Non fissarti su ciò che vorresti fare accadere, ma osserva ciò che vuole succedere attraverso di te.
C'è sempre un più esteso piano nello stato di grazia, nessuno rimane nessuno, resta nessuno ed è la più grande benedizione.
Un punto di fuga in prospettiva non ammette prigionieri, è un inizio senza fine, un moto, un verso, una direzione. La strofa di un momento pieno.
Rimanere ai margini del nulla, e del mondo inventato, quale liberazione!
C'è una realtà più onesta e integralmente viva, se ci si arrende all'evidenza sensibile di impermanenze preziose, delicate caducità dal suono corroborante.
Hai presente la fioritura dei ciliegi?
Ci sopravanza sempre l'eterno, eppur cadiamo. Perché i frutti maturi cedono la gravità alla Terra, che è madre e mentore, pietanza di fermenti quotidiani.
Ciò che cade ha sempre presente il cielo, ne è intriso, altrimenti non potrebbe cadere. E la sua caduta è una danza con il timbro dell'accadimento spontaneo.
Accadere, cadere, caducità.
Avere presente, sì. Perché è l'unica cosa che abbiamo ed abitiamo, ed è un dono.
Hai presente qualcosa che ti sta a cuore?
È il segreto di ciò che realmente Sei.
Un passo ulteriore, avere presente e basta, perché basta davvero. Non tutta l'attesa davanti e non tutta la memoria indietro. All'appello della vita si risponde sempre e solo: Presente!
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