cremazione del corpo dopo la morte è la  metafora più evidente di quel processo: il cadavere viene offerto al fuoco affinché esso bruci ogni traccia residua di ignoranza. 

Il pensiero medico dell'Ayurveda sposa questa visione metaforica della vita
Nutrirsi è, nella forma e nell'essenza, un atto sacro che riproduce il modello complesso del rituale vedico [...]
Agni trasforma con la sua energia tutto ciò con cui viene in contatto: come le offerte versate sul fuoco sacrificale trasformano l'offerente rendendolo idoneo per la dimora celeste, così l'offerta al fuoco interno trasforma il consumatore del cibo purificando il suo corpo dalle impurità e conferendogli le qualità del buon colorito, serenità etc. menzionate da Charaka.

(BRANI SCELTI DAL LIBRO SOPRACITATO DI ERNESTO IANNACCONE)


 

AMBROSIA: L'ALTO VALORE NUTRIZIONALE DELLA VISIONE POETICA 


La visione metaforica della vita sposata dall'Ayurveda, e dallo Yoga, è visione intimamente poetica che ri-unifica l'aspetto visibile-grossolano con l'aspetto invisibile, spirituale che nutre e sostiene ogni cosa.
Mantenersi in salute vuol dire ri
sintonizzarsi con questa visione unitiva della vita, che si inchina alla meraviglia del mondo fenomenico quale espressione di un piano di intelligenza infallibile di cui avere spassionata fede, che si allinea alle leggi universali di armonia senza volerle sovvertire. 
Custodi del focolare che ci ospita, ci anima e ci riscalda, macrocosmo e microcosmo, intimamente connessi alle Forze cosmiche di guarigione con compassione ed umiltà.
Un corpo vivo e fluido è un corpo che emana calore. La rigidità e l'eccessiva freddezza si addicono più a un cadavere che a un essere vivente.


Non c'è migliore NUTRIMENTO che il ritorno alla Coscienza originaria poetica estatica che ci vuole portatori sani di "sale della vita", continuando con le metafore (non a caso) alimentari e poetiche in senso stretto:  "ho bisogno di poesia - cantano i famosi versi di Alda Merini - questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dà colori nuovi".  Non sono forse le parole - che diciamo o ascoltiamo più frequentemente - nutrimento per la nostra interiorità?
Da qui l'alto valore nutrizionale della Poesia! ... Quel "passatempo divino dal potere illuminante" come scriveva Sri Aurobindo, il padre dello Yoga Integrale.

 Il ghee, l'alimento degli dei, l'ambrosia nettare divino, è un richiamo esteso, metaforico, inclusivo e poetico, al fuoco della consapevolezza, della coscienza, della presenza, della chiara visione, della nostra stessa essenza che è il Nutrimento supremo che non ci farà mai vivere nella sensazione di fame o di mancanza. Il fuoco della celebrazione della vita così come viene.

LEGGI ANCHE: LE 9 QUALITA' DI CUI NUTRIRSI IL CIBO DIVINO


MANTRA PER L'OFFERTA DEL CIBO PRIMA DI ASSUMERLO



Om Brahmarpanam Brahma havir

Brahmagnau Brahmana hutam

Brahmaiva tena gantavyam

Brahma-karma-samadhina


Brahma è l'offerta, Brahma è l'oblazione

Da Brahma l'oblazione viene versata nel fuoco sacrificale che è Brahma

Brahma è raggiunto da colui che vede sempre Brahma in azione

(B.G. IV, 24; traduzione di S.Shivananda)


Tutto è energia universale e solo chi è cosciente di ciò può realizzare l'Energia Universale. Questo mantra è normalmente recitato prima dell'assunzione del cibo, che viene così in primis offerto al Divino in noi (Brahma) che lo trasforma in ambrosia. 


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