"Tutti noi siamo il risultato delle nostre scelte". Il maestro indiano James Eruppakkattu, sorridente come suo solito, inizia subito con una provocazione la conferenza all'interno di Torino Spiritualità, dal titolo "Karma, l'effetto della scelta". E continua: "Quanti di noi, guardando al passato, pensano di avere fatto sempre le scelte giuste? Oppure sono convinti di avere sbagliato?". Qualche mano, timidamente si alza. Con l'incalzare proprio del domandare maieutico che induce l'ascoltatore a giungere da solo alle risposte, James ci pone subito nel cuore esatto della questione: non esistono scelte di per sé giuste o sbagliate, esiste solo il fare una determinata esperienza che, in un dato momento della vita, evidentemente è necessario fare. Di conseguenza, anche i risultati delle nostre scelte sono di per sé neutri, siamo noi che – filtrati dalle nostre immagini o impressioni mentali (ne ha parlato anche lo Swami Veetamohananda) - li carichiamo di giudizi, positivi o negativi, e questo ci induce a colpevolizzarci di continuo. Iniziare ad avere la consapevolezza che esiste un tempo per ogni esperienza, può sollevarci dal peso di rimorsi o mortificazioni di vario genere. Naturalmente, ciò non vuol dire soccombere a qualsiasi situazione ci si presenti, piuttosto diventare veicoli di consapevolezza. Consapevolezza Superiore.
Per fare questo ci viene incontro lo Yoga e le sue pratiche armonizzanti che, agendo contemporaneamente sulla purificazione e sul potenziamento delle facoltà mentali, favorisce la sintonizzazione di tutto il nostro essere (dai pensieri alle emozioni) su livelli più elevati di energia, là dove non c’è più bisogno nemmeno di “scegliere”, perché le cose semplicemente accadono in sintonia con la volontà divina, quell’Intelligenza cosmica intrisa di energia che sottostà a tutto il creato. In questo modo diveniamo veicoli di una volontà più grande che non può sbagliare, perché agisce sempre nel nome dell’amore. Ma per entrare in sintonia con tale piano di evoluzione, è necessario rimanere sempre ricettivi, aperti, predisposti a ricevere perché se è vero che l’energia è sempre lì, sempre disponibile per tutti in quantità infinite, è altrettanto vero che bisogna sapere come riceverla. Proprio come un canale ricetrasmittente: non basta accendere la radio per ascoltare un certo canale, occorre sintonizzarsi a una data frequenza. Lo stesso vale per noi, perché siamo fatti di energia (parole, pensieri ed emozioni emanano vibrazioni continuamente). Dobbiamo pertanto diventare canali di apertura e, contemporaneamente, sintonizzaci con le frequenze più elevate affinché quelle più basse, legate all’istinto, all’inconscio e alle forme di coscienza inferiori, non facciano più presa su di noi. Proviamo a sorridere un pò più spesso, ad esempio. E a dire qualche SI in più.
Un altro punto cruciale su cui il maestro ci invita a riflettere è questo: siamo tutti interconnessi. Tutto quello che facciamo per noi, in realtà ha una ripercussione inevitabile anche sugli altri, che ne siamo consci oppure no. E’ una legge universale. Perché, appunto, ai livelli più sottili dove agiscono le energie che emaniamo sintonizzandoci con quelle simili alle nostre, siamo tutti collegati. Uno dei principi basilari del Karma Yoga (lo Yoga dell’azione disinteressata) è quello per cui noi, facendo parte (anche) del mondo fisico materiale, abbiamo il dovere di agire perché ciascuno di noi è chiamato a realizzare il proprio “dharma” (dovere, missione, compito, vocazione) per il quale si è incarnato in questa vita ma senza attaccamento per i risultati. Perché “l’azione è tua, il risultato è del mondo”, sintetizza eloquentemente James.
A questo punto sorge la domanda fondamentale, la stessa su cui poggia tutto il dilemma di Arjuna nell’episodio cruciale del “Maharabarata”, noto come Bhagavad Gita (dedicherò in seguito un post riservato a questo fondamentale testo indiano di grande ispirazione spirituale): come si fa a capire se un’azione è giusta o sbagliata, o ancora, a scegliere quando bisogna agire e quando è meglio di no?
Se si è connessi con la Consapevolezza Superiore a cui abbiamo accennato prima, non si hanno dubbi. Il primo passo da compiere è uno: prendere una decisione. La sola scelta che dobbiamo davvero fare è quella di voler cambiare. Scegliere di voler fare un passo in avanti nella nostra evoluzione, scegliere di voler migliorare. Decidere di voler cambiare è tutto quello che ci serve affinché l’Intelligenza universale “cospiri” (parafrasando Paulo Coehlo) a nostro favore, sempre. Decidere è diverso dal desiderare. Le parole hanno un peso energetico diverso. Un conto è dire “desidero cambiare”, un altro è affermare con convinzione e intenzione sincera: “io scelgo di cambiare”. Ci sarebbe molto da dire sul potere delle affermazioni positive, il maestro Paramhansa Yogananda ne ha fatto un cardine dei suoi insegnamenti (un libro che consiglio sempre è “Affermazioni scientifiche di guarigione"), ma in questo post mi limito a riportare le riflessioni scaturite dal bellissimo incontro con il maestro James il quale, prima di condurre i presenti in una sessione pratica di respirazioni, visualizzazioni e canti del mantra Om, conclude la parte teorica con questo sillogismo metafisico: chi crede in Dio non può non credere nella reincarnazione. Siete curiosi di sapere perché? Ne parlerò nel prossimo post.
Ricordo che il maestro James insegna Yoga a Torino dal 1980 presso la Scuola Yoga Shanti di Via San Secondo 51 (tel. 011.597153, www.scuolayogashanti.it, Facebook: Scuola Yoga Shanti).
“Quando desideri qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio. Esiste una grande verità su questo pianeta: chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato nell'anima dell'Universo. Quella cosa rappresenta la tua missione sulla terra” (Paulo Coelho)
Letture consigliate
"Yoga pratici" di Swami Vivekananda
"La pratica del Karma Yoga" di Swami Sivananda Saraswati
"Lo Yoga della Bhagavad Gita" di Sri Aurobindo
E - a proposito di scelte - leggete qui e connettetevi con le Energie della Nuova Terra, favorite dall'equinozio d'autunno 2013
Per fare questo ci viene incontro lo Yoga e le sue pratiche armonizzanti che, agendo contemporaneamente sulla purificazione e sul potenziamento delle facoltà mentali, favorisce la sintonizzazione di tutto il nostro essere (dai pensieri alle emozioni) su livelli più elevati di energia, là dove non c’è più bisogno nemmeno di “scegliere”, perché le cose semplicemente accadono in sintonia con la volontà divina, quell’Intelligenza cosmica intrisa di energia che sottostà a tutto il creato. In questo modo diveniamo veicoli di una volontà più grande che non può sbagliare, perché agisce sempre nel nome dell’amore. Ma per entrare in sintonia con tale piano di evoluzione, è necessario rimanere sempre ricettivi, aperti, predisposti a ricevere perché se è vero che l’energia è sempre lì, sempre disponibile per tutti in quantità infinite, è altrettanto vero che bisogna sapere come riceverla. Proprio come un canale ricetrasmittente: non basta accendere la radio per ascoltare un certo canale, occorre sintonizzarsi a una data frequenza. Lo stesso vale per noi, perché siamo fatti di energia (parole, pensieri ed emozioni emanano vibrazioni continuamente). Dobbiamo pertanto diventare canali di apertura e, contemporaneamente, sintonizzaci con le frequenze più elevate affinché quelle più basse, legate all’istinto, all’inconscio e alle forme di coscienza inferiori, non facciano più presa su di noi. Proviamo a sorridere un pò più spesso, ad esempio. E a dire qualche SI in più.
Un altro punto cruciale su cui il maestro ci invita a riflettere è questo: siamo tutti interconnessi. Tutto quello che facciamo per noi, in realtà ha una ripercussione inevitabile anche sugli altri, che ne siamo consci oppure no. E’ una legge universale. Perché, appunto, ai livelli più sottili dove agiscono le energie che emaniamo sintonizzandoci con quelle simili alle nostre, siamo tutti collegati. Uno dei principi basilari del Karma Yoga (lo Yoga dell’azione disinteressata) è quello per cui noi, facendo parte (anche) del mondo fisico materiale, abbiamo il dovere di agire perché ciascuno di noi è chiamato a realizzare il proprio “dharma” (dovere, missione, compito, vocazione) per il quale si è incarnato in questa vita ma senza attaccamento per i risultati. Perché “l’azione è tua, il risultato è del mondo”, sintetizza eloquentemente James.
A questo punto sorge la domanda fondamentale, la stessa su cui poggia tutto il dilemma di Arjuna nell’episodio cruciale del “Maharabarata”, noto come Bhagavad Gita (dedicherò in seguito un post riservato a questo fondamentale testo indiano di grande ispirazione spirituale): come si fa a capire se un’azione è giusta o sbagliata, o ancora, a scegliere quando bisogna agire e quando è meglio di no?
Se si è connessi con la Consapevolezza Superiore a cui abbiamo accennato prima, non si hanno dubbi. Il primo passo da compiere è uno: prendere una decisione. La sola scelta che dobbiamo davvero fare è quella di voler cambiare. Scegliere di voler fare un passo in avanti nella nostra evoluzione, scegliere di voler migliorare. Decidere di voler cambiare è tutto quello che ci serve affinché l’Intelligenza universale “cospiri” (parafrasando Paulo Coehlo) a nostro favore, sempre. Decidere è diverso dal desiderare. Le parole hanno un peso energetico diverso. Un conto è dire “desidero cambiare”, un altro è affermare con convinzione e intenzione sincera: “io scelgo di cambiare”. Ci sarebbe molto da dire sul potere delle affermazioni positive, il maestro Paramhansa Yogananda ne ha fatto un cardine dei suoi insegnamenti (un libro che consiglio sempre è “Affermazioni scientifiche di guarigione"), ma in questo post mi limito a riportare le riflessioni scaturite dal bellissimo incontro con il maestro James il quale, prima di condurre i presenti in una sessione pratica di respirazioni, visualizzazioni e canti del mantra Om, conclude la parte teorica con questo sillogismo metafisico: chi crede in Dio non può non credere nella reincarnazione. Siete curiosi di sapere perché? Ne parlerò nel prossimo post.
Ricordo che il maestro James insegna Yoga a Torino dal 1980 presso la Scuola Yoga Shanti di Via San Secondo 51 (tel. 011.597153, www.scuolayogashanti.it, Facebook: Scuola Yoga Shanti).
“Quando desideri qualcosa, tutto l'Universo cospira affinché tu realizzi il tuo desiderio. Esiste una grande verità su questo pianeta: chiunque tu sia o qualunque cosa tu faccia, quando desideri una cosa con volontà, è perché questo desiderio è nato nell'anima dell'Universo. Quella cosa rappresenta la tua missione sulla terra” (Paulo Coelho)
Letture consigliate
"Yoga pratici" di Swami Vivekananda
"La pratica del Karma Yoga" di Swami Sivananda Saraswati
"Lo Yoga della Bhagavad Gita" di Sri Aurobindo
E - a proposito di scelte - leggete qui e connettetevi con le Energie della Nuova Terra, favorite dall'equinozio d'autunno 2013
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