"Se non si è semplici, non si può essere sensibili – agli alberi, agli uccelli, alle montagne, al vento, a tutte le cose che accadono intorno a noi nel mondo; se non si è semplici, non si può essere sensibili alle risonanze interne delle cose." (J. Krishnamurti)
La SEMPLICITA' (quinta parola del MANDALA DELLE 5 ESSE poetico) non appartiene alla mente, è qualità del cuore, il cuore di cui parlano tutti i grandi maestri, invocato dai grandi poeti mistici e non. (Per approfondire: Yoga e meditazione: l'importanza del "vero cuore").
La mente ha tra le sue funzioni specifiche quelle di: elaborare, paragonare, giudicare, analizzare, interpretare, immaginare, fantasticare, etc. Operazioni mentali non funzionali nella ricerca del “momento presente”, la semplicità dell’unico momento davvero esistente, del Qui e Ora, senza vie di fuga, dell’eterno presente, della condizione atemporale.
"Non celare il segreto del tuo cuore, amico mio.
Dillo a me, solo a me, in segreto.
Tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l’udrà,
non le mie orecchie."
(R. Tagore)
Quando si può sperimentare tale dimensione?
In momenti di profondo rilassamento, ad esempio, negli spazi vuoti, anche di pochi istanti, tra la fine di un pensiero e l’inizio di un altro, così come tra le pause tra un respiro e un altro. Quando il senso dell'io personale si dissolve.
Una PRATICA semplice è quella di approfondire il respiro e man mano prolungare, senza forzare, le pause di respiro dopo ogni inspirazione e dopo ogni espirazione e darsi alla sensazione che ne deriva.
L’ascolto intuitivo-contemplativo di brani poetici rientra in un’altra semplice pratica di consapevolezza e Chitta Suddhi (purificazione mentale) che può essere portata nel quotidiano, concedendosi qualche minuto di lettura ad alta voce ascoltando profondamente la vibrazione delle parole nel corpo intero, in una apertura ampia di consapevolezza corporea.
La mente molto spesso ha il potere distruttivo di complicare ciò che è semplice. Basta accorgersene, e si è già a un buon punto.
Un primo passo per toglierci dalle complicazioni mentali è tornare alle sensazioni fisiche, corporee non appena ci accorgiamo di essere trainati da qualche reazione mentale. Qualche respiro profondo, chiudiamo gli occhi e … torniamo semplici.
Torniamo a ciò che è vitale; il respiro.
E poi ridiamo, la vita è un gioco: non prendiamoci troppo sul serio, nulla sul piano personale. Lasciamo all'ampiezza dello sguardo contemplativo di testimoniare ciò che accade, in sintonia con il "segreto del cuore".
Questo scritto trae spunto dal quinto incontro di "Poesia e Meditazione: 5 Dialoghi con l'Infinito" tenutosi presso H'olla - Un mare di benessere a Porto Recanati il 25 febbraio 2023. Altri spunti:
Primo Incontro: Poesia e Meditazione | "Una freschezza al centro del petto"
Secondo Incontro: Poesia e benessere | L'ascolto intuitivo espande i confini
Terzo Incontro: Momenti d'Essere | Le aperture poetiche di Virginia Woolf
Quarto incontro: Non comportiamoci male nel cosmo | La legge del sospiro e Wislawa Szymborska
POESIE DI TAGORE, utilizzate durante l'incontro
Non celare il segreto
Non celare il segreto del tuo cuore,
amico mio.
Dillo a me, solo a me, in segreto.
Tu che sorridi tanto gentilmente,
sussurralo sommessamente,
il mio cuore l’udrà,
non le mie orecchie.
La notte è fonda,
la casa è silenziosa,
i nidi degli uccelli
son coperti di sonno.
Dimmi tra lacrime esitanti,
tra sorrisi titubanti,
tra dolore e dolce vergogna,
il segreto del tuo cuore!
Non abbandonarti
Non abbandonarti, tieniti stretto,
e vincerai.
Vedo che la notte se ne va:
coraggio, non aver paura.
Guarda, sul fronte dell’oriente
di tra l’intrico della foresta
si è levata la stella del mattino.
Coraggio, non aver paura.
Son figli della notte, che del buio battono le strade
la disperazione, la pigrizia, il dubbio:
sono fuori d’ogni certezza, non son figli
dell’aurora.
Corri, vieni fuori;
guarda, leva lo sguardo in alto,
il cielo s’è fatto chiaro.
Coraggio, non aver più paura.
Non mi accorsi del momento
Non mi accorsi del momento in cui varcai
per la prima volta la soglia
di questa vita
Quale fu la potenza che mi schiuse
in questo vasto mistero
come sboccia un fiore
in una foresta a mezzanotte?
Quando al mattino guardai la luce,
subito sentii che non ero
uno straniero in questo mondo,
che l’inscrutabile, senza nome e forma
mi aveva preso tra le sue braccia
sotto l’aspetto di mia madre.
Così, nella morte, lo stesso sconosciuto
m’apparirà come sempre a me noto.
e poiché amo questa vita
so che amerò anche in morte.
Chi sei tu, lettore
Chi sei tu, lettore che leggi
le mie parole tra un centinaio d’anni?
Non posso inviarti un solo fiore
della ricchezza di questa primavera,
una sola striatura d’oro
delle nubi lontane.
Apri le porte e guardati intorno.
Dal tuo giardino in fiore cogli
ricordi fragranti dei fiori svaniti
un centinaio d’anno fa.
Nella gioia del tuo cuore possa tu sentire
la gioia vivente che cantò
in un mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta
attraverso un centinaio d’anni.
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