06 luglio 2013

QUANDO MI SENTIRO' NOSTALGICA

"A Cecilia, un incontro felice fra le città – Torino 3 luglio 2013" così inizia la mia avventura torinese, con la dedica di uno scrittore di origine algerina trasferitosi a Torino dopo 16 anni vissuti a Roma e abitante del quartiere San Salvario, lo stesso dove prenderò dimora io molto presto. Già tutta questa serie di "coincidenze" basterebbe a rendere emblematico il nostro incontro ma non finisce qui. Anzi, per l'esattezza dovrei dire: non inizia qui. Perché non avrei mai incontrato, e parlato, e condiviso lo spazio sacro dell’erranza identitaria con Amara Lakhous, se domenica scorsa (due giorni appena dal mio arrivo a Torino) non fossi andata al Parco del Valentino, sospinta da una incontenibile voglia di natura e di meditazione camminata nel verde per lasciare fluire il turbinio mentale delle ultime 48 ore. Per poi scoprire che proprio in quei giorni si svolge presso il Borgo antico del parco una kermesse legata al mondo del "viaggio" (viaggio "reale" verso mete lontane, viaggio "stanziale" nel luogo dove vivi, viaggio "interiore" tra spiritualità e introspezione - recita la locandina) e venire letteralmente rapita da un coacervo di richiami multisensoriali provenienti da tutte le latitudini del mondo: dall’India al Brasile, passando per il Giappone, con le relative poetiche declinazioni in forma di yoga, capoeira, haiku …

 Mi sembra di essere Alice nel Paese delle Meraviglie perché, da quel momento in poi, qualsiasi cosa penso – o inizio a immaginare -, semplicemente accade. Prende forma in maniere insolite. Come, ad esempio, la materializzazione davanti a me del mio futuro Maestro di Yoga, James Eruppakkattu, che manco a farlo apposta, presenzia una seduta di dimostrazione yoga che non avrebbe dovuto esserci (infatti, nella locandina dell’evento non è menzionata per la giornata di domenica) con il risultato che alla suddetta dimostrazione ci siamo solo io e lui e una terza amabile persona. Mi ritrovo in men che non si dica a praticare Kapalabhati (una tecnica di pranayama) e visualizzazioni energizzanti guidate dalla voce del Maestro che tanto auspicavo di conoscere quanto prima (quanto prima sì, non immaginavo all’istante!), nella cornice fantastica di un parco assolato verso il tramonto e con il sottofondo di danze indiane alla Bollywood che, nel frattempo, hanno preso il via nel palco sottostante dedicato alle varie esibizioni. Mi è sembrato un “battesimo spirituale” più che significativo per il mio ingresso a Torino.

Tornando ad Amara e al suo libro, il seme del nostro incontro avviene proprio durante questa alquanto surreale giornata al Parco del Valentino quando, tra le varie bancarelle dedicate all’Oriente dove si concentra la maggior parte della mia attenzione, mi soffermo su un libro di Haiku giapponesi e il signore del banco mi porge – come se non aspettasse altro – la cartolina della presentazione di un libro, dal titolo alquanto bizzarro direi: “Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario”. La qual cosa mi fa subito sorridere perché “Ah, San Salvario – dico a voce alta – il quartiere dove prenderò casa!”. Allorché il signore del banco mi chiede da dove arrivassi e, saputo il mio luogo d’origine, non esita ad approfondire la cosa: “Lo scrittore Amara Lakhous ha vissuto per tanti anni a Roma, ora vive a Torino a San Salvario, se vieni alla presentazione ti potrà dare dei consigli …” Che dire? Dal momento che ormai la mia vita la passo puntualmente a non ignorare i segnali che l’universo manda, mi sono presa la cartolina con tutti i riferimenti promettendomi di non perdere l’occasione. E così è stato.

E così, cartina alla mano, sono giunta nella piccola libreria di Via San Francesco da Paola e mi sono potuta sentir dire “Vedrai, sarà una bellissima esperienza qui a Torino” da uno scrittore “italianissimo” ma algerino che ha eletto il tema della migrazione nel senso più ampio del termine a musa portante della sua vocazione letteraria. “Ma non ti è mai mancata Roma in questi anni torinesi?” Chiedo, banalmente lo so. “No, io non sono un nostalgico, quando bisogna andare… non si può impedire il cambiamento”. E con la stretta di mano e gli occhi dritti negli occhi ho assorbito tutta la verità di quelle parole, e una promessa a me stessa: quando mi sentirò nostalgica, mi ripeterò dentro questo nome: Amara Lakhous.

L'universo cospira sempre a favore dei sognatori" (P. Coehlo)

Letture consigliate
“Contesa per un maialino italianissimo a San Salvario” di Amara Lakhous
“Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio” di Amara Lakhous
“Divorzio all'islamica a viale Marconi” di Amara Lakhous
“Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto” di Paulo Coelho

HAIKU

"Meraviglia fluida
nel fiume che scorre
tra il verde, giocano le ore in alto"

(Scritto domenica 30 giugno al Parco del Valentino)