22 aprile 2021

Wesak: un messaggio fuori dal tempo


Non c'è manifestazione divina più pregnante, utile, appropriata e incarnata che  non sia già dentro di noi. 
Qualsiasi divinità a cui dovessimo rivolgere lo sguardo estranei dal nostro mondo interiore, dalla presa di coscienza e dall'apertura della nostra sensibilità intuitiva, rimarrebbe solo un'immagine astratta e decontestualizzata destinata prima o poi a deludere chiunque vi abbia riposto il senso della vita o della propria spiritualità.

Buddha, Cristo, Krishna, Babaji - l'anima dei grandi maestri illuminati che si evoca durante il Wesak (ne ho scritto dettagliatamente in questo post) - dimora ovunque ci sia una presa di coscienza. Non serve andare sulle cime dell'Himalaya, se non si è disposti a dissodare le radici della propria interiorità.

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È un messaggio di grande liberazione questo, uno dei lieti auspici che mi sembra possa rinnovare ogni giorno, e soprattutto renderlo concreto e sempre attuale, il principale monito del compassionevole Buddha così come il Wesak intende celebrarlo: Ricorda chi Sei! SAMASATI! Non ha mica detto "ricordati di me" anzi… "Se incontri Buddha uccidilo" è un'altra delle provocazioni lungimiranti della spiritualità che va dritta al sodo.

Fintantoché non saremo svegli alla comprensione della realtà che ci inganna e di quella che ci salva - frutto di sincera indagine personale - delegando a rituali privi di anima e a intercessioni sterili l'unico "lavoro" che ci viene richiesto (Ricorda chi Sei!), non svilupperemo tutto il grandioso potenziale di vita che ci sostiene, una vita pienamente vivibile, nella sacralità della nostra natura di esseri umani. Anzi, di essere umani


L'umanità alla ricerca esasperante di dio, di spiritualità e di visioni alternative, ha in seno alla sua stessa etimologia, il segreto della vera nascita: Umanità, appunto.
Un solo essere umano risvegliato dal sonno dell'ipnosi dei condizionamenti dell'inconscio collettivo e del suo stesso egocentrismo -  e dunque amorevolmente versatile alle gioie e ai dolori della vita così com'è - vale più di migliaia di seguaci, fedeli, religiosi, spiritualisti, ricercatori della verità rinchiusi nelle loro stesse definizioni.
L'uomo dovrebbe ritrovare l'uomo prima di cercare un fantomatico dio! Prendere la lanterna della propria Coscienza e, come Diogene, cercare ciò che nel profondo lo rende unico, unico tra gli esseri senzienti, capace di quella tensione trascendente che non esclude, anzi implica, la vocazione primaria di un cuore saggio, nobile perché vulnerabile, vitale perché sensibile. 

Non c'è celebrazione più autentica che guardare alle proprie situazioni di vita con umiltà e pazienza, con coraggio e fiducia, con apertura, disponibilità e gentilezza, con curiosità e autonomia di pensiero, con presenza di spirito e voglia di cambiare, ma di cambiare veramente. Di cambiare prospettiva e dimensione coscienziale, avere nuovi occhi e, finalmente, tornare ad Essere. Tutt'uno con ciò che è, anima e corpo.

Concludo con alcuni versi del Dhammapada, la via della libertà, il testo fondamentale del buddismo che, come ogni testo di sapienza antica rivelata, racchiude una saggezza interreligiosa universalmente valida. 

Il grande mistero della vita è uno soltanto, ci accomuna eppure ci rende unici,  testimoni partecipi di ogni respiro di esistenza. Un tesoro di inestimabile valore custodito dentro di noi, e dopo di noi. "Non veniamo al mondo per diventare vecchi, ma per incontrare l'infinito". 

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9

Non hai una vera dimensione spirituale se la tua mente non è tranquilla, se non sei capace di sincerità, se non hai consapevolezza. 

10

La mente è tranquilla e libera da pregiudizi, ti comporti con equilibrio, sei sincero e consapevole: questa è la spiritualità. 

11

Se ti concentri sulle cose inessenziali e trascuri l'essenziale, non riesci a scoprire la tua vera natura e sei in balìa dei desideri degli altri. 

80

I contadini incanalano l'acqua, gli arcieri raddrizzano la freccia, i falegnami piegano il legno, l'uomo saggio lavora su di sé. 

106

Migliaia di sacrifici rituali, mese dopo mese, per cento anni, non valgono un minuto di rispetto per chi ha realizzato se stesso. 

181

Anche gli dèi invidiano il tuo risveglio: sei consapevole, t'impegni nella meditazione, sei saggio, sei felice nella serenità di chi lascia andare le cose. 







"Come possiamo seguire questa strada che va oltre i limiti delle nostre facoltà logico-razionali? Come possiamo trovarla quando le ideologie cominciano a crollare, quando cominciano a non supportare più l'energia vitale, quando non sono più punti focali di questa energia? Possiamo farlo nella misura in cui ritorniamo all'ascolto profondo, nella misura in cui ritroviamo questa capacità di ascolto per accedere finalmente all'interno di quel luogo, di quello spazio, di quella dimensione sensibile che è propria del sentire. Dove c'è sentire c'è coscienza, e nell'accogliere questa coscienza entriamo nella sacralità del vivere, nella sacralità dell'esistenza. Ogni qualvolta si nega la voce del cuore si soffre, e per eliminare questa sofferenza è necessario tornare all'ascolto della voce del cuore saggio." (Mario Thanavaro)





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13 aprile 2021

Voci poetiche | Sorgente


In serbo per chi si reca alla Sorgente c'è il sorgere del sole.

Sorgente, che Sorge, azione non conclusa bensì in essere. In Essere sì. 
Sorgente, il sostantivo : luogo da cui sgorga qualcosa e centro propulsore dello stesso sgorgare.
La fonte, parola che disseta.
Sorgente, il participio presente: verbo aperto, dichiarante un'abbondanza che nasce, l'agente della nascita, del sorgere, o risorgere.
Allude sempre al sole il linguaggio vibrante che osa parlare di Dio, Dio non come un oggetto (nemmeno di devozione, quello sarebbe solo un concetto) ma come una Direzione.
Ha sempre a che vedere con una scelta, sapere dove dirigere lo sguardo. 
Sapere è vedere, sorgere è visione, sorgente è la fine della sete.
È gioia sorgiva.

Il Rig Veda poeticamente fa riferimento al movimento del ricercatore devoto delle verità spirituali come a una crescita luminosa sino allo stato più elevato dell'essere, grazie all'azione della luce risplendente del sole divino della Verità, di 
"quel Sole di Verità che sta nascosto nelle tenebre" della ignoranza. 
Non sapere (avidya, ignoranza) non fa scorgere la luce della Sorgente. 
Tornare alla sorgente evoca meravigliosamente un ritorno a casa, alle origini, là dove tutto è unito e l'acqua è fluttuante, pura, trasparente, sorgiva, non ancora diramatasi nella molteplicità dei tortuosi sentieri. 
Ma la Sorgente è sempre lì, fresca radura dove prendere rifugio con gentile disponibilità di cuore. Sempre a disposizione, un non luogo a cui l'anima è intimamente prossima, immersa in ricordi che esulano dalle memorie storiche. Che esulano dalle credenze incise sulla pelle. 
È la fine di ogni dramma personale, il perno di un eterno momento di animazione, anima in azione, a riposo nel brodo cosmico, a riposo nella mondanità come cosa tra le cose, semplicemente a riposo. 

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La sorgente - Antonia Pozzi

Al tuo monte
che il vento esilia
dietro siepi di gemme chiuse
risali in sogno:
vinci a strappi il tuo peso tra le pietre.

E nasci
vena bianca nell'attimo d'azzurro,
nudo canto proteso
oltre le nubi
mute.

Ma cada un raggio – ed è risveglio:
in terra
muore a singulti la tua vita effimera.

Acqua di stagno
ti spaventa – ora – la voce
ridestata del vento,
lento ti beve
il sole
tra le canne sconvolte.





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08 aprile 2021

Voci poetiche | Avere presente

Non fissarti su ciò che vorresti fare accadere, ma osserva ciò che vuole succedere attraverso di te.
C'è sempre un più esteso piano nello stato di grazia, nessuno rimane nessuno, resta nessuno ed è la più grande benedizione.
Un punto di fuga in prospettiva non ammette prigionieri, è un inizio senza fine, un moto, un verso, una direzione. La strofa di un momento pieno.
Rimanere ai margini del nulla, e del mondo inventato, quale liberazione!
C'è una realtà più onesta e integralmente viva, se ci si arrende all'evidenza sensibile di impermanenze preziose, delicate caducità dal suono corroborante.
Hai presente la fioritura dei ciliegi?
Ci sopravanza sempre l'eterno, eppur cadiamo. Perché i frutti maturi cedono la gravità alla Terra, che è madre e mentore, pietanza di fermenti quotidiani.
Ciò che cade ha sempre presente il cielo, ne è intriso, altrimenti non potrebbe cadere. E la sua caduta è una danza con il timbro dell'accadimento spontaneo.
Accadere, cadere, caducità.
Avere presente, sì. Perché è l'unica cosa che abbiamo ed abitiamo, ed è un dono.
Hai presente qualcosa che ti sta a cuore?
È il segreto di ciò che realmente Sei.
Un passo ulteriore, avere presente e basta, perché basta davvero. Non tutta l'attesa davanti e non tutta la memoria indietro. All'appello della vita si risponde sempre e solo: Presente! 

DOVE IL CORPO VIVE: 17 SPUNTI SENSORIALI PER INCARNARE PRESENZA


COME ATTUALIZZARE LA POTENTE VISIONE POETICA DI RILKE - ELEGIA VI - IL "PURO SEGRETO" DEL FICO


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06 aprile 2021

Il significato del mantra Om Namah Shivaya

Lo sguardo rivolto verso l'alto, verso l'aperto: visione interiore, poetica, yogica, unitiva

La spiegazione  che segue è liberamente tratta dal libro:  La legge eterna dell'Amore .

Om Namah Shivaja è il Mahamantra (Grande Mantra) che sinteticamente significa "Sia fatta la Volontà del Signore".

Ma qual è la Volontà del Signore? A "cosa" si riferisce il Mahamantra?

La chiave è data dal nome "Shiva", che letteralmente significa "Buono", "Bontà".

Cerchiamo perciò di interpretare bene il Mahamantra poiché esso deve essere realizzato nella profondità dell'Anima umana, dietro la quale Dio sorride.

Questa è quindi la vera interpretazione del Mahamantra: 

OM è il Verbo, il suono della Creazione, è l'Onda più lunga e più piena di Pace che esista nel Cosmos.

NAMAH significa Lodare. Io Lodo Shiva. Shiva letteralmente significa "Buono", "Bontà".

SHIVAYA vuol dire "il massimo della Bontà".

Perciò con questo Mahamantra io chiamo, lodando, l'aspetto migliore della massima Bontà di Dio. Quindi Om Namah Shivaya è un "incantesimo" attraverso il quale io richiamo tutta la positività dell'intero Universo, vedendo il buono in ogni cosa, in ogni creatura, poiché il "buono" attira, per sintonia, la stessa qualità.

Realizzare il Mahamantra significa vedere il buono e Dio in ogni viso, in ogni creatura, in ogni cosa.

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Voi dovete nutrirvi della vostra Bontà, della Bontà della natura, di tutto ciò che esiste, e della Bontà dell'altro, poiché nessuna creatura è totalmente malvagia: la scintilla dell'Anima di Dio, qualcosa di Buono, risiede sempre in ogni creatura. E voi dovete nutrirvi di tutto ciò che è bello, buono, giusto, poiché quello è il Cibo migliore che vi fa crescere verso l'Armonia Cosmica e verso Dio.

Shiva danzante, la gioia è la vibrazione originale della Creazione nell'amore puro, la Sorgente

Cercate il Cibo migliore facendo vostre le Buone qualità degli altri, comprese quelle dei vostri cari che vi hanno abbandonato in questa vita. Fateli vivere vedendo in essi solo il Buono: fatelo vostro, affinché voi possiate crescere e così anche loro, poiché tutto ciò che è buono permette la crescita insieme per sintonia. Attraverso il Buono, il "di là" e il "di qua" si uniscono, le barriere cadono, ed avviene la fioritura universale, poiché i vostri cari, quando non sono più in vita sulla Terra, sono guidati da voi e possono crescere solo attraverso di voi, in quanto tutto è collegato, tutto è interdipendente, tutto è Uno. … 

Attraverso la vostra crescita nel Buono, anch'essi crescono. Voi ora siete le loro guide. Fateli vivere. Il buono è la vita.

Cercate e assimilate in voi tutte le cose vere, belle, buone, giuste. Non fatevele sfuggire: cercate sempre di riconoscerle e vedete solo quelle. … Vedete il bene nel male, perché il bene c'è sempre: è solo in attesa di essere scoperto da voi e portato alla Luce.


Ad un uomo era morta la moglie, ed i suoi amici lo vedevano prostrato a terra, sofferente e pieno di lacrime. Poi, improvvisamente, si alzò da terra e si mise a ridere, a gioire e a ballare. "È forse impazzito?" si domandarono gli amici. Ma lui rispose: "No! Non sono pazzo. Rido solo di me stesso e sono contento. Prima ero solo uno stupido perché pensavo male. Ma ora che ho pensato che mia moglie non soffre più per i suoi mali fisici e che ora si trova in un posto più bello di questo, mi è sembrato stupido e inutile continuare a piangere. Perciò rido di me stesso, di quanto ero stupido.
Ora ho la visione giusta e sono pieno di contentezza. Così quell'uomo vide il Buono, il bene nel male, e fu salvo. Vedere il bene nel male rappresenta "Shivaya", il "Massimo della Bontà".

Se voi state male è perché state male: questa è la verità. … Tutto è creato dalla mente, tutto è conseguenza della mente: essa può crearvi e distruggervi a seconda di quello che pensa. Voi diventate ciò che pensate: questo è l'Eterno Mistero. Si diventa ciò che si pensa: questo è l'Insegnamento Supremo. …

La Potenza del PensieroVoto medio su 9 recensioni: Da non perdere
San Francesco vedeva il bene, il Buono, ovunque, anche nella morte, chiamandola sorella morte, e così via: fratello foco… sorella acqua… Lui cantava, era sempre allegro, poetava, lodava e glorificava il Signore e tutte le Sue Creature in ogni istante del giorno e della notte, perché aveva compreso la Sorgente di Tutto, la Fonte della Luce, vedendo l'Amore di Dio, il bene, il Buono, in ogni cosa… Francesco lodava perfino i lati negativi, sapendo che da essi, dal malcontento, dal dolore, sarebbe nata, alla fine, la ricerca verso una qualità migliore di vita..

San Francesco: le Verità Nascoste
L’amore per Chiara, i Templari, i Sufi i Catari Tutti i misteri di Assisi
Voto medio su 8 recensioni: Sufficiente

Paura, timore… sono la morte, l'amore è la vita. Perciò 
espandetevi invece di chiudervi. Usate la vostra mente sempre unita al vostro cuore, poiché ciò equivale a Saggezza, Coraggio, Amore. E Dio è Amore.

Nutritevi di SHIVAYA, del MASSIMO DELLA BONTA'. 

"Nulla, dunque, di voi tenete per voi, affinché vi accolga tutti Colui che a voi si dà tutto". 


LE 9 QUALITA' DI CUI NUTRIRSI, IL CIBO DIVINO 

Con i suoi 9 diamanti della Bontà, Bellezza, Purezza, Verità, Giustizia, Tenerezza, Saggezza, Utilità e Creatività costruite una corona di Luce da posare sulle vostre teste, per essere Re e Regine dell'intero Universo, poiché quella corona di Luce è l'unico Cibo che vi nutre e sostiene. Uno solo di questi diamanti, o di questo Cibo Divino, vi farà raggiungere gli altri otto diamanti, tutte le vette, e così sarete nutriti da Dio stesso. Scartate quindi tutto ciò che è cattivo, brutto, falso, ingiusto, insensibile, inutile, meccanico … Cercate di non vederlo in nessuna creatura poiché, anche se esistesse, non serve a nulla.
Non fissatevi sul cattivo poiché vederlo vi trae in basso e non vi permette di essere pieni di gioia e di volare in alto, dal momento che la vostra altezza dipende dalla vostra bassezza, ossia dal vedere il marcio ovunque, dalle vostre lamentele, dai vostri giudizi, dalle vostre critiche e dalle vostre autocommiserazioni.

Se siete così pesanti, come potete volare verso l'alto? 

Vedete il Buono, nutriteLo con le vostre attenzioni e realizzateLo al massimo. Esso vi condurrà sulla vetta più alta della montagna e da quella vetta potrete vedere tutte le qualità e virtù più alte in voi stessi, tutte le vette dell'Universo, e "toccare" Dio con un dito.

Che tutta la vostra vita sia permeata di Bontà, pensate sempre e solo con il vostro cuore e lo spirito volerà in alto fino al Massimo della Bontà, OM NAMAH SHIVAYA. 

(Questa spiegazione è liberamente tratta dal libro: La legge eterna dell'Amore)

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Personalmente, affido al mantra Om Namah Shivaya la potenza liberatrice del "Sia fatta la Tua volontà", il Surrender, la resa dell'ego, il rimettere ogni mia azione e ogni respiro all'ESSERE, una qualità superiore di Esistenza, una Forza, una Fede nel Processo stesso di crescita, maturazione, evoluzione, in una parola: VITA! 

Una ricchezza, un ritmo, una danza, una sorpresa, la singolarità della scienza dello spirito, il miracolo! La vita ha più fantasia di noi e le vie del Signore non sono le nostre, per cui di fronte al mistero, quantunque a tratti doloroso nelle forme assunte dall'incarnazione fenomenica, mi piace consacrarmi: Om Namah Shivaya! Sia fatta non la mia (del mio piccolo sé egoista) ma la Tua volontà che è volontà del Sé Superiore, purificato dai desideri dell'ego. Ed è la volontà dell'Universo intero, la grazia salvifica dell'uscire dalla visione ristretta del punto di vista personale.

"Io ci metto il Cuore, purificato, al resto pensaci tu!". Rimango sensibile al mondo ma non lo patisco negli eccessi di identificazione a ciò che è mutevole, passeggero, nuvoloso. Rimango salda nella Verità del Sole che sorge ogni giorno e, ancora più in profondità, nella Bellezza senza oggetto dello sfondo luminoso da cui ogni possibilità si compie, la perfetta vacuità.

Raffigurazione di Shiva nel gesto dell'Unione di coscienza individuale (dito indice) ed energia cosmica (pollice), Chin Mudra

È una presa di posizione interiore la visione unitiva (yogica), poetica, celebrativa, trasfigurante dell'Om Namah Shivaya! Dio - che è pienezza di vita a tutti i livelli - non è un oggetto, è una direzione. Letteralmente "Peccare" vuol dire mancare il bersaglio, sbagliare mira… Mantenere la mira sensibile e vigile verso ciò a cui tendere costantemente il respiro di ogni singolo istante di vita che, solo perché vita, è già di per se stessa una Benedizione, è mantenersi in una ampiezza di sguardo dove non esiste più né il peccato né il peccatore. 

Ogni cosa accade per un fine più ampio e per il Massimo Bene. Realizzare questo non intellettualmente, incarnarlo ed emanarlo è il più grande Dono.

Om Namah Shivaya!

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