Il viaggio tra gli spiriti defunti del dodicenne Miguel alla ricerca del segreto di famiglia, ovvero come risanare il dialogo perduto con l'anima - le proprie origini - e incarnare il proprio Destino. Il viaggio del piccolo eroe protagonista del film d'animazione Coco, diretto da Lee Unkrich e Adrian Molina, è un vero e proprio viaggio sciamanico di caccia all'anima, con tanto di spiriti guida animali e altri fantastici dettagli su cui non mi dilungo affinché ciascuno possa riconoscerli nella sua personale visione del film che, ovviamente, consiglio.
IL DIALOGO CON GLI ANTENATI
Che si dialoghi con essi mediante una accentuata ritualizzazione secondo un approccio più sciamanico oppure mediante una celebrazione più "intimista" e meditativa, la sostanza non cambia: è l'essenza spirituale, animica o animista della vita che si va a contattare, ricordandone l'importanza per mettere radici su questa terra. Ricordare l'importanza del nostro albero genealogico non vuol dire identificarci con tutte le problematiche legate alla parentela di sangue, anzi. Vuol dire accogliere ciò che ci spetta come parte della nostra "storia personale" nel tempo storico della nostra incarnazione attuale e dei nostri legami di parentela, vuol dire prendere tutto questo e svuotarlo di significato personale. Sembra un paradosso ... e infatti lo è, come ogni mistero che si rispetti. Il divino non può che essere paradossale! In un certo senso è come celebrare l'importanza della tradizione familiare per negarne l'importanza, o meglio negarne l'importanza "oggettiva" per restituire il corso delle nostre vicende di famiglia al tempo che spetta loro: quello del mito.
OFRENDAS, RITO E CELEBRAZIONE DELL'AMORE
Cosa sono le tradizioni se non storie che si tramandano di generazione in generazione, racconti che perpetuano ricordi veicolando e molto spesso vincolando (come nel caso del film "Coco") destini. Solo chi non viene ricordato muore davvero, è questo ciò che scopre il piccolo Miguel nel suo viaggio tra i mondi. L'importanza dell'ofrenda e dell'esposizione della foto nell'altare di famiglia sostiene la necessità di essere ricordati per non "morire definitivamente". La morte, di fatto non esiste se non come concetto culturale (approfondisci in questo articolo: Lo stato intermedio, quella "gaffe" chiamata morte)
Di nuovo, ricordare l’importanza dell’albero genealogico vuol dire restituirlo alla sua essenza simbolica e renderlo potente viatico per compiere qualcos'altro, che è il sacro della nostra vita qui e ora, dove non esiste che un unico tempo, quello della presenza e un unico tempio, la consapevolezza, un unico fondamentale rito senza il quale la vita sarebbe impossibile: il respiro. Ogni membro del nostro albero genealogico è il ramo di un albero che ha radici molto più profonde e sconfinate di quelle a cui solitamente vogliamo affidare le nostre preghiere e benedizioni, è il meraviglioso campo universale così ben rappresentato in un altro film (Avatar) dallo Spirito della Grande Madre Eywa (ne ho scritto qui: Il significato esoterico di Avatar e Pandora. Essere animisti vuol dire tornare a dialogare con tale parte invisibile della realtà, benedicendola e propiziandola con l'ardore della nostra fede e dell'amore, vuol dire incorporare letteralmente lo spirito di ogni cosa, evento, situazione, avi e antenati inclusi. Vuol dire ripristinare il contatto tra viventi e morenti accogliendo la ciclicità del tempo non come una suggestiva teoria a cui aggrapparsi per non fare niente di significativo e lasciarsi esistere fatalisticamente ispirati da un "tutto va come deve andare", ma come visione creativa dell'esistenza in grado di allinearsi talmente a fondo a uno specifico destino, da poterlo persino cambiare.
DESTINO O KARMA FAMILIARE?
Se sei nato per fare l'artista e qualcosa nella tua vita - magari nella forma proprio di un impedimento imposto dai familiari come nel caso di Miguel nel film - ti impedisce di esprimerlo liberamente e totalmente, probabilmente c'è qualcosa che ancora non sei stato in grado di vedere (vedere ha a che fare con Visione). Qualcosa che attiene alla sfera dell'invisibile, appunto, e che magari ha le sembianze di un tuo trisavolo. Se vuoi, approfondisci in questo articolo: "Scoprire la missione della propria vita e fare scelte davvero libere"
TORNARE A CASA ...
Il monito tanto caro al Buddha di “ricordare chi siamo”, dunque, non è un tornare a casa e non trovarci nessuno, ma un tornare a Casa e trovare tutta la molteplicità del reale e poterla accogliere senza esserne più schiacciati, anzi trovando in essa molti validi alleati. Accogliere disidentificandosi, non uscire dal mondo ma esplorare il mondo con la visione aperta dell’occhio interiore in grado di risanare l’unica vera grande colpa di cui siamo artefici: l’interruzione del dialogo con l’anima. Se siamo peccatori non lo siamo nel senso cristiano del termine, ma nel senso originario del termine, etimologico: "peccato" vuol dire "mancare il bersaglio", oppure in un’altra accezione, "che sta all'esterno". In entrambi i casi, indica una devianza dalla giusta direzione. La direzione è quella dell’anima, del cammino spirituale, interiore, animico, esoterico. (Leggi anche: Sentirsi a casa ovunque)
COME RIAPPACIFICARSI CON GLI ANTENATI
Le costellazioni familiari sono forse uno dei metodi più conosciuti. Paternità: Bert Hellinger. Tuttavia si stanno sempre più diffondendo approcci diversi che offrono visioni complementari, se non del tutto originali, al tema della psicogenealogia familiare e transgenerazionale. Di impronta sciamanica, visionaria e poetica quella proposta dall'Imaginal Academy di Selene Calloni Williams.
Thich Nath Hanh dedica alcune pagine molto significative al culto degli antenati nel suo libro "Paura", a conferma del fatto che essere cultori della Presenza e di un approccio più contemplativo estatico di indole zen non vuol dire rifiutare, reprimere, ignorare il "passato", in quanto tutto è simultaneamente presente nel medesimo istante del qui e ora. Riporto un brano tratto dal libro, dedicato alla "Pratica di accettare i nostri antenati":
"Per accettare sinceramente gli altri così come sono dobbiamo cominciare con l'accettare noi stessi. Se non riusciamo ad accettarci come siamo, non riusciamo mai ad accettare gli altri. Quando guardo a me stesso vedo cose positive, ammirevoli e addirittura straordinarie, ma so anche che in me ci sono lati negativi. Così dovrò prima riconoscere e accettare me stesso. Inspirando ed espirando visualizzate i vostri antenati e scorgetene i lati positivi e negativi. Siate determinati ad accettarli tutti come vostri antenati senza esitazione.
Cari antenati, io sono voi, con tutti i vostri punti di forza e di debolezza. Vedo che in voi ci sono semi positivi e negativi. Comprendo che siete stati fortunati e che i semi buoni come la bontà d'animo, la compassione e l'assenza di paura sono stati coltivati dentro di voi. Comprendo anche che, se non siete stati fortunati, e dentro di voi sono cresciuti i semi negativi della paura, dell'avidità e dell'invidia, quelli positivi non hanno avuto la possibilità di svilupparsi.
Che i semi positivi che abbiamo dentro di noi possano essere coltivati nel corso della vita, dipende in parte dalla fortuna e in parte dall'impegno. Le circostanze della vita ci possono aiutare a nutrire i semi della pazienza, della generosità, della compassione e dell'amore. Le persone che ci circondano possono contribuire a innaffiare questi semi, così come può farlo la pratica della consapevolezza. Se una persona nasce in tempo di guerra o in una famiglia o in una comunità che affronta la sofferenza, potrà essere piena di disperazione e di paura. I genitori che soffrono molto e hanno paura del mondo e degli altri innaffiano nei loro figli i semi della paura e della rabbia. Se i bambini crescono nell'abbraccio della protezione e dell'amore, i semi buoni verranno nutriti e cresceranno forti.[...] Accettare tutti i vostri antenati con le loro forze e debolezze vi aiuterà a diventare più sereni e meno timorosi. [...]
Riappacificarsi con i propri antenati richiede un pò di esercizio, tuttavia è davvero importante riconciliarsi con loro se desiderate placare la paura dentro di voi.
Potrete farlo ovunque, davanti a un altare, a un albero, su una montagna o nel cuore della città. Basterà visualizzare la presenza dentro di voi di tutti gli antenati: voi siete la loro continuazione. Solo quando vi sarete riappacificati con loro potrete vivere totalmente nel momento presente".
"Potrete farlo ovunque, davanti a un altare, a un albero, su una montagna o nel cuore della città"... Alcuni "dialoghi" con i miei spiriti antenati possono essere fiutati in questi post:
APPENDICE
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All the things you said to me today Changed my perspective in every way Then things come to mean To much to me Into my faith you And your baby It's out there If you want me I'll be here It's out there I'll be dreaming my dreams with you And there's no other place That I'd lay down my face I'll be dreaming my dreams with you It's out there If you want me, I'll be here I'll be dreaming my dreams with you And there's no other place that I'd lay down my face I'll be dreaming my dreams with you (Dreaming my dreams, The Cranberries, 1994)
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Lo stesso giorno in cui ho scritto questo articolo, ho appreso della morte di Dolores O' Riordan, la vocalist dei Cranberries, un gruppo musicale che ho amato molto, colonna sonora della mia adolescenza e dei miei primi accordi di chitarra. La voce di Dolores ha qualcosa di simile a un ululato in una notte di luna piena. Traghetta nei mondi e nei mondi dell'anima non esiste né incontro né separazione, ma un unico campo al di là del bene e del male dove poter gioire dell'unica sostanza di cui siamo fatti: quella dei sogni. Il protagonista del film Coco crede nel suo sogno di diventare musicista, perché ciò corrisponde a incarnare il suo destino. Per farlo ha bisogno di riconnettersi con le sue radici familiari, quelle visibili e quelle invisibili. Scelgo questi due video per far dialogare la bellezza del Tutto in cui siamo immersi, e come personale ringraziamento a Dolores, la quale certo avrà una vita molto, molto lunga. Infatti, chi muore veramente se rimane nel cuore di chi ha molto amato?
Il ricordo di chi non c'è più può fare anima ...
Uno strumento per parlare con gli antenati (con 37 carte e un DVD)