Ci sono due tipi di intelligenza, scrive poeticamente il mistico sufi Rumi. E da questa intuizione primaria, si muove l'anelito dello sguardo contemplativo che è la nostra vera natura …
C'è uno sguardo contemplativo che libera l'intuizione, muove energie sopite, ri-connette spontaneamente all'Infinito del nostro più intimo essere.
E' lo sguardo poetico, è lo sguardo meditativo. Chi assimila totalmente il senso autentico della meditazione, non può che riconnettersi con la naturale poeticità della vita. E chi assimila totalmente il senso autentico della poesia, non può che rivolgersi al mondo con sguardo rinnovato, profondamente spirituale , unitivo, universale.
Due tipi di intelligenza (Rumi)
Ci sono due tipi di intelligenza. Una acquisita,
come fa lo scolaro che memorizza fatti e concetti
dai libri e da quel che il maestro dice,
accumulando conoscenze dalle scienze tradizionali,
come da quelle nuove.
Con questa intelligenza ti elevi nel mondo,
ti collochi davanti o dietro gli altri
in base alla tua competenza nel memorizzare
l’informazione. Passeggi con questa intelligenza
per i campi della conoscenza segnando sempre più
cose sul tuo quaderno d’appunti.
C’è un altro tipo di quadernetto,
uno già completo e custodito dentro di te,
una sorgente che straripa dal suo alveo.
Una freschezza al centro del petto.
Quest’altra intelligenza
non ingiallisce e non ristagna. È fluida,
e il suo movimento non è da fuori a dentro
attraverso le condutture di un sapere canalizzato.
Questo secondo sapere è una fonte
che da dentro di te va verso l’esterno.
Poesia e meditazione attingono all' "altro tipo di quadernetto"...
La parola poetica è gentile invito di comunione e di silenzio, diversamente dal linguaggio che si affanna a voler dare informazioni e comunicare qualcosa. Il tipo di linguaggio indica un tipo di atteggiamento interiore, una propensione, modalità energetiche e vibratorie differenti.
La poesia mette in relazione più che contenere, non veicola contenuti, bensì celebra un canto, un canto fatto di versi… Sono parole che alludono, dunque, non parole che “dicono tutto così chiaro” (oppressione della razionalità), parole che aprono, tutt'al più indicano una direzione, un verso, appunto. L'apertura mette in relazione, la chiusura isola.
Riabilitare un linguaggio di apertura è salute: "una freschezza al centro del petto".
Riabilitare un ascolto veramente ricettivo e disponibile è alla base di qualsiasi rapporto di armonia, dentro e fuori di noi.
Primo passo: spostarsi da un atteggiamento volitivo razionale a uno ricettivo più intuitivo. Occorre rilassarsi! Rendersi disponibili all'apertura.
Slittamento di posizione interiore, coscienziale.
Dalle interpretazioni mentali al mondo delle sensazioni e dal mondo delle sensazioni percepite con il senso dell'io personale alle sensazioni vissute in percezione diretta, cioè senza intervento né intenzione dell'io volitivo.
Si crea così una intimità di ascolto, abbandonata e ricettiva.
Diamoci a questa opportunità. Ascoltiamo le poesie con il corpo, non con la mente.
Già porsi in una corretta prospettiva è un invito a... Vedere.
INCONTRI IN PRESENZA MEDITAZIONE E POESIA: LE DATE DEL 2023
Incontro Poesia e Meditazione: 5 Dialoghi con l'Infinito sabato 14 gennaio 2023 presso H'olla - Porto Recanati |
Partire col verso giusto!
La Poesia non ci chiede di essere capita, bensì accolta nel suo ritmo, musicalità non confinata a concetti chiusi, un vedere dal di dentro.
Occorre rilassarsi!
Io imparo a vedere … sussurrava il poeta Rilke, e ancora:
"Non so perché tutto penetra in me più profondo e non rimane là dove, prima, sempre aveva fine e svaniva. Ho un luogo interno che non conoscevo. Ora tutto va a finire là. Non so che cosa vi accada".
E non bisogna saperlo. Sentirlo sì. “A me piace sentire le cose cantare”.
E re-incantare il mondo…
Occorre rilassarsi. Lasciarsi andare, abbandonarsi…
Una poesia è una coccola per l'anima, non un esame da superare, è il modo con cui la Vita (con la V maiuscola) vuole entrare in comunione con noi.
“Lascia che tutto ti accada: bellezza e terrore”!
Io temo tanto la parola degli uomini.
Dicono tutto sempre così chiaro:
questo si chiama cane e quello casa,
e qui è l'inizio e là è la fine.
E mi spaura il modo, lo schernire per gioco,
che sappiano tutto ciò che fu e sarà;
non c'è montagna che li meravigli;
le loro terre e giardini confinano con Dio.
Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani.
A me piace sentire le cose cantare.
Voi le toccate: diventano rigide e mute.
Voi mi uccidete le cose
(Rainer Maria Rilke)
Imparare a quietarsi, lo spirito giusto di accoglienza, aprirsi all'apertura stessa, senza aspettative. Quell'atteggiamento (bhava) che nello yoga facilita la contemplazione dell'infinito (Ananta Samapatti) inteso anche come espansione: il fine ultimo della pratica Yoga secondo il Rishi Patanjali e la tradizione.
Il rilassamento e uno stato di piacere inducono espansione, lo sforzo e la tensione inducono contrazione.
Il piacere dell'ascolto di una poesia è espansivo così come il rilassamento nello stato meditativo.
Durante l'ascolto di una poesia letta ad alta voce, lasciamoci toccare dalle parole, facciamole vibrare nel corpo senza attaccarci alla ricerca del significato, l'ossessione pedante della mente prosastica e prosaica, prolissa e insicura.
Riabilitiamo il poeta che è in noi, l'abilità ad abitare ampi spazi di silenzio, di umile attesa, di contemplazione, di osservazione complice alla vita, senza pedanteria e ostilità…
Il poeta canta la vita e la vita canta il poeta.
Si legge in La luce sul Sentiero (… un manoscritto di foglie di palma, incalcolabilmente antico, tanto antico che prima del tempo di Cristo gli uomini ne avevano già dimenticata la data e il nome dell’autore, e ritenevano che la sua origine si perdesse nell’antichità preistorica): ASCOLTA IL CANTO DELLA VITA!
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"Chi sceglie l'infinito, è stato scelto dall'infinito" (Sri Aurobindo).
Quando il senso dell'io personale man mano si dissolve, o anche solo rallenta la morsa, riassorbito nella spaziosità della consapevolezza pura, senza intenzione:
"Avviene la liberazione di energie in un ascolto libero da concettualizzazioni, in un domandare libero da urgenze aneddotiche che per lo più nascono dall'agitazione". (Eric Baret)
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Occhi da poeta | Differenza tra concentrazione e contemplazione
La Gioia di Dialogare con la Voce dei Poeti: progetto itinerante di Cecilia Martino
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